PRIMO PUNTO PER BERTONE - LA DECISIONE DI ANTICIPARE IL CONCLAVE AL 12 MARZO È UNA VITTORIA DELLA CURIA CHE HA FRETTA DI CHIUDERE LA PRATICA, A DIFFERENZA DEI PORPORATI STRANIERI VOLEVANO PIÙ TEMPO PER CAPIRE TUTTE LE BEGHE VATICANE - MANCA UN CANDIDATO FORTE IN GRADO DI RACCOGLIERE 77 VOTI SU 115 ELETTORI: AI PRIMI SCRUTINI SARANNO ‘PESATI’ SCOLA E DOLAN MA SE LE COSE SI COMPLICANO TROVERANNO SPAZIO GLI OUTSIDER…

Giacomo Galeazzi per "la Stampa"

Accordo trovato: il conclave per eleggere il nuovo Papa comincerà martedì. Al mattino nella basilica di San Pietro il decano Sodano celebrerà la messa «pro eligendo Pontifice». Nel pomeriggio l'ingresso in processione dei cardinali nella Cappella Sistina. Poi l'«extra omnes» e l'ultima meditazione tenuta dal maltese Prosper Grech. Nella stessa serata, se i porporati lo decideranno, avverrà il primo scrutinio. In piazza i fedeli con lo sguardo rivolto al camino per vedere se la fumata sarà nera o bianca.

A partire da mercoledì ritmi più serrati, con quattro voti al giorno.Il conclave del 2005 convocato dopo la morte di Giovanni Paolo II avvenuta il 2 aprile si svolse nella Cappella Sistina dal 18 al 19 aprile e dopo quattro scrutini venne eletto Ratzinger. La sede vacante si protrasse, dunque, per 16 giorni. Stavolta 12. Ieri la scelta della data, dopo un braccio di ferro tra «romani» favorevoli ad accelerare i tempi per l'elezione pontificia ed extra-curiali intenzionati a far luce sugli scandali prima di scegliere il successore di Ratzinger.

«Sapere, discutere, confrontarsi, conoscersi e soprattutto capire quale direzione deve prendere la Chiesa» sintetizza un conclavista asiatico. In base alle emergenze da affrontare, si definiscono le caratteristiche che deve avere il nuovo Papa. «La data del 12 è un accordo che dà ragione a chi voleva anticipare l'inizio», commenta lo storico della Chiesa Alberto Melloni.

Le congregazioni hanno visto gli interventi di oltre cento eminenze e il confronto si è articolato sui temi più diversi: dalla nuova evangelizzazione a Vatileaks, dal dialogo interreligioso allo stato delle finanze (Ior compreso) dalla bioetica al ruolo della donna nella Chiesa. Ma sono stati soprattutto gli incontri informali (dai coffeebreak nelle riunioni ufficiali agli appuntamenti fuori dal Vaticano) ad aver costruito rapporti e orientamenti.

«Le congregazioni non sono tutto quello che avviene», spiega il portavoce vaticano Padre Federico Lombardi evidenziando che «più tramite i colloqui personali che non attraverso gli interventi in assemblea si traccia un profilo delle tematiche a cui il nuovo Pontefice deve pensare» Stamattina ci sarà una nuova congregazione. A parte gli ultimi interventi, vanno espletati alcuni adempimenti pratici, come il sorteggio delle camere nella residenza di Santa Marta.

Domani fari puntati sulle messe celebrate nelle chiese dove i cardinali sono titolari. Perché tutto si svolga regolarmente, il Collegio ha «accettato» con una votazione le rinunce a partecipare al conclave di due elettori: l'indonesiano Darmaatmadia per problemi di salute e lo scozzese Keith O'Brien, per «motivi personali» (è accusato di aver molestato seminaristi). Restano dunque ufficialmente in 115 e per essere eletto il nuovo papa dovrà prendere almeno 77 voti.

Lo stesso quorum del 2005. «Il Pontefice deve unire il massimo della capacità di governo al meglio della santità personale», puntualizza un ex ministro wojtyliano all'uscita dall'Aula del Sinodo. Scola e Dolan potrebbero essere i due cardinali che riceveranno il maggior numero di voti nel primo scrutinio. Difficilmente però uno dei due raggiungerà i 77 voti necessari e così potrebbero entrare in scena Ouellet, Scherer, O'Malley.

E soprattutto Schoenborn, allievo prediletto di Ratzinger, campione della lotta agli abusi del clero e promotore di Youcat, la versione per ragazzi del Catechismo, un'iniziativa che ha riavvicinato alla fede migliaia di ragazzi nel mondo. È un domenicano, dunque all'abito bianco è già abituato. Se il conclave sarà lungo hanno chance anche i «mediani» Ravasi, Bagnasco, Erdo, Tagle. Il monito di Ratzinger contro le «divisioni nella Chiesa» sarà l'antidoto ad operazioni «gattopardesche» della Curia:tutto cambi affinché nulla cambi.

 

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