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PRETI, COCAINA, RUM E SETTE RELIGIOSE: NETFLIX SCODELLA “NARCOSANTOS”, UNA SERIE COREANA IN SEI EPISODI CHE PROMETTE DI INCOLLARE ALLO SCHERMO - UN MISCUGLIO FATALE IN CUI PROTAGONISTA VOLA PER AFFARI IN SURINAME E SI RITROVA DENTRO UN’OPERAZIONE SOTTO COPERTURA PER ANNIENTARE UNA CONGREGA RELIGIOSA IN CUI IL PRETE È UN BOSS E I FEDELI SONO TOSSICODIPENDENTI… VIDEO

 

Antonio Dipollina per “la Repubblica”

 

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Paramaribo, rum e cocaina. Soprattutto la seconda, visto che la serie si chiama Narcosantos. E quindi, con ordine, c'entra la capitale del Suriname, teatro dell'azione, ma la serie è coreana. Ovvero, di quella Corea che via Parasite al cinema e Squid game successo planetario in serie, è ormai arrivata a una sorta di integrazione: prima o poi si racconteranno film e serie provenienti da quel paradiso creativo senza mai dover specificare che siamo dentro qualcosa di esotico.

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Narcosantos è in sei episodi, su Netflix, che si seguono come un fumetto di genere senza interruzioni e senza mai perdere il ritmo. Però c'è di più, nella sconvolgente vicenda narrata - che è tratta, un po' all'ingrosso, da una storia vera.

 

Protagonista, Kang In-Gu, piccolo imprenditore in Corea, estrazione povera, solo lavoro e preoccupazioni per la famiglia. Il suo più caro amico gli presenta un'idea meravigliosa. Lui, come molti in Corea, va matto per la razza fermentata, manicaretto locale che ha il piccolo problema di essere servito pressoché marcio e di puzzare in maniera intollerabile. Le razze costano tanto, ma dall'altra parte del mondo, in Suriname, te le regalano: un import-export sembra l'affare del secolo.

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Il nostro parte per il Suriname e ovviamente si ribalta da fermo: salta fuori un personaggio, un coreano del luogo che è un prete a capo di una congrega religiosa. Sembra che tutti lo rispettino per motivi di fede, in realtà è perché nella setta si cela un traffico di cocaina nascosta tra le razze, i fedeli in realtà sono tossicodipendenti (con ardite allusioni al fanatismo religioso come contraltare della dipendenza) e tutti sono agli ordini di lui, il prete-boss.

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Il nostro eroe si ritrova dentro un'operazione sotto copertura per annientare la narco-gang-setta. Godibilissimo ma soprattutto impressionante, come detto, la sensazione friendly e di prossimità che ormai la fiction coreana riesce a trasmettere ovunque. 

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