IL DIVANO DEI GIUSTI/1 - CHE VEDIAMO STASERA? SULLE PIATTAFORME AVETE FILM NOTEVOLI CHE TROVATE ANCHE NELLE SALE, COME "AFTERSUN", O “NIENTE DI NUOVO SUL FRONTE OCCIDENTALE” - IERI MI SONO VISTO BEN 4 PUNTATE DELLA NUOVA SERIE SPAGHETTI WESTERN, GIRATA TRA ALMERIA E PUGLIA, “THAT DIRTY BLACK BAG”, IDEATA DAL GIOVANE REGISTA MAURO ARAGONI. PIENA ZEPPA DI CITAZIONI LEONIANE, È UNA SERIE DIVERTENTE PERCHÉ ECCESSIVA, PIENA DI SANGUE, TESTE MOZZATE, TORTURE A GOGO, MA SENZA UNA VERA SCRITTURA… - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera? Non sarebbe male andare al cinema ogni tanto, visto che avete film notevoli, come “L’innocente” di Louis Garrel con Roschdy Zem, Noémie Merlant, Anouk Grinberg, una bella ambientazione a Lione, 11 nominations ai Césars. O “Close” di Lukas Dhont, delicatissima storia di amicizia tra due ragazzini che si stanno aprendo alla vita, in cinquina agli oscar come migliore film straniero. “Aftersun”, opera prima della scozzese Charlotte Wells con Paul Mescal, storia minimalista di un viaggio in Turchia tra un padre depresso e una figlioletta che sente i Blur. Candidato all’Oscar per il protagonista maschile. Lo trovate anche su Mubi, se siete abbonati.
niente di nuovo sul fronte occidentale.
O “Niente di nuovo sul fronte occidentale” di Edward Berger, 9 nominations agli Oscar e 11 ai Bafta, gli oscar europei. Forse troppi. Ma il film è un solido adattamento cinematografico del romanzo di Erich Marie Remarque scritto nel 1929. Come molti della mia generazione per non pensare a quella precedente, ricordo perfettamente la prima bellissima versione, quella del 1930, diretta da Lewis Milestone con Lew Ayres. Potentissimo atto di dolore pacifista che cercava di metterci in guardia sui nazionalismi guerrafondai.
niente di nuovo sul fronte occidentale.
Il film venne proibito in Germania e in Italia. Ovviamente. Da noi si vide solo nel 1956. Non era certo la stessa cosa, ma si segnò lo stesso. La ricca versione di Berger, che vanta grandi valori tecnici, set incredibili, costumi non vi dico, una fotografia perfetta, è qualcosa in più di un compitino ben fatto, ma ha una messa in scena un filo estetizzante. Lo trovate sia in sala sia su Netflix, dove lo avevo visto un mese fa. E non pensavo proprio che potesse arrivare a tutte quelle nominations.
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In sala è tornato anche “Everything Everywhere All At Once” di Dan Kwan e Daniel Scheinert con Michelle Yeoh e Jamie Lee Curtis, 11 nominations agli Oscar, il film più moderno del momento. Assolutamente da vedere. Inoltre è il film ideale della rivincita delle signore sessantenni, come ha spiegato la stessa Michelle Yeoh. Quindi perfetto per la visione in zona Prati-Pinciano. Non lo trovate sulle piattaforme.
Ieri mi sono visto su Paramount + ben quattro puntate della nuova serie spaghetti western, girata tra Almeria e Puglia, “That Dirty Black Bag”, ideata dal giovane regista sardo Mauro Aragoni, che l’ha scritta con Marcello Izzo e Silvia Ebreul, diretta dallo stesso Aragoni assieme all’irlandese Brian O’Malley, prodotta dalla Palomar e distribuita in America dalla ABC, vedibile su Vudu e Apple tv. Piena zeppa di citazioni leoniane, la mosca nella canna della pistola, o courbucciane, la tortura dell’insabbiamento fino alla testa, o tarantiniane, l’eroe appeso a testa in giù.
Ma si cità e si rubacchia anche da “Mannaja” di Sergio Martino. Ricco cast internazionale, Douglas Booth il buono o quasi-buono, Dominic Cooper lo sceriffo per nulla buona, la bellissima israeliana Niv Sultan (“Flawless”), la maitresse del bordello, Christian Cooke come il colono Steve con un pesante cammeo di Aidan Gillen come cattivissimo e un Guido Caprino pazzo e barbuto. Serie divertente (si vede, si vede…) perché eccessiva, piena di sangue, teste mozzate, torture a gogo, ma senza una vera scrittura, non riesco neanche a raccontarvi la storia da quanto è confusa, e con una messa in scena che somiglia molto a quella dei piccoli western siciliani fatti per amore del genere.
Operazione curiosa, comunque, da seguire con attenzione. Quanto a film vi consiglio su Netflix il melodrammone di guerra “Narvik” del norvegese Erik Skjoldbjærg con Carl Martin Eggessbo come il caporale Tofte e Kristine Noble come sua moglie Ingrid. L’azione si svolge a Narvik, cittadina portuale norvegese che, all’inizio della guerra, viene ripresa, anche se per poco tempo, dall’esercito norvegese assieme a truppe francesi e polacche, in quanto punto fondamentale per il trasporto di materie prime.
Mentre il giovane caporale Tofte si oppone ai tedeschi, sua moglie è costretta a fare da interprete agli occupanti tedeschi e a collaborare con loro. Film più visto ieri di Netflix è un buon film d’azione su una storia piuttosto inedita per il pubblico italiano.
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