IL CINEMA DEI GIUSTI - “BEFORE MIDNIGHT”, IL TERZO E DELIZIOSO CAPITOLO DI UNA TRILOGIA AMOROSA PER AMERICANI

Marco Giusti per Dagospia

Before Midnight di Richard Linklater.

Avete visto nel 1995 il delizioso "Before Sunrise" di Richard Liklater dove per la prima volta si incontravano a Vienna ancora ventenni il texano Ethan Hawke e la parigina Julie Delpy? Un piccola storia alla Eric Rohmer, ma tradotta per gli americani, con due protagonisti belli e intelligenti, un Ethan Hawke che aveva esordito bambino in "Explorers" e aveva proseguito con "L'attimo fuggente" e una Julie Delpy che veniva da una serie di incontri formidabili, avendo lavorato con Jean-Luc Godard ("Détective", "King Lear"), Kieslowski ("Tre colori: Bianco"), Roger Avary ("Killing Zoe").

Avete visto una decina d'anni dopo, nel 2004, il sequel, "Before Sunset", sempre di Linklater, ma stavolta scritto anche da Hawke e Delpy, dove gli stessi personaggi, Jesse e Celine, si ritrovano a Parigi, ormai trentenni e decidono di mettersi assieme, anche se lui è sposato e ha già un figlio? Una delizia anche questo. Ecco, se avete visto i due precedenti film della saga non potete certo perdervi il terzo film, "Before Midnight", tutto ambientato in un'isola a sud del Peloponneso, ancora diretto Linklater e scritto e molto improvvisato sul set da Hawke e Delpy, dove Jesse e Celine, ormai quarantenni un po' affaticati, vivono assieme dal 2004 a Parigi.

Lui ha un figlio in America che vede solo nei periodi di vacanza, mentre con Celine hanno due belle figlie bionde e gemelle. Se non avete visto i due film precedenti, magari non vi sembrerà tanto chiaro il culto per la saga di Jesse e Celine che coltivano gli americani. Magari, anzi, vi sembreranno un po' da provincialotti americani questi dialoghi rohmeriani in bocca ai due attori e ai personaggi che frequentano in Grecia.

Un po' vero, ma dovete avere un po' di pazienza, perché il film, anche se ha delle parti noiose e un po' verbose che per l'intellettuale medio europeo risulteranno inutili se non fastidiose, ha pure delle momenti molto belli nello sviluppo dei rapporti fra i personaggi. Ad esempio è molto bello e ben costruito tutto l'inizio, con Jesse che accompagna il figlio, il grande Seamus Davey-Fitzpatrick. che abbiamo adorato in "Moonrise Kingdom" e in "The Omen", all'aeroporto e cerca di parlarci perché sa che non lo rivedrà tanto presto e, ovviamente, si sente in colpa e impotente rispetto alla situazione di padre divorziato che vive in Europa.

E il figlio gli risponde a monosillabi, sì... no..., per poi esplodere alla fine dicendogli che quella con lui e la sua nuova famiglia è stata la più bella vacanza della sua vita. Poi usciamo, con la macchina da presa che segue Jesse alle sue spalle e vediamo Celine che lo attende in macchina, dove le altre due bambine si sono addormentate aspettando che lui uscisse e capiamo improvvisamente che c'è un'altra storia da affrontare, un'altra famiglia, un altro passato.

Sono belle trovate teatrali sia quest'inizio che questo improvviso tuffo nella realtà della vita che non trovano però conferma nella lunga scena in macchina con Jesse e Celine che parlano a macchina fissa per un quarto d'ora abbondante. Il problema centrale, che porteremo avanti per tutto il film, è il desiderio di Jesse di veder crescere da vicino il figlio trasferendosi anche lui con la famiglia in America e il desiderio di Celine è quello di iniziare un buon lavoro a Parigi.

Niente di più banale. Purtroppo, anche se qualche responsabilità lo avrà pure il doppiaggio italiano, questi dialoghi non mantengono sempre la loro freschezza iniziale e tutto sembra estremamente verboso. E' un po' lunga anche la grande scena a tavola con gli amici greci, inoltre piena di luoghi comuni impossibili.

Per fortuna, e per questo vi consiglio di rimanere, è davvero notevole il terzo e ultimo atto, tutto costruito su una camera da letto in un albergo dove Jesse e Celine dovrebbero trascorrere, senza figli, la loro romantica notte d'amore in Grecia e si rivela ben presto, complice una telefona del bambino americano a Celine, un vero inferno.

Come accade spesso tra le vecchie coppie che girano attorno a piccoli ricatti sentimentali, mezze verità, vecchie bugie, un volersi bene che è anche dominio sul partner. Ecco, in quella scena della stanza da letto, che può essere stato girato ovunque, Linklater e la sua coppia di protagonisti e sceneggiatori danno il meglio di sé, non inseguendo nessun Rohmer, non citando "Viaggio in Italia" di Rossellini, incautamente omaggiato nella parte iniziale del film (mai scomodare Rossellini invano!), ma solo mettendo in scena la realtà del vivere assieme.

Non lo amerete come lo amano gli americani, ma ci andrete vicino. Già in sala e già devastato dall'essere uscito assieme a "Sole a catinelle" di Checco Zalone.

 

before midnight Before Midnight Before Midnight Before Midnight Before Midnight

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…