berte ruggeri fossati il mare di inverno

SE NON LO CAPITE, ARRANGIATEVI - DARIO SALVATORI SULLA DIATRIBA DELL’ARRANGIAMENTO DE “IL MARE D’INVERNO” CHE ENRICO RUGGERI RIVENDICA: “PER I NOSTRI MUSICISTI, SOPRATTUTTO PER I CANTAUTORI E PER I RAPPER (LA CATEGORIA PIÙ ZOTICA DI TUTTI I TEMPI), ‘ARRANGIARE’ SIGNIFICA AL MASSIMO SPOSTARE GLI ACCORDI. IN ITALIA ABBIAMO AVUTO ARRANGIATORI CHE HANNO DATO LUSTRO E SALVATO LA CARRIERA A DOZZINE DI CANTANTI: ENNIO MORRICONE, LUIS BACALOV, RITZ ORTOLANI, PIERO PICCIONI E MOLTI ALTRI. MA ORA…” - VIDEO

 

"IL MARE D’INVERNO” L’HO SCRITTO IO, NON FOSSATI" – LOREDANA BERTÈ FA ESPLODERE NUOVAMENTE LA POLEMICA SULLA PATERNITÀ DELLA CANZONE

https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/quot-mare-rsquo-inverno-rdquo-rsquo-ho-scritto-io-non-294103.htm

 

Dario Salvatori per Dagospia

 

loredana berte canta il mare di inverno 1

Curioso vedere che Enrico Ruggeri reclami il suo ruolo di arrangiatore del brano “Il mare d’inverno”(1983), attribuito ad Ivano Fossati, che registrò la canzone producendo Loredana Bertè, includendo il brano nell’album “Jazz”, pubblicato nello stesso anno.

 

enrico ruggeri

Ruggeri sostiene che il titolare dell’arrangiamento fu Luigi Schiavone, suo chitarrista. Una diatriba che ha a che vedere non tanto con la buona (o meno buona) fede dei tre musicisti, quanto sul concetto di arrangiamento.

 

Nessuno di loro tre è uno “scrittore di musica”, ovvero in grado di adattare la prima traccia del brano e soprattutto di trascrivere l’adattamento vocale e strumentale. Per i nostri musicisti -  soprattutto per i cantautori e per i rapper (la categoria più zotica di tutti i tempi) – “arrangiare” significa al massimo spostare gli accordi, beninteso per chi è in grado di governare uno strumento.

 

loredana berte

L’arrangiamento non si scrive con la chitarra o al piano, bensì alla scrivania, elaborando su una risma di partitura riportando le parti degli archi, degli strumenti a fiato, delle ritmiche e dell’eventuale coro.

 

In modo che i musicisti, quelli veri, possano suonare quanto riportato sullo spartito. Eppure loro “arrangiano”. Anzi, si contendono questo ruolo. E’ avvilente notare come i nostri musicisti interpretino l’arrangiamento in senso letterale, ovvero come “arte di arrangiarsi” di edoardiana memoria.

 

loredana berte canta il mare di inverno 2

In Italia abbiamo avuto arrangiatori che hanno dato lustro e salvato la carriera a dozzine di cantanti: Ennio Morricone, Luis Bacalov, Ritz Ortolani, Piero Piccioni e molti altri. Nel jazz abbiamo avuto Duke Ellington, il quale pur in grado di arrangiare, delegò il giovane genio di Billy Strayhorn, al punto che è rimasta segreta l’assegnazione di chi fra i due avesse scritto l’arrangiamento.

 

ivano fossati

A cominciare dalla mitica “Take the –A- train”, sigla dell’orchestra. Miles Davis, che studiò alla severa Julliard di New York, poteva arrangiare, ma preferì mettersi nelle mani di Gerry Mulligan nel 1949 per la nascita di “Birth of the Cool”, ovvero lo stile più rarefatto dell’epoca, e più tardi in quelle di Gil Evans, suo arrangiatore di fiducia. La verità e che gli attuali dispositivi tecnologici aiutano a non stonare, ad arrangiare con le app e purtroppo anche a litigare per chi ha fatto cosa.

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