METTIAMOCI A 90 – DAI SEQUEL DI BEVERLY HILLS ALLE SERATE A TEMA IN DISCOTECA INFARCITE DI OASIS, NIRVANA E HOUSE MUSIC: DILAGA LA NOSTALGIA PER GLI ANNI NOVANTA - PER MAX CASACCI DEI SUBSONICA “IL REVIVALISMO È UN PO' LA TOMBA DELLA MUSICA”. MA SULLE PISTE DA BALLO CI SI SCATENA CON I PEZZI DI ALLORA – IL TRIBUTO AL COCORICO’ SULLA SPIAGGIA DI RIMINI E IL LIBRO SUL NIGHT-CLUBBING D'ANTAN-VIDEO
Franco Giubilei per “la Stampa”
Nel minestrone globale dove tutto si ricicla, dopo il trionfo del revival Anni 80 che ha dominato fino a ieri ecco affacciarsi fatalmente il decennio successivo. Lo dicono una serie di segnali, dai sequel di Beverly Hills alle serate a tema in discoteca infarcite di remix dell' epoca d' oro della house music, fino alle cover-band che scimmiottano il brit-pop inglese di Oasis e dei loro rivali dell' epoca, i Blur, o addirittura i Nirvana, come se fosse possibile avvicinarsi alla sofferenza autentica sprigionata da Kurt Cobain.
I protagonisti Imperversa la legge del ritorno dell' uguale, a volte travestito, a volte fin troppo riconoscibile, anche se non tutti concordano sul vuoto creativo che nasconderebbe. Per Max Casacci dei Subsonica, che negli Anni 90 si sono formati e che da lì hanno attinto suggestioni elettroniche importanti, è sì vero che lo scenario attuale ricorda quello pre-Duemila, ma per motivi non riconducibili a una rimasticatura tout court: «Le nuove generazioni stanno tornando alla musica, un po' com' è successo allora c' è un riavvicinamento testimoniato da un nuovo pubblico che affolla i concerti.
Il cantautorato indie torna a parlare ai ragazzi così come, a modo suo, fa la trap. Fra i giovani si sta anche sviluppando una reazione ai nuovi autoritarismi. E i ragazzi tendono a voler essere rappresentati dalla musica».
D' altra parte, per il fondatore dei Subsonica «il revivalismo è un po' la tomba della musica», ma il fenomeno è innegabile e prende corpo sulle piste da ballo da dove tutto è partito, trent' anni fa: 15 agosto 1989, sui colli di Riccione apre i battenti il Cocoricò, il tempio italiano della techno. Notte di Ferragosto 2019, dopo la morte del locale per sopravvenuto fallimento, sulla spiaggia di Rimini è andato in scena un tributo al «Cocco» per mano di vecchi amici e gente legata al management.
Davide Nicolò, che del Cocoricò e di altre disco di tendenza è stato art director, sta lavorando a un libro che racconterà i fasti delle discoteche italiane e non solo. Titolo programmatico: #nightology, antologia del night-clubbing d' antan: «Oggi, a differenza di un tempo, quando si cercava di innovare e ogni discoteca aveva un proprio carattere preciso, nei locali si ripropone un minestrone musicale condito da serate Anni 90 - racconta Nicolò -. I pezzi di allora continuano a funzionare, spesso li rieditano con sound digitali e li fanno suonare».
Lo schermo Musiche di film, jingle pubblicitari, successi dance, canzoni italiane trash, qualsiasi cosa purché faccia ballare.
Un panorama che si ripropone con la stessa fisionomia in tutti i locali, con pochissime eccezioni. Anche Jovanotti questa estate ha portato sul palco del Jova Beach Party un mostro sacro della consolle dei Nineties, Dj Ralf.
La Romagna Nei 90 veri, però, le cose si facevano per la prima volta: «Tutto è nato in Riviera Romagnola sul finire degli Anni 80, quando il mare era assediato dalla mucillagine e ci si è dovuti inventare il divertimento. Le 10 disco più famose erano qui intorno: Paradiso, Pascià, Byblos, Prince, Peter Pan, Baia imperiale, Cocoricò, Pineta, Villa delle rose, Cellophane». Di lì a qualche anno la tendenza esplode in tutta Italia: «A Bisceglie il Divine Follie, a Firenze il Tenax, a Bologna il Kinky e il Matis, a Milano il Plastic, che resiste bene tuttora, e i Magazzini Generali, a Roma Alien e Goa, a Reggio Emilia il Maffia, a Desenzano il Fura».
Lo sbocciare dell' house music porta una ventata di follie, con soluzioni esagerate come gli allestimenti del Cocco, gli after-hour fino al mattino e una serie di Vip che si affollano nei locali dove è imprescindibile esserci, vedi Grace Jones o Boy George al Cocoricò, o i nostri Vasco e Valentino Rossi al Byblos. Nel frattempo, i dj diventano star che fanno concorrenza alle rock band: Fatboy Slim su tutti, poi, nel Duemila, arriveranno Bob Sinclair e compagnia. «Solo il Plastic è rimasto fedele a sé stesso - dice Nicolò -. Il loro show con le drag queen e gli inviti stampati mandati a casa per posta sono ancora come una volta».
Per gli altri, a furia di riciclare, non si capirà neanche più il periodo di provenienza.
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