mostra banksy andy warhol

A CATANIA LA MOSTRA "BANKSY-ANDY WARHOL" CHE METTE INSIEME LE OPERE DEI DUE ARTISTI: DA UN LATO L'ARTISTA PIÙ NOTO DEL XX SECOLO, DALL'ALTRO IL MISTERIOSO STREET ARTIST, CONTRO L'ESTABLISHMENT, LA GUERRA E LA SOCIETÀ DEI CONSUMI - I CURATORI: "UNO INCARNA IL DEISMO, L'ALTRO L'ANONIMATO. MA PER TUTTI E DUE VALE LA FRASE CHE LE LORO PIÙ GRANDI OPERE D'ARTE SONO I PERSONAGGI CHE INTERPRETANO" 

mostra banksy andy warhol 8

Sara Scarafia per “Robinson - la Repubblica”

 

Elogio della (in) visibilità. I curatori della mostra Banksy- Andy Warhol, al Palazzo della Cultura di Catania fino al 2 giugno, lo mettono subito in chiaro: il primo a confrontarsi con Warhol, l'artista più fotografato al mondo, è stato proprio lo street artist invisibile che nel 2007 ha organizzato Banksy vs Warhol in una galleria di Londra.

 

mostra banksy andy warhol 1

Ma nessun altro dopo ci aveva riprovato e adesso che le opere dell'artista senza volto vengono vendute anche 22 milioni di euro - è accaduto a ottobre scorso da Sotheby' s - attraversarne l'immaginario in parallelo è per certi versi sorprendente. Da una parte la Factory del padre della Pop Art, dall'altra le incursioni clandestine dell'artista di Bristol; da un lato la costruzione di un personaggio pubblico ipervisibile, dall'altro un anonimato che diventa leggenda.

 

mostra banksy andy warhol 2

In entrambi i casi, l'arte come performance immortale: le serigrafie di Warhol e gli stencil di Banksy che permettono di riprodurre i loro lavori all'infinito.

 

La mostra curata da Sabina De Gregori e Giuseppe Stagnitta mette insieme oltre cento opere chieste in prestito da collezionisti privati e gallerie d'arte, con qualche pezzo unico: dal Self portrait del 1967 di Warhol al muro Hula Hooping girl di Banksy, per la prima volta in mostra.

 

mostra banksy andy warhol 3

De Gregori e Stagnitta hanno scritto un saggio, pubblicato da Fandango, per chiarire il senso del dialogo tra due artisti quasi agli antipodi negli intenti - Banksy contro l'establishment, la guerra e la società dei consumi, Warhol a favore di un consumismo spinto e non troppo interessato ai conflitti - ma che pure arrivano ad approdi uguali: «Uno incarna il deismo, l'altro l'anonimato.

 

Ma per tutti e due vale la frase che le loro più grandi opere d'arte sono i personaggi che interpretano » . Per i curatori sono due brand, due " business artist": «I più grandi della storia: l'arte che diventa azione, un evento mediatico mondiale».

mostra banksy andy warhol 4

 

Le influenze del movimento Dada e Neodada sono evidenti per entrambi come dimostra la rivisitazione della Gioconda alla quale Duchamp mise i baffi: prima Warhol la riproduce in serie, poi Banksy la decontestualizza, imprimendola sul muro che separa la Palestina dalla Cisgiordania con un kalashnikov in mano, oppure appendendone una copia sorridente tra i dipinti del Louvre in una delle sue tante incursioni.

marylin monroe di warhol e kate moss di banksy

 

Il dialogo a distanza comincia dal confronto tra la Kate Moss di Banksy e i ritratti di Marilyn Monroe, le serigrafie necrologio realizzate da Warhol dopo la morte dell'attrice. Continua con la Campbell's soup, la minestra che Warhol mangiava abitualmente: disegnata, dipinta, ingabbiata dentro al plexiglas.

 

love is in the air banksy

Una provocazione - tutto può essere arte - alla quale l'artista dei murales risponde con un dipinto che nel 2005 appende, ancora una volta di nascosto, a una parete del MoMA: Tesco value tomato soup resistette sei giorni prima che gli addetti alla sicurezza lo notassero. Ma se Warhol sulle orme di Duchamp vuole trasformare in arte il quotidiano, Banksy che cita Tesco, il primo gruppo di distribuzione alimentare in Inghilterra, fa un attacco frontale al consumismo.

 

In mostra ci sono i Flowers di Warhol e Love is in the air di Banksy, l'inno alla pace apparso nel 2003 a Gerusalemme, con un soldato che lancia un mazzo di fiori al posto di una molotov. E ancora il dollaro firmato dal creatore della Factory, che grazie all'autografo moltiplica il suo valore all'infinito, e le sterline sulle quali Banksy sostituisce il volto della regina Elisabetta con quello di Lady D: mazzette che vengono lanciate in mezzo alla folla durante un carnevale di Notting Hill.

 

flowers andy warhol

In un'altra sala le Silver Clouds, le nuvolette galleggianti di Warhol, si confrontano con la Ragazza col palloncino, forse l'immagine più famosa di Banksy, dipinta per la prima volta a Londra nel 2004. Più avanti, ecco la banana diventata un simbolo, quella che Warhol realizza per il disco dei Velvet Underground e che Banksy mette in mano ai protagonisti di Pulp Fiction.

