COLTO SUL “FATTO”/2: ANCHE MENICHINI TRAVAGLIATO S’INCAZZA


L'ARTICOLO DI CARLO TECCE PER IL "FATTO" CUI FA RIFERIMENTO MENICHINI
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/ci-costa-piu-europa-che-leuropa-30-milioni-di-fondi-pubblici-al-giornale-del-55021.htm


Stefano Menichini per "Europaquotidiano.it"


Sabato scorso su Europa abbiamo preso un po' di punta la linea politica cimiteriale e iettatoria del Fatto quotidiano, sostenendo che se l'Italia vuole tornare a respirare aria fresca dovrebbe mettere ai margini i riesumatori di cadaveri alla Marco Travaglio. Gli amici ci avevano avvertito: bell'articolo, ma vi costerà un massaggio da parte della squadretta agli ordini di Padellaro.

È accaduto già domenica. Avendo smesso l'abito nero e forse egli stesso spaventato dagli ultimi articoli di successo (La domenica delle salme, Funeral party...), Travaglio è tornato all'altro suo pezzo forte: la storpiatura dei nomi. Una specialità della casa, fin dagli anni delle elementari.

Ed eccoci inseriti nell'elenco di commentatori meritevoli di cognomi ipoteticamente divertenti in quanto responsabili di aver scritto cose non gradite al Fatto. Cioè praticamente tutti i giornalisti d'Italia, tranne gli stipendiati della casa. Io sono diventato Menichetta, mi pare, crasi col cognome del presidente del consiglio: esilarante, no? Da scompisciarsi.

La cosa non deve aver convinto neanche gli autori. Travaglio ha ricevuto pochi commenti entusiasti di groupies innamorate. I bimbiminkia sulla rete hanno postato che era molto più divertente il pezzo su Napolitano mummia e sul teschio di D'Alema coi vermi che escono dalla cavità degli occhi.

Allora la missione è passata a un altro uomo di mano, giustamente molto meno famoso, che si chiama Carlo Tecce. E così l'incaricato oggi ha ripubblicato una versione poco aggiornata di qualche decina di altri articoli già scritti sul tema "Europa giornale che ruba i soldi pubblici".

Niente di clamoroso, qualche numero alla rinfusa, le solite banalità giovanilistiche (per esempio su uno dei nostri commentatori, definito «il maturo Castagnetti»: visto che ha solo un anno più di Padellaro, auguro a Tecce che il suo direttore non legga l'articolo, cosa del resto quasi certa).

La cosa da notare è che per scrivere questo pezzetto, Tecce qualche articolo di Europa a proposito della nostra situazione e delle nostre intenzioni deve averlo letto. Ovviamente però non l'ha capito.

Per esempio scrive che il nostro costo del lavoro è aumentato pur in presenza della crisi. Da novembre (fatto ampiamente pubblicizzato, non solo da noi) in redazione stiamo applicando i patti di solidarietà, che significa taglio di un terzo dell'orario e degli stipendi: auguro a Tecce che non capiti prima o poi anche a lui ma chissà, non si può mai sapere.
Abbiamo abbattuto di oltre il 50 per cento i costi di produzione, diffusione e stampa limitandoci a portare il giornale di carta in poche edicole.

Abbiamo spostato risorse umane ed economiche quasi interamente sulla rete, con una motivazione ribadita qui più volte: piccole testate come la nostra non possono più permettersi di gettare soldi, soprattutto quelli che vengono dal sostegno pubblico, nell'impresa disperata di raggiungere tutte le edicole. C'è la rete, si possono ridurre le spese e si possono raggiungere molti più lettori, nella speranza che apprezzino il prodotto e che presto questo si renda auto-sostenibile permettendoci di uscire dal sistema del finanziamento pubblico senza chiudere l'impresa e lasciare senza stipendio una ventina di famiglie.

Ragionamenti impegnativi e, nelle nostre intenzioni, responsabili, che abbiamo portato ancora domenica scorsa al Festival internazionale del giornalismo di Perugia. Propositi che in privato perfino alcuni colleghi importanti del Fatto apprezzano e condividono. Un lavoro faticoso che ci sta già portando a medie giornaliere di visitatori unici del livello di importanti giornali online nati molto tempo prima di noi.

Discorsi seri. Quindi inutili, incomprensibili per gente tipo Travaglio e Tecce. L'unica cosa buona che questi tipi hanno realizzato con i loro articoletti da giornale scolastico: ci hanno fatto sapere che criticandoli avevamo colpito nel segno. Ottimo. Vorrà dire che continueremo a rompere le scatole a questi arroganti presuntuosi.

 

STEFANO MENICHINI Stefano Menichini di 'Europa'Antonio Padellaro Marco Travaglio e Furio Colombo x xl fatto quotidiano big pagespeed ic IFGMHGsGKF Lettore del Fatto Quotidiano EUROPA QUOTIDIANO ONLINE

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…