CRISTIANA LAURO MEJO DI LADY GAGA: “APPENA SI POTRA TORNARE A VIAGGIARE PARTIRÒ PER UNA LUNGA TOURNÉE IN CINA. VOGLIO ANDARE A SPIEGARE A 1,4 MILIARDI DI CINESI IL SIGNIFICATO DEL…” – "BASTA CON LE DEGUSTAZIONI SU ZOOM, IL VINO E’ CONVIVIO. L’E-COMMERCE? IO IL VINO CONTINUO A COMPRARLO IN ENOTECA E NEI RISTORANTI, DOVE TROVO PERSONALE SPECIALIZZATO, CAPACE DI RACCONTARE QUALCOSA DI PIÙ INTERESSANTE DEL LISTINO PREZZI" – IL LIBRO "EASYWINE"…
Da https://www.identitagolose.it/
Mai come in questi periodi di tarda pandemia il nuovo libro di Cristiana Lauro ha spopolato tra gli utenti per i suoi mille suggerimenti sulle scelte enoiche. Il Metodo Easywine. Impara il vino in poche mosse (edito da Pendragon, 123 pagine, ottobre 2019, per acquistarlo a 11,40 euro clicca qui) è un concentrato di notizie sul vino che grazie alla professionalità e all’ironia dell’esperta Lauro può guidarci negli assaggi seriali, anche tra le mura domestiche.
Lei è bolognese di nascita, romana d’adozione e celebre signora del vino. Grazie al suo maestro e mentore Daniele Cernilli, autore della prefazione, ha dispensato preziosi consigli in più capitoli.
Cristiana ha scritto con schematicità e acume raccontando questo mondo senza la saccenza di chi lo vuole insegnare agli altri. È anche coraggiosa nello scriverne sintetizzando per esempio, in due pagine, i metodi di spumantizzazione che, normalmente, vengono descritti in capitoli infiniti e spesso con tecnicismi indecifrabili persino a molti del settore. Il volume illustra le regole fondamentali per assaggiare un vino o servirlo alla giusta temperatura e nel calice più adatto, oppure quali siano gli abbinamenti per concordanza di colori.
«Il mio libro è stato lanciato nell'ottobre 2019, qualche mese prima del lockdown - chiosa Cristiana Lauro - Non dimentico la bellissima serata di qualche tempo fa a Identità Golose Milano, con Diego Rossi: il Dpcm del momento ci impedì la presentazione del volume ma non la cena. In verità devo ammettere che l’immobilità forzata dello scorso anno mi ha permesso di promuovere bene questo progetto, seppur per via digitale. Viste le vendite ha funzionato parecchio! Mi sono applicata in maniera creativa e divertente nell’autopromuovermi, da casa, con attrezzature tutt’altro che professionali - mezzi rustici, diciamo - non potendo viaggiare».
Cos’altro ha fatto in questo periodo "sospeso"?
«In realtà non sono stata capace di sfruttare questo "tempo nuovo", mezzo morto, per scrivere il mio terzo libro. Ci ho provato, ma quando ho riletto quello che avevo messo giù, nero su bianco, non mi è piaciuto neanche un po’. Così ho buttato via mesi di scrittura con un semplice clic, liberatorio, e con una salvifica risata, poiché quella non mi è mancata nemmeno nei momenti peggiori. Non dobbiamo innamorarci delle nostre opere. Tutto quello che avevo scritto durante le notti insonni della pandemia non mi apparteneva. E se non piaceva a me, figuriamoci agli altri!».
Come ha vissuto questo cambiamento epocale?
«Male, non ero più io, non ero quella di sempre. Tutti non eravamo noi. Sono però fiduciosa sulla ripartenza, anche del nostro settore. C’è tanta energia, scalciamo come muli, non ci fermerà nessuno e ce lo meritiamo perché il caso ha voluto che proprio noi si sia stati, in modo ingiusto, danneggiati più di altri».
Dal 2020 sono state rimandate tutte le manifestazioni del vino: come ha reagito una donna del vino come lei, comunicatrice ed esperta del settore?
«Pensando prima alla salute che ai soldi. Evitando di lamentare la noia, che considero un malessere da inetti. La noia è una diretta conseguenza dell’inettitudine».
Come considera i tasting digitali e l’e-commerce?
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«Credo nell’e-commerce, i numeri parlano chiaro. In verità presenta un evidente vuoto di contenuti comunicativi e informativi. Devono organizzarsi per cambiare linguaggio e comunicazione. Io il vino continuo a comprarlo in enoteca e nei ristoranti, dove trovo personale specializzato, capace di raccontare qualcosa di più interessante del listino prezzi. Per quanto mi riguarda, per ora, il canale tradizionale resta il più affidabile».
Come ha trascorso e come trascorre questo periodo di immobilità forzata da pandemia e quali progetti desidera lanciare quando tutto questo sarà terminato?
«Sono rimasta a casa mia, in solitudine. In Lombardia, dove vivo, la pandemia e le conseguenti inevitabili chiusure si sono fatte sentire più che altrove. Ho sempre rispettato le regole in maniera rigida. Sui progetti da lanciare fatico a fare una sintesi. Intanto mi auguro che le degustazioni Zoom tolgano il disturbo il prima possibile, perché non servono a niente.
Che senso ha una degustazione coi microfoni dei partecipanti chiusi? Non si crea dibattito né confronto. Senza scambio di idee in tempo reale il risultato è inutile. Spero che si possa tornare a breve alle degustazioni in presenza, il vino è convivio. Altra cosa che mi auguro di vedere presto diminuire è l’esubero di comunicati stampa e newsletter, spesso redatti male, dispersivi e autoreferenziali. Per il resto avrei molti suggerimenti da dare alle aziende di vino sulle vendite, sulla comunicazione e sui nomi dei personaggi del vino su cui puntare, perché c’è tanta fuffa in giro, ma proprio tanta».
Qual’è la prima cosa che farà non appena ci sarà la possibilità di tornare a viaggiare?
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«Partirò per una lunga tournée in Cina. Voglio andare a spiegare a 1,4 miliardi di cinesi il significato dell’espressione romanesca che ve possino!».
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