lelouch woody allen

“WOODY, VORREI CHE TU, DIO ED IO…” - CLAUDE LELOUCH A TU PER TU CON WOODY ALLEN RIVELA IL SOGNO DI DIRIGERLO NEL SUO PROSSIMO FILM:  “VORREI GIRARE UNA CONVERSAZIONE FRA TE E DIO A NEW YORK, DAVANTI A UN PASTRAMI” - IL REGISTA DI "UN UOMO, UNA DONNA" E IL GENIO DI "MANHATTAN" PARLANO ANCHE DI FELLINI E WEINSTEIN - WOODY ALLA FINE CHIEDE: "QUANDO LA GIRIAMO QUESTA SCENA DEL PASTRAMI?"- VIDEO

 

Intervista di Stéphane Joby e Barbara Théate pubblicata da "Robinson-la Repubblica"

 

lelouch woody allen

Hanno segnato la storia del cinema, si portano splendidamente i loro ottant' anni e rotti, condividono la stessa passione per il loro mestiere, celebrano sullo schermo le attrici che amano (dentro e fuori dal set) e sfornano un film dietro l' altro Hanno tanti punti in comune, eppure Woody Allen e Claude Lelouch in cinquant' anni di carriera non hanno mai avuto l' occasione di incontrarsi. Lo scorso novembre, approfittando del passaggio a Parigi del regista americano per la promozione della Ruota delle meraviglie, gli abbiamo proposto un' intervista incrociata con il regista di Un uomo, una donna, anche lui felicissimo di questo colpo di fortuna ed entusiasta del film.

 

lelouch

Dopo un abbraccio caloroso, i due entrano subito in sintonia, parlando in francese e in inglese. Sulla stessa lunghezza d' onda, incontenibili, i due uomini si dichiarano reciprocamente, con umorismo e una certa emozione, tutta la loro ammirazione, scherzano sui rispettivi apparecchi acustici, che non intaccano il loro entusiasmo per il lavoro e la vita, filosofeggiano sul mondo e sul cinema.

Perché non ci avevamo pensato prima?

 

Com' è possibile che non vi siate mai incontrati?

CLAUDE LELOUCH: «Ci siamo incrociati diverse volte nei festival, ma non ci siamo mai davvero parlati».

WOODY ALLEN: «Quando io ho incominciato a girare a New York, Lelouch era già un' icona del cinema, e non riesco a credere di essere accanto a lui oggi. È un onore, davvero, e anche una bellissima sorpresa poter conversare con lui. Quando tornerò a casa, i miei amici moriranno di invidia!».

 

scarlett johansson e woody allen 4

LELOUCH: « Posso dire la stessa cosa! Tutti i film di Woody mi fanno venire voglia di continuare a fare del cinema; condividiamo la stessa passione per gli attori, senza i quali non saremmo nulla. Questo incontro è l' occasione per scambiarci delle parole d' amore. E per metterti a parte di un mio vecchio sogno, Woody: vorrei tanto dirigerti nel mio prossimo lungometraggio».

 

ALLEN: «Quale sarebbe il mio personaggio?».

LELOUCH: «Vorrei girare una conversazione fra te e Dio a New York, davanti a un pastrami».

ALLEN: «È un' idea bellissima! Ma bisogna che ci sbrighiamo: gli anni passano e questa conversazione fra poco rischio di farla per davvero».

 

yves montand, annie girardot, claude lelouch e candice bergen

Qual è il primo film che avete visto l' uno dell' altro?

LELOUCH: «Io ho scoperto Io e Annie nel 1977, quando ero a Los Angeles. Visto che era in lingua originale, e che il mio inglese non era perfetto, provai una grande frustrazione! Appena tornai a Parigi, mi procurai una copia, sottotitolata stavolta, e la guardai tre volte di fila nella mia sala di proiezione. Quel pomeriggio, mi dissi che Woody Allen era un regista immenso, e che avremmo sentito parlare di lui a lungo».

 

ALLEN: « Nel mio caso è stato Un uomo, una donna. Quando uscì, nel 1966, a New York non si parlava d' altro. Ne rimasi ammaliato. Nei due anni seguenti, i registi americani si misero a fare come Lelouch. Il suo cinema in un certo senso ci ha liberati! Nel mio Paese è diventato molto difficile vedere dei lungometraggi europei, ormai ci sono enormi multiplex che proiettano solo storie di supereroi. Mi ricordo dei tempi in cui si aspettava il nuovo film di Truffaut, di Fellini, di Lelouch, di Bergman, di Kurosawa».

scarlett johansson e woody allen 3

 

LELOUCH: «In Francia per fortuna non siamo ancora a questo punto. Quando c' è un bel film, di qualunque Paese sia, abbiamo la possibilità di scoprirlo nelle sale».

ALLEN: «Oggi la gente ha degli schermi giganteschi a casa, non deve far altro che premere un bottone per godersi il cinema sul divano».

 

Siete preoccupati per il futuro della settima arte?

johnny halliday claude lelouche

LELOUCH: « Il cinema dev' essere visto al cinema, e io lavorerò per il grande schermo fino all' ultimo respiro! Nulla potrà mai rimpiazzare l' emozione che provoca. Penso che quando la gente si sarà stancata di tutti i surrogati che gli propongono, ci sarà un ritorno nelle sale».

 

ALLEN In Francia e in Europa dovete continuare a resistere! Negli Stati Uniti i giovani scoprono Lawrence d’Arabia sullo schermo di uno smartphone o di un tablet. A me è una cosa che lascia di stucco, ma loro lo trovano normalissimo. I miei film ormai sono prodotti da Amazon, ma pretendo per contratto che vengano proiettati in sala per almeno tre mesi».

