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IL CINEMA DEI GIUSTI - ''A TE LA GRANDE BELLEZZA TE FA NA PIPPA!'', TORNANO I VANZINA CON ''NON SI RUBA A CASA DEI LADRI'' E STAVOLTA SONO VERAMENTE IN FORMA. PIENI DI IDEE COMICHE SULLA VOLGARITÀ ROMANA DI POLITICI, ACCHIAPPONE E 'FACILITATORI'. UNA VENDETTA-TRUFFA CON UNA MANUELA ARCURI COATTISSIMA E IL TRIO GHINI-SALEMME-MATTIOLI
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Marco Giusti per Dagospia
“A te la grande bellezza te fa na pippa!”. “Er culo cosa?”. “Tié, a te e a De Laurentiis!” Che bellezza! Tornano i Vanzina. E, stavolta, veramente in forma. Pieni di buone idee comiche sulla volgarità romana di politici, acchiappone, facilitatori. “Politicamente, da che parte sta?”- “Mah, adesso l’importante è starci, facilitare…”. Sui trafficoni che hanno i soldi in Svizzera e sulla facilità di perdere tutto.
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E sui meccanismi della corruzione al ritmo della frase di Giovenale “A Roma tutto ha un prezzo”, giustamente citata come epigrafe finale del film. In questo davvero divertente e riuscito Non si ruba in casa dei ladri, sono di scena un trafficone romano, Antonio Russo, e la sua donna Lori, cioè un Massimo Ghini con un capello rossiccio e una Manuela Arcuri volgarissima e ignorantissima (“Il dado è tratto” – “Dado chi?”) che per facilitare la scelta di un’impresa delle pulizie rispetto a un’altra per un appalto, distruggono la felicità di un’altra coppia, quella formata dal napoletano Simone Santoro, Vincenzo Salemme, e da sua moglie torinese Daniela, Stefania Rocca, titolari, appunto, di una piccola impresa.
Ridotti in miseria i Santoro trovano lavoro come camerieri proprio nella villa dell’infamone responsabile del loro disastro. E tramano una vendetta alla American Hustle, cioè una truffa che lo ridurrà in mutande. Nella truffa sono coinvolti un altro truffato romano, Giorgio, Maurizio Mattioli, finito a far l’autista, un giovane attore cane, Lorenzo Bonucci, e una bella bionda, Ria Antoniou.
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Fra i truffati troviamo un banchiere svizzero, il grande Teco Celio, che fa qui il suo esordio nella commedia vanziniana dopo anni di ruoli e ruolini nella commedia del nord. I Vanzina sono gli unici che possano giocare con lievità su temi pesanti da Mafia Capitale facendoci ridere senza scadere nel moralismo o nel giornalistico. Un po’ come provarono a fare, ma con risultati più alterni, negli episodi di Mattioli e di Banfi in Buona giornata nel 2012, un film che andrebbe recuperato e rivisto perché racconta un particolare momento del nostro paese.
Stavolta, è vero che costruiscono il film un po’ sugli umori del Dino Risi di In nome del popolo italiano e, almeno per metà, sulla truffa-vendetta in Svizzera, ma tutti i personaggi ruotano attorno alla corruzione politico-imprenditoriale dei nostri giorni e sulla volgarità alla Cafonal dei protagonisti. E nella volgarità alla Cafonal, va detto, che sia Ghini co sti capelli rossi in testa e la Arcuri con l’esibizione continua di intimo e di battute ignoranti (“Hanno arrestato Maronaro!” – “Gioca nella Roma?”) sono piuttosto riusciti .
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Come sono riusciti Vincenzo Salemme e Stefania Rocca come coppia comica per precisione di tempi e battute. I Vanzina si permettono anche di far citare alla Rocca il vecchio Macario con un meraviglioso “Lo vedi come sei?”, che solo i più vecchi cinéphiles ricorderanno. E di punzecchiare allegramente il Napoli di De Laurentiis, loro produttore ai tempi della coppia Boldi-De Sica. Coppia che, in qualche modo, avrebbe potuto perfettamente prendere il posto di Salemme-Ghini, ma non ne sentiamo il bisogno anche perché il gioco sarebbe stato molto più scontato e indirizzato verso il loro gioco comico.
Salemme e Ghini permettono a Vanzina regista, Carlo, e a Vanzina sceneggiatore, Enrico, carte diverse e, stavolta, più moderne. Più commedia e meno slapstick. Come l’entrata in scena di Teco Celio banchiere svizzero che si lascia circuire dalla bionda e Mattioli che si finge autista piemontese dove averci dato un gran momento di poesia romana alla Fabrizi. Magari non sarà il film più riuscito della lunga carriera dei Vanzina, ma è sicuramente tra i loro migliori degli ultimi tempi e è comunque una commedia ben scritta e ben costruita in un momento non così ricco nel panorama comico italiano dove, aspettando le novità, che non vengono, preferiamo buttarci nella sicurezza della tradizione. Lo vedi come sei? In sala da giovedì.
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