aldo cazzullo chiara ferragni uova di pasqua

NON SOLO PANDORO: LA PROCURA DI MILANO INDAGA ANCHE SULLE UOVA DI PASQUA DI “DOLCI PREZIOSI”, “GRIFFATE” CHIARA FERRAGNI – ALDO CAZZULLO: “SAREBBE MEGLIO SEPARARE SEMPRE LA BENEFICENZA DALLE OPERAZIONI COMMERCIALI. SE UNA INFLUENCER DICESSE ‘HO PAGATO DIECI MILIONI DI EURO DI TASSE’ SAREBBE SUBISSATA DI INSULTI. SE FA UNA DONAZIONE, LA APPLAUDONO. SE PAGA LE TASSE, LA CONSIDERANO COMPLICE DI UNO STATO AVIDO E SPENDACCIONE…”

 

uovo di pasqua di chiara ferragni 9

FERRAGNI, PM MILANO INDAGA ANCHE SU CASO UOVA DI PASQUA

(ANSA) - Non solo il Pandoro Pink Chistmas griffato Chiara Ferragni ma anche le uova di Pasqua sono finite nel mirino della Procura di Milano che l'altro ieri ha aperto una inchiesta, senza indagati nè titolo di reato, sul caso del dolce natalizio pubblicizzato dalla nota influencer con una sorta di campagna benefica.

 

Oggi il procuratore aggiunto Eugenio Fusco, titolare del fascicolo, ha firmato la delega al Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf per compiere accertamenti pure sull'operazione legata alle uova pasquali di Dolci Preziosi. L'azienda ha chiarito di non avere responsabilità nell'affaire beneficenza.

 

SE UN INFLUENCER DICESSE: «HO PAGATO LE TASSE»

Dalla rubrica delle lettere del “Corriere della Sera”

 

aldo cazzullo foto di bacco

Caro Aldo, difficile pensare che l’influencer Ferragni e le sue aziende prima di muoversi non chiedano pareri a legali e commercialisti. Comunque vada a finire la vicenda crolla un mito, e non è la Ferragni. Crolla il mito che, almeno in Italia, l’influencer sia un lavoro. Questo è il lato positivo della vicenda di cui, soprattutto i giovani, è il caso che facciano tesoro.

Cesare Guerreri

 

Risposta di Aldo Cazzullo

Caro Cesare, non sono d’accordo con lei. L’influencer è un mestiere, ed è una nuova forma di pubblicità. Non è detto che danneggi i media tradizionali, che sono semmai dissanguati dai siti-parassiti che succhiano il materiale altrui talora senza citare chi l’ha prodotto, a volte persino firmandolo con altri nomi.

 

L’influencer ha un pubblico, e quindi ha un mercato. Semmai, come la stessa Chiara Ferragni ha riconosciuto, sarebbe meglio separare sempre la beneficenza dalle operazioni commerciali.

 

i meme su chiara ferragni 7

Resta una domanda, secondo me la più interessante.

 

Facciamo l’ipotesi di un influencer, qualunque sia, che postasse un video e dicesse più o meno questo: «Ho pagato dieci milioni di euro di tasse. Sia la mia azienda, sia la mia persona fisica, che ha la residenza fiscale in Italia, sono infatti tassate con l’aliquota massima. Lo Stato, considerando le varie addizionali, intasca la metà di quel che guadagno, che va a scuole, ospedali, sicurezza. Non sento la necessità di fare beneficenza, e se la farò sarà per conto mio».

 

i meme su chiara ferragni 2

Lei, gentile signor Guerreri, pensa che da questo video l’ipotetico influencer trarrebbe un beneficio di immagine? Ma no, sarebbe subissato di insulti. Se l’influencer fa una donazione, lo applaudono. Se paga le tasse, lo considerano il complice di uno Stato avido e spendaccione. Se l’evasione e l’elusione fiscale prosperano, è perché non sono oggetto di riprovazione sociale.

 

Poi si può discutere se la beneficenza sia nobile, o se non sia un meccanismo di conservazione sociale: il ricco si priva del superfluo e acquista consenso, il povero anziché protestare bacia la mano del benefattore. Di sicuro, nella mentalità corrente lo Stato è altro da noi, e italiani sono sempre gli altri.

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