IL DIPINTO "VENERE E ADONE" DI TIZIANO È STATO VENDUTO ALL'ASTA DA SOTHEBY'S A LONDRA PER 13 MILIONI DI EURO - E' IL SECONDO PREZZO PIÙ ALTO REALIZZATO PER UN'OPERA DEL GRANDE ARTISTA - IL QUADRO È APPARTENUTO A DIVERSI PROPRIETARI, TRA CUI EUGENIO DI SAVOIA E IL PRESIDENTE DELLA "ROYAL ACADEMY" DI LONDRA BENJAMIN WEST, MA IL PROPRIETARIO ORIGINALE DEL DIPINTO…
Emanuela Minucci per www.lastampa.it
Una rappresentazione della tragica storia di «Venere e Adone» dipinta da Tiziano (1488-1576) è stata venduta all'asta da Sotheby's a Londra per 11,2 milioni di sterline (13 milioni di euro), raggiungendo il secondo prezzo più alto realizzato per qualsiasi opera di mano del grande artista veneto del Rinascimento. L’aggiudicazione è avvenuta, mercoledì sera 7 dicembre, ad un collezionista che ha chiesto per il momento di restare anonimo.
Oggi sopravvivono una dozzina di versioni di «Venere e Adone» di Tiziano, alcune delle quali di altissima qualità sono conservate al Museo del Prado di Madrid, al J. Paul Getty Museum di Los Angeles e al Metropolitan Museum of Art di New York. Il dipinto venduto da Sotheby's è stato esposto a Vienna in occasione della recente mostra al Kunsthistorisches Museum dal titolo «Titian’s Vision of Women», che intendeva illustrare attraverso circa sessanta opere provenienti dalle collezioni del museo viennese, dai musei di tutto il mondo e collezioni private come Tiziano abbia raffigurato le donne lungo tutta la sua produzione.
Era esposto nella sezione «Lo splendido mondo dei miti», in cui si raccontava come gli artisti del Rinascimento e i loro mecenati considerassero la pittura mitologica l’apice della grande arte. Le ricerche e gli studi che sono stati realizzati sul dipinto hanno permesso agli esperti di identificare una provenienza quasi ininterrotta che traccia trecento anni dall'inizio del XVIII secolo ai giorni nostri. Sono emerse notizie recenti che dimostrano che questa «Venere e Adone» è appartenuta al principe Eugenio di Savoia (1663-1736) e un altro notevole ex proprietario fu Benjamin West (1738-1820), presidente della Royal Academy di Londra e pittore di storia ufficiale di Giorgio III.
Nuove ricerche hanno inoltre stabilito il viaggio del dipinto attraverso la Germania della metà del XX secolo, dalla collezione di Maximilian von Heyl zu Herrnsheim (1844-1925) a Darmstadt, quasi certamente dal 1904 fino al 1966.
«TROPPO LASCIVI»
Il proprietario originale del dipinto rimane poco chiaro, anche se un possibile candidato potrebbe essere Antoine Perrenot de Granvelle (1517-1586), uno dei più influenti statisti del suo tempo, che sappiamo averne commissionato una versione dopo il 1554. Un altro indizio su un possibile committente è un'incisione di Giulio Sanuto che riproduce il dipinto nel 1559 - autorizzata da Tiziano - e che riporta una dedica ad Alberto Utiner, di cui si sa ben poco. L’opera aggiudicata da Sotheby's è stata nascosta al vista del pubblico per molto tempo e quindi è ancora poco studiata.
Dopo un esame tecnico del dipinto nel 2015, l’intera portata del coinvolgimento diretto di Tiziano è stata pubblicata in uno studio di Thomas Dalla Costa, che ne ha riconosciuto le qualità di opera ideata e sviluppata dallo stesso Tiziano e ha fornito una chiara testimonianza della mano dell'artista. A seguito della mostra viennese del 2022 e di un'ampia discussione successiva tra gli studiosi, c'è ora un ampio consenso sulla paternità di Tiziano per il dipinto.
mostra tiziano. dialoghi di natura e di amore 2
Mentre Tiziano ha esplorato il tema di «Venere e Adone» dal 1520 in poi, questa versione si riferisce più da vicino al celebre quadro dell'artista dello stesso soggetto dipinto per Filippo d’Asburgo, poi re Filippo II di Spagna (1527-1598), inviato nel 1554 e ora nella collezione del Museo del Prado a Madrid. La versione faceva parte di una serie di sei dipinti che Filippo d'Asburgo commissionò a Tiziano ispirandosi alle «Metamorfosi» di Ovidio.
Conosciuto come «dipinti poetici», questo ciclo di opere - eseguito nel corso di undici anni - si colloca tra le più grandi realizzazioni della carriera di Tiziano. Nonostante all'epoca avesse suscitato una certa preoccupazione sul fatto che «Venere e Adone» fossero «troppo lascivi», l’ideazione di Tiziano attirò grande fama che gli procurò numerose commissioni.