CAPPELLI FURIOSO: "BUSI SCRIVE COME VENDOLA. È UNO ESPECIALISTA... NEL FAR CASCARE LE PALLE” – ‘’SITI HA SCRITTO UN LIBRO ILLEGGIBILE’’ – ‘’IL PREMIO STREGA? UNA FREGATURA: RCS AVEVA PROMESSO DIECI VOTI MA MI HA LASCIATO A PIEDI"

Matteo Sacchi per Il Giornale

Gaetano Cappelli, potentino classe 1954, ha alle spalle la sua brava esperienza di scrittore, tredici romanzi: Storia controversa dell'inarrestabile fortuna del vino Aglianico nel mondo (2007); La vedova, il Santo e il segreto del Pacchero estremo 2008; Canzoni della giovinezza perduta (2010); Baci a colazione (2011), solo per citare alcuni dei suoi titoli editi per Marsilio.

Con lo Strega gli è andata meno bene, tre presenze tre bocciature. Quest'anno è rimasto di un soffio fuori dalla cinquina con il suo Romanzo irresistibile della mia vita vera raccontata fin quasi negli ultimi e più straordinari sviluppi. Abbastanza perché abbia voglia di dire la sua sulla modalità di selezione...

Cappelli in gara per tre volte, diciamocelo: a lei lo Strega deve proprio piacere...

«Tertia non datur: sbagliare la terza volta non andrebbe nemmeno contemplato. Tanto più che da subito ho capito come allo Strega non vinca il libro ma l'editore, e si tratta ovviamente sempre di una major. Ma vede, avevo avuto dalla Rcs, di cui Marsilio fa parte, la promessa di quella decina di voti che, aggiunti ai miei, mi avrebbero fatto entrare almeno in cinquina. E sarebbe finita lì».

Mi scusi, voti scambiati come le figurine?

«Dopo questa specie di omaggio alla carriera, mia e di Cesare De Michelis, il mio editore, dovevamo poi impegnarci a uscire di scena in modo che i miei voti andassero a Siti. Io ho detto sissì, vabbene, come no! Intendiamoci, lo Strega mi interessava quasi esclusivamente per la sua capacità di farti vendere. Ovvio che, una volta in cinquina, me ne sarei fottuto di Siti. Ha scritto un libro talmente pasticciato da risultare illeggibile, e c'erano molte più possibilità che i 60 lettori forti, scelti dalle librerie, votassero me. E sa, 60 lettori, che poi sono i meno manovrabili, spalmati su 5 candidati, invece che sui 12 iniziali, diventano pericolosi. A questa conclusione devono esserci arrivati perfino loro, alla Rizzoli dico...».

Insomma lei li voleva fregare...

«Invece chi è rimasto fregato sono stato io. Il primo degli esclusi. Chiaro che più che deluso sono incazzato».

Mi scusi ma allora sullo Strega ha ragione Busi?

«Nel gentlemen agreement con Rcs mi era stato chiesto di tenere un profilo basso e starmene in disparte, non mettermi in mostra. Quindi m'è toccato subire in silenzio quel risentito sociale di Busi quando, al suo solito per occupare la scena...».

E a lei il libro di Busi invece è piaciuto?

«Aspetti che cerco... ah ecco. Leggo: “Io non ho mai dovuto fare i conti con il cerbero delle fantasie erotiche a monte, non devo discendere da cuspidi crepuscolari per mostrarmi agli umani nella mia nudità traslata dal divino di una egolatria di strambo sessuale”. Non male, eh? e non non è mica Vendola, cui quel renziano di spirito rispose: “Ma va a elargire prosaicamente il tuo orifizio anale in maniera totale e indiscrimanata”.

Mi scusi ma mi sta dicendo che Aldo Busi scrive come Vendola?

«Sì, le sto dicendo che Busi scrive come Vendola... Lo stesso bifolco alfabetizzato che disprezza i romanzi in giro perché "scritti con trecento parole". Be', se a disporne di qualcuna in più i risultati sono questi! Vede, quando uno gioca con le parole, come un giocoliere con le palle, c'è la forte possibilità che le palle caschino e Busi è uno especialista... nel farle cascare dico».

Però Busi è uno scrittore con una storia, ci sono suoi romanzi che contano.

«Sì certo che ha fatto delle cose notevoli, Seminario sulla gioventù ha un incipit spettacolare. Mi piacque molto anche Vita standard di un venditore provvisorio di collant. Però è sbagliato pensare che il talento quando uno ce l'ha ce l'ha. Il talento è una qualità volatile, purtroppo anche il talento passa... È il caso di Busi».

Ma tra i libri dello Strega ci sarà qualcosa che le è piaciuto.

«Sì certo, quelli che mi piacevano li hanno stoppati tutti... Guarda io sicuramente avrei potuto votare il libro di Paolo Cognetti (Sofia veste sempre di nero, ndr), poi per una prima parte mi pare piuttosto riuscito quello della Fiori (Il Cielo è dei potenti, ndr), un ritratto d'ambiente perfetto... Scritto bene quello di Lorenzo Amurri (Apnea, ndr), anche se io non è che impazzisca per certe tematiche».

Ma se certi romanzi non passano questo cosa ci dice sul mondo culturale?

«C'è stato un passo importante che è l'introduzione di 60 lettori allo Strega. Almeno non sono controllabili. Il problema che c'è sempre il solito giro. Per dire due anni fa al Goncourt in Francia vinse una piccola casa editrice. Qui controllano tutto i grandi gruppi. Vorrei una sorpresa così».

Beh anche lei però...

«Mica mi tiro fuori, con lo Strega come tutti volevo vendere qualcosa di più. Alla fine io non mi sento nemmeno di dare addosso agli editori, forse lo sbaglio è solo che fanno troppi titoli. In queste condizioni di mercato la cosa migliore sarebbe che certi premi li vincessero libri leggibili. Io non so se vincerà Siti, ma se vincerà un libro che non si può leggere quella boccata d'aria che potrebbero avere i librai e l'editoria in generale non ci sarà».

Illegibile anche Siti?

«Il romanzo di Busi e quello di Siti una cosa in comune ce l'hanno. Tutt'e due, a differenza dei loro autori, sono impenetrabili...».

 

ALDO BUSIROBERTO DAGOSTINO GAETANO CAPPELLI WALTER SITI Alessandra Fiori ANTONIO DORRICO GAETANO CAPPELLI

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…