pierluigi diaco io e te

“NON CREDO CHE LA RAI MI DEBBA QUALCOSA. NON MI PIACE FARE LA VITTIMA” – PIGI DIACO E L’ADDIO A “IO E TE” (L’ULTIMA SETTIMANA E’ SALTATA PER LA POSITIVITA’ DI UNA GIORNALISTA DELLA REDAZIONE) - ''MI SAREBBE PIACIUTO TORNARE ALLA SECONDA SERATA DEL SABATO MA LE SCELTE DEI DIRETTORI SONO INSANDICABILI. STIMO COLETTA E…  - SUL WEB DICONO CHE SONO DIVENTATO AGGRESSIVO? QUELLA DEI SOCIAL È UNA DITTATURA CULTURALE, ASSURDO CHE I MEDIA GLI DIANO COSÌ IMPORTANZA”  

Marco Esposito per leggo.it

 

diaco

«Non è possibile». La sentenza è arrivata nel pomeriggio di ieri, inappellabile. Pierluigi Diaco, che ha condotto ogni pomeriggio su Rai 1 la sua trasmissione Io e Te, non potrà salutare i suoi telespettatori. L'esito del tampone di una persona dello staff del programma ancora non è arrivato, e pertanto andare in onda sarebbe un rischio che non si può correre.

 

Diaco, niente saluto ai suoi telespettatori. Le dispiace?

«Moltissimo. Spiace a me, a Katia Ricciarelli e a tutta la squadra che ha lavorato con me per 141 puntate di ‘Io e Te’. È evidente che noi avevamo messo in conto che sarebbe potuto accadere una cosa del genere. Nessuno è immune da questo virus. Il nostro primo pensiero è per la collega risultata positiva. Francamente, rispetto a un virus che ha portato via dalle case di molti nostri connazionali nonni, padri, amici degli italiani... noi facciamo solo tv».

stefano coletta foto di bacco

 

Nel Day Time di Rai Uno la sua trasmissione è quella andata meglio per numeri assoluti.

«I numeri parlano di un apprezzamento alto e di un'affezione di chi ci ha seguito con costanza: chi ha scelto il programma non ci ha più lasciato. Il pubblico è cresciuto di settimana in settimana. Ringrazio sia il direttore Stefano Coletta sia Teresa De Santis che l'ha preceduto per la libertà editoriale e la piena autonomia autoriale che mi hanno concesso».

 

Perché la Rai ha scelto di fare a meno di Diaco se la sua trasmissione ha avuto successo?

pierluigi diaco

«Ho stima di Stefano Coletta, abbiamo avuto un incontro qualche giorno fa cordiale e proficuo. Non giudico un direttore dal fatto che mi faccia lavorare o meno. Non credo che la Rai mi debba qualcosa. Ho già presentato una proposta per il 2021. Non mi piace fare la vittima. Sono attraversato da un sentimento di gratitudine».

 

In Rai quindi si sente a casa?

«Ho incontrato in questo percorso dentro Rai 1, sia nella rete sia nei reparti produttivi, persone entusiaste e che hanno dato il massimo. Sono orgoglioso e grato. Sono proiettato in avanti».

 

Hanno insinuato che qualcuno sia stato contento per la sua mancata presenza nei palinsesti autunnali. E' vero?

alba parietti diaco

«Non mi risulta e non lo devi chiedere a me. Non esulto mai per i  problemi altrui, sono abituato a condividere i momenti di gioia, per mia natura».

 

Quindi sbaglia chi ha scritto che fosse risentito con la Rai.

«Le scelte dei direttori sono insindacabili. Avevo un impegno con la Rai che scadeva il 4 settembre, non si è mai parlato di andare oltre questo tempo con ‘Io e Te’. Non nascondo che mi sarebbe piaciuto tornare alla collocazione della seconda serata del sabato: qualora avessero voluto, ne sarei stato felice. Ma nessuno mi ha mai detto che il tempo di programmazione sarebbe andato oltre».

pierluigi diaco 8

 

Sui social invece l'hanno messa nel mirino. Dicono che sia diventato aggressivo.

«Basta riguardarsi le puntate su RaiPlay per capire che ciò che veniva scritto in quel mondo virtuale, composto spesso da persone che salgono in cattedra a dare le pagelle alla vita professionale altrui, non corrisponde alla realtà. L'ho percepito anche dalle tante lettere che ho ricevuto».

 

Perché questi attacchi?

«Penso che ci sia una dittatura culturale che radio e televisioni subiscono, con una sudditanza che mi colpisce. I media tradizionali sono molto più importanti di twitter. L'agenda degli argomenti non la possono dettare i social: dovrebbero farlo i media tradizionali, con argomenti che poi magari i social discutono. Preferisco i sapori del mondo dell’era analogica». 

 

Pensa che ci fosse una regia dietro gli attacchi che ha ricevuto sui social?

pierluigi diaco 7

«Non lo so e non mi interessa. Due mesi fa sono uscito dai social e non ho più visto nulla. Non mi interessa neanche troppo leggere di me stesso. Posso leggere una critica di un giornalista o di un telespettatore che mi scrive, ma non perdo certo tempo con quello che scrivono sui social dove ci sono troppe semplificazioni e troppa superficialità».

 

C'è qualcosa che l'ha ferita?

«Mi colpisce e mi ferisce la cattiva fede. I social danno una rappresentazione del Paese in cattiva fede, e non è vero. Il Paese è migliore di quello raccontato in rete. E' un Paese in cui c'è bisogno di silenzio. Chi sta sui social è ormai un tuttologo. Parlano di tutto anche se non hanno nulla da dire».

pierluigi diaco 3

 

E di chi sarebbe la colpa?

«Quando tu rendi accessibile a tutti la possibilità di dire, fare, polemizzare, criticare senza regole e senza limite e senza una legittimazione per esprimersi con argomenti complessi, il tenore della conversazione si indebolisce».

 

Mica verrà tornare indietro, Diaco.

«Non credo che ci sia bisogno di tornare indietro. Basta che i media tradizionali la smettano di dare importanza ai social. Sono un circolino che non rappresenta affatto il tasso di umanità che attraversa i cittadini. L'era digitale ha imbarbarito l'essere umano».

 

Mi scusi Diaco ma si riferisce a qualcuno?

«No».

pierluigi diaco 2

 

Ce l'ha con i social...

«Non ce l'ho con nessuno. Credo che il tipo di attenzione che viene dato a ciò che succede in rete sia smodata. Denota una certa pigrizia di alcuni colleghi che montano pezzi basandosi su una manciata di tweet che circolano in rete».

teresa de santis foto di bacco

 

Diaco, ma quindi l'appuntamento con i telespettatori quando lo diamo?

«Non lo so».

diacoalessio orsingher e pierluigi diaco 3

 

io e te io e testefano coletta foto di bacco (2)pierluigi diaco con il bassotto ugoalessio orsingher e pierluigi diaco 4

Ultimi Dagoreport

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...