 

La mostra dedica una sezione al rapporto dei due artisti con la musica e le creazioni di artwork per gli album: da Warhol con Lou Reed, Mick Jagger, ma anche Miguel Bosè e Loredana Bertè, a Banksy con i Blur e i Portishead. Splendidi l'autoritratto di Warhol - un primo piano intenso che abbandona i colori accesi e sembra rivelare la complessità dietro l'immagine mediatica - e la bambina con l'hula hoop di Banksy, il murale realizzato a novembre 2020, in piena pandemia: « Un po' di gioia in questi tempi bui » disse l'artista.

 

silver clouds andy warhol 2

Nel percorso trovano spazio i ritratti politici - Mao e Lenin di Warhol e Lincoln e Churchill di Banksy - e c'è un'incursione nel cinema con la proiezione di alcuni spezzoni dei film di Warhol e un focus sul docufilm di Banksy Exit through the gift shop, presentato al Sundance Film Festival del 2010 e candidato agli Oscar.

 

Nella sezione dedicata alla guerra la sedia elettrica di Warhol dialoga con la bambina che abbraccia la bomba e con gli elicotteri con i fiocchi. Alla fine del percorso conviene tornare nella prima sala dove un muro tappezzato di immagini dell'artista morto nel 1987, a 59 anni, fronteggia una parete nera a rappresentare il re dell'invisibilità. Alla profezia di Warhol - « In futuro ognuno sarà famoso nel mondo per 15 minuti » - Banksy risponde che « in futuro ognuno avrà diritto ai suoi 15 minuti di anonimato » . Se solo qualcuno li cercasse.

mostra banksy andy warhol 6mostra banksy andy warhol 5ragazza col palloncino banksy andy warhol self portraitmostra banksy andy warhol 7tesco value tomato soup

Ultimi Dagoreport

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?

giorgia meloni gioventu meloniana

DAGOREPORT -  NEL GIORNO DELLA MEMORIA LA MELONI HA SORPRESO FACENDO UNA BELLA ACROBAZIA SUL FAMIGERATO VENTENNIO: “SHOAH, UNA TRAGEDIA OPERA DI NAZISTI CON COMPLICITÀ FASCISTA” - LA DUCETTA CERCA DI EVOLVERSI IN SENSO LIBERALE? PROSEGUIRÀ TOGLIENDO LA “FIAMMA TRICOLORE” POST-FASCISTA DAL SIMBOLO DI FDI? - INTANTO, UNA DICHIARAZIONE CHE DIMOSTRA COME L’UNDERDOG ABBIA GRAN FIUTO POLITICO E  CAPACITÀ DI MANOVRA PER NEUTRALIZZARE LO ZOCCOLO NOSTALGICO DI FRATELLI D’ITALIA - SECONDO: DI FRONTE ALLA IMPETUOSA AVANZATA DELLA TECNODESTRA DI MUSK E TRUMP, LA CAMALEONTE GIORGIA HA CAPITO CHE NON HA ALCUN BISOGNO DI METTERSI IL FEZ IN TESTA. QUINDI VIA DI DOSSO NON SOLO LE SCORIE DEL FASCISMO, A CUI LA SINISTRA SI ATTACCA PER SPUTTANARLA, MA ANCHE MANDANDO IN SOFFITTA POPULISMO E SOVRANISMO E CAVALCARE L’ONDA DELLA TECNODESTRA - L’ABILITÀ DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA È DI SAPER GIRARE LA FRITTATA SEMPRE A SUO FAVORE, AVVANTAGGIATA DA UN’OPPOSIZIONE EVANESCENTE, ANNICHILITA DALLA SCONFITTA

gaetano caputi giorgia meloni giuseppe del deo

DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL PROCURATORE CAPO DI ROMA, FRANCESCO LO VOI: IL DOCUMENTO-BOMBA PUBBLICATO DA "DOMANI", CHE RIVELA LO SPIONAGGIO A DANNO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, NON SAREBBE MAI DOVUTO FINIRE NEL FASCICOLO D'INDAGINE (NATO PROPRIO DA UNA DENUNCIA DI CAPUTI) - LA DUCETTA, DAL BAHREIN, HA URLATO CONTRO I SUOI E CONTRO L'AISI - E IL QUOTIDIANO DI FITTIPALDI CI METTE IL CARICO SCODELLANDO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO, DOVE SI AMMETTE CHE PALAZZO CHIGI SPIAVA… PALAZZO CHIGI! – L’AISI RISPONDE CHE AD ATTIVARE L'INDAGINE È STATO GIUSEPPE DEL DEO, ALLORA VICE DELL’AISI (ORA NUMERO DUE DEL DIS), SU DISPOSIZIONE DELL'EX DIRETTORE DELL'AGENZIA INTERNA, MARIO PARENTE. DOMANDA: PARENTE DA CHI HA RICEVUTO TALE RICHIESTA? 

francesco saverio marini sabino cassese giorgia meloni premierato

DAGOREPORT – IL PREMIERATO? ANNACQUATO! DOMANI GIORGIA MELONI RIUNIRÀ I SUOI COSTITUZIONALISTI PREFERITI (MARINI E CASSESE) PER METTERE NERO SU BIANCO L’IPOTESI DI UN PREMIERATO “DI FATTO”. UNA RIUNIONE PRELIMINARE A CUI SEGUIRÀ UN INCONTRO CON I VERTICI DEL PARTITO PER TIRARE LE SOMME E VARARE LA NUOVA STRATEGIA: LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA, PER FARE LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME” BASTA CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE – TROVATA LA QUADRA PER LA CONSULTA: MARINI IN QUOTA FDI, LUCIANI PER IL PD E…

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…