fedez giuseppe conte

QUALCUNO ERA POP-HOOLISTA! DAGLI APPELLI PER LE MASCHERINE AL “FATE CAGARE”. STORIA DI UN AMORE FINITO TRA CONTE E IL PROTO-GRILLINO FEDEZ - GIANROBERTO CASALEGGIO AFFASCINÒ IL RAPPER ALLORA VENTENNE, GRILLO PROFETIZZÒ: “QUESTO RAGAZZO CAMBIERÀ ANCHE LA POLITICA” - ALL’INDOMANI DELLA DENUNCIA DI FEDEZ DI ESSER STATO CENSURATO DALLA RAI PRIMA DEL CONCERTO DEL 1 MAGGIO DEL 2021, CONTE SI AFFRETTÒ A POSTARE: "IO STO CON FEDEZ”. POI QUALCOSA SI E’ ROTTO (SI', I NOSTRI ZEBEDEI)

Iacopo Jacoboni per la Stampa

 

FEDEZ CHIARA FERRAGNI

La lunga storia d’amore politica tra Giuseppe Conte e Fedez (e Chiara Ferragni) rischia di rompersi definitivamente, e questo l’avvocato del popolo – così attento alla sua proiezione social e ai like che ne derivano – non può permetterselo. Così l’ex premier ha postato un breve video in cui dà ragione al cento per cento a Fedez, che aveva protestato contro le restrizioni per gli eventi culturali e i concerti. 

 

«Buongiorno Fedez, mi rivolgo a te», ha esordito quasi contrito Conte, «e agli artisti che, come te, in queste ore stanno lamentando le restrizioni per la cultura e lo spettacolo, mentre invece gli incontri della politica avvengono con piazze gremite di gente.

 

GIUSEPPE CONTE

Non va bene, e infatti sono quattro o cinque giorni che lo sto dicendo in tanti punti stampa. Dobbiamo ripartire tutti insieme e la filiera della cultura, dello spettacolo ma anche degli eventi sportivi, che ha tanto sofferto, deve poter ripartire». Poi ha concluso: «Non va bene portare la capienza all’ottanta per cento, dobbiamo portarla al cento per cento. Dobbiamo ripartire forti, dobbiamo ripartire tutti insieme».

 

Quel “tutti insieme” si è reso necessario perché Fedez era stato di nuovo molto duro nell’attaccare l’avvocato del popolo, e alla sua maniera, cioè esponendolo ai suoi follower come correo di uno spirito del tempo anti-artistico e anti-culturale.

 

fedez

«Fate ca...», gli aveva scritto in una delle sue stories su Instagram, dopo aver visto un comizio calabrese di Conte, con una piazza non enorme ma ovviamente affollata, gente gomito a gomito. Cosa che non è consentita a concerti e ritrovi pop, con la conseguenza che «il settore dello spettacolo e i suoi lavoratori sono ormai del tutto abbandonati».

 

«Il Green Pass è lo strumento per tornare alla normalità, ma non per loro», commenta con voce accesa il cantante nelle stories. «E se da una parte il Ministero dei beni culturali e il governo non fanno nulla, dall'altra veniamo deliziati da queste immagini festose [ossia le piazze dei sostenitori di Conte tutti vicini, nda.] che rappresentano un vero e proprio schiaffo in faccia per intere famiglie che per voi evidentemente sono inesistenti.

 

La vostra propaganda non può venire prima delle persone. Quando parliamo di spettacoli non stiamo parlando di stron...te di poco conto, parliamo di duecentomila lavoratori falcidiati da due anni di immobilità quasi totale e politiche assenti. C’è un intero settore in ginocchio da due anni, dimenticato da tutti».

 

fedez

Stavolta insomma il canovaccio dei Ferragnez – noi, le star del popolo, contro loro, i politici – rischiava di rivoltarsi contro l’avvocato del popolo, un cortociruito terminale, vista la denuncia, addirittura, del fare propagandistico dei politici, ma con le immagini di Conte, apparso stavolta lui il destinatario principale delle critiche. Cosa ancora più grave, per il team social grillino, Fedez si era subito tirato dietro altri artisti, Bugo, Ermal Meta, Mahmood. Un piccolo oceano di like, imprevista nemesi per il leader del Movimento: chi di social ferisce, di social rischiava di perire.

C’è stata una certa agitazione nel team comunicativo contiano, e è così che è scattata la corsa dell’ex premier a tenersi buono il rapper-influencer. Fedez era stato di fatto, che lo volesse o meno, una delle armi più geniali della propaganda social contiana, forse l’ultima vera arma, finita la stagione Casaleggio. Per esempio in fasi difficili della pandemia, nell’ottobre 2020: il musicista fece un video per dire ai giovani di mettersi la mascherina, ma all’inizio del video svelava candidamente il dettaglio più interessante, e cioè che era Conte ad aver chiesto il suo aiuto «e quello di mia moglie» (nel video, tuttavia, Ferragni non c’era. Era Fedez che, generosamente, si esponeva).

fedez per yamamay

 

Tutto era avvenuto presumibilmente attraverso il responsabile della comunicazione di Palazzo Chigi, Rocco Casalino. A un certo punto cominciò a esserci anche una sovrapposizione di retweet dell’account contiano che rilanciava quelli di Fedez, come se ci fosse il tentativo di avvicinare i grillini e i Ferragnez. Legittimo e anche intelligente, forse però meno utile ai due influencer, che al politico. Non per caso, all’indomani della denuncia di Fedez di esser stato censurato dalla Rai prima del concerto del 1 maggio del 2021, Conte si affrettò a postare, anche allora: «Io sto con Fedez».

 

E starà sempre con lui, ma pare che qualcosa nel frattempo – in questa macchina potente di influencer e società di comunicazione social – si sia rotto. Fedez criticò Casalino (lo definì «una figura polarizzante e sappiamo tutti che è un personaggio che non ha meriti»). Conte difese il suo portavoce (in un’intervista al Fatto quotidiano). Battaglie indimenticabili, che infatti non si dimenticano.

GLI SMALTI DI FEDEZ

 

Lontanissimi i tempi in cui Fedez – lo raccontò lui – era stato ricevuto a Milano (e colpito) da Gianroberto Casaleggio, aveva fatto a tal punto amicizia col fondatore del Movimento 5 stelle da produrre una hit di culto per i 5S (”Pop-hoolista”), oltre che l’interessante prefazione al libro di Casaleggio “Veni, Vidi, Web”, in cui il giovane artista, appresa già alla grande la lezione del maestro, mostrava di averlo potenzialmente superato: «Quello che Gianroberto spiega è come la rete stia cambiando i rapporti fra le persone, ponendo proprio l’individuo al centro del tutto».

 

fedez a sanremo

L’individuo, non i politici, diceva. Fedez restò così impressionato, dal guru che fondò il Movimento, che si avvicinò con curiosità, sia pure indipendente e alla sua maniera, all’universo grillino. Beppe Grillo, sul palco del Circo Massimo nell’ottobre del 2014, in pieno boom dei Cinque stelle delle origini, sentenziò: «Ringrazio Fedez che ci ha dedicato una canzone per sostenere l'iniziativa mettendoci la faccia e dimostrando che le nuove generazioni hanno coraggio e voglia di esprimere un pensiero nuovo». Quindi vaticinò «questo ragazzo cambierà anche la politica», e pare che almeno su questo i fatti gli abbiano dato ragione.

 

SMALTO DI FEDEZ

Ultimi Dagoreport

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…