 

Tutti e due da cinquant' anni girate quasi un film l' anno. Perché questa frenesia?

scarlett johansson e woody allen

LELOUCH: « Io non so fare nient' altro. E ogni lungometraggio inventa quello successivo. Tutte le cose che imparo durante le riprese di un film ho voglia di verificarle e migliorarle durante le riprese del film che viene dopo. Ho l' impressione di essere sempre a scuola. I miei quarantotto film sono stati quarantotto copie in brutta, spero un giorno di riuscire a metterne uno in bella».

ALLEN: A«Il cinema non è una scienza esatta. Si abborda un nuovo film come il primo: senza sapere bene quello che si fa, ma cercando di dare il meglio di sé.

WOODY ALLEN

Ogni volta, la mia ambizione è di eguagliare di Vittorio De Sica. Ma finora ho miseramente fallito! Ci si intestardisce nella ricerca del film perfetto, alla fine si muore e le nostre opere finiscono nei musei».

 

Il vostro cinema dà grande spazio alle donne. Perché sono più interessanti? O perché sono importanti nella vostra vita?

LELOUCH: «Per me le donne sono degli uomini riusciti. Sono state l' ultima invenzione di Dio, ci si è impegnato molto di più».

woody allen soon yi previn

 

ALLEN: «Sono d' accordo: sono l' apice evolutivo della specie umana. Nel cinema americano, gli uomini sono forti e coraggiosi, hanno i revolver, non piangono mai. Le femmine invece non hanno paura di mostrare le loro emozioni e si rivelano più complesse. Io le apprezzo e le ammiro. Ho avuto tre mogli, e tutte hanno dato un contributo importantissimo alla mia esistenza».

«Io devo loro tutto: le mie gioie più belle e le mie grane peggiori! Ho avuto voglia di amarle, di essere amato da loro, di prenderle tra le braccia, di filmarle. Hanno costruito la mia vita. Metterle al centro del mio cinema è un modo per rendere loro omaggio».

 

claude lelouche un homme une femme

Perché i registi si innamorano così spesso delle loro attrici?

ALLEN: « Passiamo delle settimane, quasi segregati, con attrici carismatiche e piene di talento su cui spesso abbiamo fantasticato, e che all' improvviso sono totalmente dipendenti da noi emotivamente. Durante le riprese diventiamo tutto per loro: siamo il padre, il fratello, l' amante, lo strizzacervelli Ma il più delle volte, dopo il ciak finale e il ritorno alla realtà, se ne vanno con il loro fidanzato! » .

 

woody allen scandal 1992

LELOUCH: «Quando diciamo "Stop!", c' è quello sguardo che ci lancia l' attrice, come una dichiarazione d' amore che appartiene soltanto a noi. È anche per quell' istante unico che faccio cinema».

 

Lo scandalo Weinstein rischia di complicare le relazioni tra un regista e le sue attrici?

ALLEN: «Non penso. Il regista sceglie il cast migliore per la sua storia; gli attori, sia uomini che donne, vogliono mostrare tutto il loro talento. Siamo tutti lì al servizio del film».

LELOUCH: «Gli attori vogliono essere amati dal mondo intero. Ma per questo bisogna che prima siano amati da noi».

 

Siete tutti e due di confessione ebraica. Woody ne ha parlato molto nei suoi film, ma altrettanto non si può dire di Claude LELOUCH: «Mio padre era ebreo; mia madre si era convertita per amore, perché lo fossi anch' io, ma sono andato sia in chiesa che in sinagoga. E mi sono accorto che era ogni volta la stessa sceneggiatura: solo il regista cambiava. Da cui l' importanza, una volta di più, del regista».

WOODY ALLEN HARVEY WEINSTEIN

 

ALLEN: « Io sono sempre stato ateo.

Ma quando ho cominciato a fare commedie, mi sono reso conto che i riferimenti ebraici, con il rapporto con il sesso e lo psicanalista, garantivano risate facili. Sono diventato ebreo al cinema, per ragioni commerciali».

 

woody allen scandal 1992 (1)

Continuare a fare film è un modo di sfidare la morte?

LELOUCH: « Noi cineasti abbiamo l' opportunità di giocare i supplementari. È il momento in cui la partita diventa più appassionante, perché ti puoi prendere tutti i rischi. A patto che il cervello regga! Da quando ho compiuto gli ottanta mi sento più motivato che mai: è la prima volta che gestisco tre progetti contemporaneamente ».

 

WOODY ALLEN HARVEY WEINSTEIN

ALLEN: «Per quanto mi riguarda, ho appena terminato A Rainy Day in New York, con Selena Gomez e Jude Law, che dovrebbe uscire alla fine di quest' anno, e mi appresto a fare un altro film questa estate. L' ispirazione e la creazione ti permettono di conservare una certa giovinezza. Interiore per me, ma per Claude anche esteriore.

Contrariamente a me, ha sempre un aspetto da ragazzo!».

 

Una domanda che vi piacerebbe fare l' uno all' altro?

LELOUCH: «Mi prenderesti come stagista per il tuo prossimo film?».

ALLEN: « Quando la giriamo, questa scena del pastrami?».

woody allen mira sorvinoclaude lelouche con valerie perrinclaude lelouchwoody allen mia farrow soon yiwoody allen dylan farrowwoody allen greta gerwig to rome with lovewoody allen mia farrow a roma 1992claude lelouch alessandra martines claude lelouchclaude lelouch alessandra martines claude lelouchclaude lelouchclaude lelouchclaude lelouch e jean dujardinselena gomez sul set con woody allenwoody allen con la sua jazz bandmartin landau e woody allenwoody allen con ronan 1992WOODY ALLEN - MIA FARROW CON IL FIGLIO MOSES

 

Ultimi Dagoreport

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…