carlo cracco

“COSA FAI PIANGI? SEMBRI UN BARBONCINO! OH, MA SEI UN MASCHIO, CA**O! CHE EMOZIONE?!” - VIDEO! - CARLO CRACCO RIMPROVERA UN CONCORRENTE DI “HELL’S KITCHEN”, CHE S'ERA SCIOLTO IN LACRIME DOPO I COMPLIMENTI DELLO CHEF, LO SPRONA A ESSERE VIRILE ED E' SOCIAL-RISSA - SU TWITTER IL CUOCO VIENE ACCUSATO DI AVER RIPROPOSTO IL SOLITO “MACHISMO” DOVE L’UOMO NON DEVE MAI CEDERE: “OGNUNO SIA LIBERO DI MOSTRARE LE PROPRIE EMOZIONI” - LA DIFESA DE “LA VERITÀ”

CARLO CRACCO RIMPROVERA IL CONCORRENTE CHE PIANGE

Francesco Borgonovo per “la Verità”

 

Il fattaccio è accaduto venerdì scorso e da allora se ne blatera a ripetizione sui social network. Durante una puntata di Hell' s Kitchen, Carlo Cracco assaggia il piatto preparato da uno dei concorrenti, il lodigiano Rudy. Il rituale è sempre il medesimo: lo chef stellato squadra il malcapitato con occhio tagliente, l'orologio scandisce secondi di tensione sfibrante. Infine, dall' alto cala il giudizio, espresso da Cracco con un pelo di sufficienza: «Il tuo piatto era buonissimo».

CARLO CRACCO RIMPROVERA UN CONCORRENTE A HELLS KITCHEN

 

Ed ecco che, d'un colpo, gli occhi di Rudy si riempiono di lacrime. Un pianto incontrollato, per sfogare l' ansia accumulata nei minuti precedenti. Cracco rimane senza parole per un paio d' istanti. Poi domanda: «Ma che cosa fai, ti metti a piangere? Ma sei così...». Il concorrente si giustifica: «Sono emotivo...». A quel punto, lo chef allarga le braccia e, rivolto al Rudy piangente, proferisce le parole fatali: «Ma sembri un barboncino...Oh, sei un maschio cazzo! Ma che emozione!».

 

Come prevedibile, sulla Rete si è sollevata l' onda dello sdegno. Peschiamo qualche commento a caso: «Vergogna, orribile, un uomo non può piangere che subito non è più considerato un uomo»; «Questo è il tipo di cultura in cui non voglio più vivere»; «La gente non capisce che anche questo è maschilismo», «Ognuno di noi deve essere libero di mostrare le proprie emozioni» e via di questo passo. Il cuoco stellato viene accusato, in buona sostanza, di aver riproposto uno stereotipo maschilista, del tipo: «I veri uomini non piangono».

CARLO CRACCO RIMPROVERA UN CONCORRENTE A HELLS KITCHEN

 

Chiariamoci subito: non ci interessa, qui, difendere Cracco. Non ne ha bisogno, e l' esercizio sarebbe sterile. Non vogliamo nemmeno prendere troppo sul serio lo show televisivo: Hell' s Kitchen è un tempio della cucina spettacolo, in cui Cracco recita il ruolo che fu di Gordon Ramsay nell' edizione originale. Attacchi, insulti e intemperanze sono il cuore del programma. La questione del pianto maschile e della manifestazione pubblica dei sentimenti, tuttavia, è piuttosto seria, e merita di essere affrontata.

 

CARLO CRACCO RIMPROVERA UN CONCORRENTE A HELLS KITCHEN

Da qualche tempo, infatti, lo slogan «lasciate che gli uomini piangano» va per la maggiore. Nel luglio del 2017, il New York Times ha pubblicato un articolo che ha goduto di ampia risonanza. Era intitolato «Come crescere un figlio femminista», e spiegava come ribaltare gli stereotipi sull'educazione dei maschi onde farli crescere meno violenti e più rispettosi (è ironico il fatto che l'articolo sugli stereotipi partisse da uno stereotipo, e cioè che gli uomini siano tutti aggressivi, ma tant'è). La prima cosa da fare, secondo il Times, per tirare su un bravo maschietto è, appunto, «lasciarlo piangere».

