MAI DIRE RAI! COLOMBO E TOBAGI PROVANO A MOTIVARE COI PARERI DEI GIURISTI IL RICORSO RAI CONTRO IL GOVERNO, MA ALDO GRASSO LI AFFONDA: “NOMINATI DA BERSANI, LA LORO È UNA DECISIONE CONTRO RENZI”
1 - TAGLI RAI: COLOMBO E TOBAGI CE L’HANNO CON MATTEO RENZI
Aldo Grasso per “Oggi”
La settimana scorsa, il Cda della Rai, su proposta del consigliere Antonio Verro (in quota Forza Italia) ha votato a maggioranza una decisione che, a lume di buon senso, appare tanto inopportuna quanto insensata: la Rai, a differenza di tutte le altre aziende e amministrazioni dello Stato, ricorrerà contro il taglio di 150 milioni deciso dal governo nell`ambito della spending review.
Tra i firmatari del ricorso, spiccano i nomi di Gherardo Colombo e Benedetta Tobagi, consiglieri della cosiddetta "società civile" nominati dal Pd bersaniano; perfino il consigliere Rai in quota ministero dell`Economia (Pinto) vuole far causa al governo! Quando si parla di Colombo e Tobagi non si può prescindere dal loro passato, dal loro impegno, dalla stima che molti (fra cui lo scrivente) nutrono nei loro confronti.
I due si dicono convinti dì aver rispettato un dovere di indipendenza senza tradire l`azionista di riferimento, cioè il Tesoro. Aggiungono anche di essersi comportati non secondo logiche politiche, ma per proteggere un`azienda da una misura sbagliata, come motivato da diversi pareri di giuristi e da una lettera che il presidente delle televisioni pubbliche europee spedì al Quirinale.
Sarà, ma la loro è una decisione politica contro il governo Renzi, né più né meno. Di questo devono rispondere (se a chiedere i 150 milioni fosse stato Bersani come si sarebbero comportati?). Colombo e Tobagi hanno sempre mascherato la loro "non competenza" dietro il paravento della "società civile". Ma che cos`è questa benedetta "società civile"? Una istituzione che distingue i buoni dai cattivi, gli onesti dai disonesti? I due hanno fatto una scelta politica, inutile nascondersi dietro fantomatiche foglie dì fico.
2 - RAI: PINTO, RICORSO IN INTERESSE AZIENDA, NO DIMISSIONI
(ANSA) - "Come amministratore di una spa una volta che si era arrivati al convincimento che l'interesse dell'azienda era nel senso di esperire un'azione giudiziaria la conclusione per me era obbligata". Lo ha detto il consigliere Rai indicato dal Tesoro, Marco Pinto, motivando il suo si' all'odg sul ricorso per i tagli del governo. "Mi sono sentito sul banco degli imputati. E' stata una decisione sofferta nell' interesse dell'azienda, non vedo perche' mi dovrei dimettere".