“A ROMA SI SCOPA. A MILANO SI FA E NON SI DICE, O SI FA FINTA CHE NON ESISTA” – DAGO SPIEGA A “GENTE” LA DIFFERENZA TRA LA CAPITALE, “SANTA E DANNATA”, E LA CITTÀ DELLA MADUNINA: “ROMA È INCLUSIVA, TI ABBRACCIA, TI ACCOGLIE, TI FAGOCITA. MILANO È DIVISIVA” – LE DARK ROOM IN VATICANO, LA DOMANDA DI BERLUSCONI (“SEI TATUATO ANCHE SUL PISELLO?”) E LA PRESENTAZIONE DEL DOCUFILM A MILANO: “L’APPARIZIONE DI RICCI È STATA UN OGGETTO MISTERIOSO, MOLTO PIÙ RILEVANTE DI QUELLA DI BEPPE SALA E URBANO CAIRO” - VIDEO
LA PRIMA A MILANO DI ROMA SANTA E DANNATA DI DAGO E MARCO GIUSTI
Maria Elena Barnabi per “Gente”
ROMA SANTA E DANNATA A MILANO - DAGO SU GENTE
Roberto D’Agostino sta girando l’Italia presenziando alle proiezioni speciali del suo film Roma, santa e dannata, un bel documentario scritto con il critico Marco Giusti che racconta l’amore per la sua Roma e che tra qualche settimana approderà sulla Rai.
Dago, come lo chiamano tutti, è calato come un alieno anche su Milano e al suo cospetto sono arrivati tutti, dal sindaco Beppe Sala a un inaspettato Antonio Ricci, a tributargli gli onori come vate e cantore del “cafonal” – il guazzabuglio ricco e coatto che mette insieme monsignori e ballerine – e soprattutto come fonte ineludibile delle notizie che contano.
Infatti, il suo sito Dagospia, fondato nel 2000, oggi è diventato un vero e proprio giornale con una redazione strutturata (il vicedirettore Riccardo Panzetta e poi Francesco Persili, Alessandro Berrettoni, Federica Macagnone, Luca D’Ammando, Ascanio Moccia e Gregorio Manni) ed è una miniera irrinunciabile di retroscena politici e gossip. E se nel documentario D’Agostino racconta Roma, noi di Gente gli abbiamo chiesto di parlare di Milano.
roma santa e dannata antonio ricci roberto dagostino e giuseppe sala 01 ph antinori
La differenza fondamentale tra Milano e Roma?
«Roma è inclusiva, Milano è divisiva».
Alla faccia di Milano città “arcobaleno”…
«A Roma c’è quel “mix and match” (miscuglio, ndr) che mette insieme appassionatamente il giornalista, il malvivente, la puttana, il prete, l’intellettuale e l’imprenditore. L’ammucchiatona romana».
Milano funziona per caste?
«Per censo, per professione: tutti stanno con i propri simili. Gli architetti con gli architetti, i poliziotti con i poliziotti e così via».
ROMA SANTA E DANNATA - PROIEZIONE A MILANO
roma santa e dannata urbano cairo selvaggia lucarelli e roberto dagostino 01 ph antinori
Esiste il “cafonal” fuori Roma?
«Ormai è nazionalizzato: anche a Milano non c’è più quella sobrietà per cui se eri ricco non dovevi dirlo a nessuno».
Chi ha dato l’avvio?
«I paninari del Burghy di Piazza San Babila negli Anni 80 con le loro Timberland e il Moncler: se non erano “cafonal” loro... E poi a un certo punto è arrivato Berlusconi, che sorvolava Milano con il suo elicottero personale».
Nel suo documentario dice che Silvio Berlusconi è il politico milanese che più si è romanizzato.
«Sposò appieno la filosofia romana della “caciara sul letto”. Perché avere una sola amante? L’amante è problematica, crea storie, chiede una casa, dopo due mesi è come essere sposati di nuovo. Una cosa così borghese... Meglio avere un ricambio continuo di ragazze e un’ape regina che gestisce il tutto».