 

Il piccino deve essere libero di esporre in pubblico le proprie emozioni, anche attraverso le lacrime. Alla fine di novembre, Donna moderna ha ripreso l'articolo del New York Times, realizzando un servizio analogo. Per l'occasione, il settimanale femminile ha intervistato Tony Porter, «attivista americano, fondatore del movimento A Call to Men contro la violenza di genere».

 

CARLO CRACCO RIMPROVERA UN CONCORRENTE A HELLS KITCHEN

Costui ha spiegato che bisogna «concedere ai nostri bambini anche lacrime e paura, non solo rabbia». Insomma: gli uomini devo piangere, e devono cominciare fin da piccoli, altrimenti rischiano di diventare dei maschilisti brutali in stile Carlo Cracco.

 

Ogni volta che si parla di pianto maschile si tirano in ballo i greci, in particolare gli eroi omerici. Ha avuto molta fortuna, non a caso, un libro di Matteo Nucci intitolato Le lacrime degli eroi (Einaudi), in cui si ricordano i pianti di Ulisse, di Pericle, di Achille. In effetti, gli eroi greci piangevano. La loro virilità non era intaccata dalle lacrime poiché fortificata da ben altre manifestazioni di potenza.

 

CARLO CRACCO RIMPROVERA UN CONCORRENTE A HELLS KITCHEN

Il fatto, però, è che gli eroi piangevano per cose serie. Le lacrime che siamo invitati a versare oggi sono molto diverse. Intendiamoci: che il maschio possa e debba esprimere le proprie emozioni non è certo un male. Di questi tempi, tuttavia, del piagnisteo si fa largo abuso. Piangono i politici, piangono i concorrenti dei reality show, piangono e si sfogano tutti.

 

L'intimità è diventata di dominio pubblico, la «confessione» è ormai un genere televisivo che straborda pure su quotidiani e riviste. Le lacrime sono diventate una delle manifestazioni del narcisismo contemporaneo. Da ogni parte giungono inviti a «esprimere sé stessi», e sui maschi si insiste particolarmente (lo fa, ad esempio, lo psicologo tedesco Björn Süfke, di cui Feltrinelli ha appena ripubblicato Quello che gli uomini non sanno dire). L'esibizione della propria debolezza è una sorta di autodafé che ci viene richiesto dalla società della prestazione.

 

cracco

Ogni tanto dobbiamo ribadire la nostra imperfezione, dobbiamo ripetere: sì, siamo fragili, e se non riusciamo a svolgere il compito che il sistema ci ha assegnato è colpa nostra, e della nostra fallibilità. Così, dopo il piagnucolio liberatorio, siamo pronti a ripartire, a riprendere la competizione costante.

 

La lacrima facile non è più attributo femminile, ma generalizzato. Siamo tutti bimbi frignoni, non esprimiamo le emozioni: le imponiamo agli altri. Ed ecco il punto.

Cracco, nella sua uscita istintiva, non ha ribadito uno stereotipo. Ha toccato, piuttosto, un tasto fondamentale.

 

Ha invitato il concorrente a mantenere un «contegno», un po' di compostezza. Ha sostenuto un principio maschile: il senso del limite. È il padre che impone limiti e confini, ma in questo mondo femminilizzato il padre è vaporizzato, i confini vengono fatti a pezzi e i limiti non esistono. «Sii uomo, non piangere» significa questo: datti un contegno. Affronta la vita a testa alta, riserva le lacrime per questioni serie, come fanno gli eroi. Perché il problema, qui, non è che gli uomini piangano poco. È che tutti frignano troppo.

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