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A Berlusconi lei affibbiò mille soprannomi.
«All’epoca del “Bunga Bunga” con Silvio ho dato il meglio di me. Un giorno mi chiese di parlare da soli. Mi aspettavo la solita incazzatura, invece mi chiese se ero tatuato anche sul “pisello”, così disse lui. Dei miei soprannomi non gliene fregava assolutamente nulla».
Com’era?
«Voleva conquistare tutti, sedurre tutti, essere amato da tutti».
E ci riusciva?
«Ovviamente sì. Capì subito che una delle chiavi di conquista era il calcio. Così comprò il Milan, lui che era sempre stato interista».
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Berlusconi è la vera essenza di Milano?
«No, è solo una delle mille facce di questa città. Poi c’è quella di Mediobanca e di Cuccia, quella dell’editoria, quella della cultura, quella di Prada e Armani...Ora poi ci sono gli eredi di Silvio».
Sono più austeri?
«No, sono solo brianzoli».
Un’altra differenza tra Roma e Milano?
«Roma ti abbraccia, ti accoglie, ti fagocita. Guardi Bossi e i suoi della Lega: arrivarono da noi al grido di “Roma ladrona”, ma poco dopo, dopo qualche cena al Bolognese e una serata al Jackie O’ (due locali storici della magica vita notturna di Roma, ndr), erano già tranquilli con qualche ragazzetta a gambe all’aria. È da qualche millennio che aspettiamo i barbari» .
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A Roma avete anche il Vaticano.
«Qui il bene va a braccetto con il male, sono due facce della stessa medaglia. È piena di locali con la “dark room”. Siamo tutti peccatori».
Anche a Milano ci sono i locali per scambisti e per il sesso veloce tra gay.
«Perbacco se ci sono! Ma a Milano si fa e non si dice, o si fa finta che non esista. A Roma invece dal dopoguerra in poi hanno cominciato venire tutti i gay del mondo: Gore Vidal, Marlon Brando, Orson Welles. Vuole sapere perché?».
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Me lo dica.
«Perché a Roma si scopa. È volgare, lo so. Ma quello che puoi fare a Roma, non lo puoi fare né a New York né a Parigi né a Milano».
A Milano però abbiamo visto una cosa incredibile: lei tra il sindaco Beppe Sala e Antonio Ricci alla presentazione del suo film, il diavolo e l’acqua santa.
«Per Milano l’apparizione di Ricci è stata un oggetto misterioso, molto più rilevante di quella di Beppe Sala e di Urbano Cairo, che pure sono importanti».
ROMA SANTA E DANNATA - TRAILER
Chi è Antonio Ricci per lei?
«Ricci è un maestro, ma mica solo per me: per tutti quanti. Con la velocità di Drive in e di Striscia la notizia ha cambiato per sempre la grammatica della televisione in Mediaset, così come Arbore l’ha fatto in Rai. Ciascuno ha proposto un racconto televisivo diverso».
roma santa e dannata marco giusti e daniele cipri?? ph antinori
Nel film ha chiamato maestro Francesco Cossiga…
«Quando aprii il mio sito Dagospia, il presidente emerito venne da me perché voleva pubblicare degli articoli che non venivano accettati dai giornali. Cominciò a collaborare con Dagospia e io cominciai ad andare da lui e ad avere delle lezioni di politica».
L’insegnamento più importante di Cossiga?
«Il potere non è visibile, non è delle persone che votano in Parlamento. Non è una corona che ti metti in testa. E non sono né le donne né i soldi».
ROMA SANTA E DANNATA - LOCANDINA
Che cosa è il potere vero?
«Sta sotto quello visibile. È avere una tua filiera, una tua nomenclatura, un tuo gruppo. È una sorta di clan che ti sostiene. Da solo non vai da nessuna parte».
Lei quanto potere ha?
«Io? Figurarsi. Non ho neppure il potere di andare a dormire quando voglio».
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