IL DIVANO DEI GIUSTI - CHE VEDIAMO STASERA? IN CHIARO, A PARTE IL POTENTE “CREED. NATO PER COMBATTERE", AVETE ANCHE IL CURIOSO “CAPTAIN FANTASTIC”, MA IL MIGLIOR FILM DELLA PRIMA SERATA È IL GIAPPONESE “FATHER AND SON” - IN SECONDA SERATA TORNA LA COMMEDIA SEXY A EPISODI, “E ADESSO SESSO” MA OCCHIO AL MASSACRATISSIMO “MALIA (VERGINE E DI NOME MARIA)” L’ITALIA BACCHETTONA SI IRRIGIDÌ DI FRONTE A UNA RIVISITAZIONE DELLA BEATA CONCEZIONE NELLE BARACCHE DELLE PERIFERIE DI TORINO - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera? In chiaro la programmazione è più interessante del previsto. A parte il potente “Creed. Nato per combattere” diretto da Ryan Coogler con Sylvester Stallone in versione Rocky che allena il figlio di Apollo Creed, cioè Michael B. Jordan, ma ci sono anche la strepitosa Tessa Thompson, Graham McTavish, Phylicia Rashad, Rai 4 alle 21, 25, vedo che su Cielo alle 21, 15 passa il curioso, politico, ecologista “Captain Fantastic”, scritto e diretto da Matt Ross con Viggo Mortensen, Frank Langella, Abigail Spencer, Kathryn Hahn, Steve Zahn, dove la morte improvvisa della madre fa tornare in città il marito anti-capitalista, Viggo Mortensen, e i loro sei figli cresciuti nei boschi da lui educati in maniera totalmente originale.
Il film ebbe successo a Cannes nel 2016, passò a Un certain regard, e Mortensen venne poi candidato agli Oscar come miglior protagonista. Ross chiese ufficialmente Noam Chomsky di poter usare le sue frasi sull’America e il capitalismo. Chomsky gli disse che le potevano tranquillamente usare nel film, a patto che non venissero modificate. Il miglior film della prima serata è però “Father and Son” del geniale Hirokazu Koreeda con Masaharu Fukuyama, Machiko Ono, Yoko Maki, Lily Franky, Jun Kunimura, Shogen Hwang, Tv2000 alle 20, 55.
La storia è, sulla carta, molto semplice. Immaginate che il bambino che avete cresciuto per sei anni, che portate ogni mattina a scuola, il bambino che amate, non sia vostro figlio, ma il figlio di un'altra coppia, completamente diversa da voi, che ha invece il vostro vero figlio. Allora procedete allo scambio di figli. Ma chi vi dice che funzionerà? Giustamente premiato a Cannes con il Gran Premio della Giuria, parte da questa storia per ragionare sulle mille complicazioni sentimentali, sociali che ne derivano e sul significato della famiglia. Tema ricorrente in tutti i suoi film.
Così, la ricca famiglia borghese dove è vissuto da figlio unico amatissimo il piccolo Keita, composta dal padre in carriera Ryota Nonomiya, cioè la rockstar Masahuro Fukuyama, e dalla bella mamma un po’ triste Midori, Machiko Ono, inizia a vedere nel proprio figlio delle differenze che prima si limitavano a banali osservazioni paterne. E inizia a vedere nell’altro figlio, quello della coppia rozza, popolare e frikkettona dei Saiki, cioè Yoko Maki e Riri Furanki, delle somiglianze inaspettate. I bambini sono stati scambiati all’ospedale da un’infermiera presa dai fumi di una mal digerita idea di lotta di classe. Ora tutto è chiaro.
Si procederà allo scambio dei bambini, ma solo dopo un periodo di frequentazioni fra le due famiglie, quella ricca e snob e quella rozza e popolare, ma molto più allegra della prima, anche perché piena di bambini, con un padre che sa aggiustare qualsiasi giocattolo rotto. Il dramma è che quando i bambini verranno scambiati, le cose non funzioneranno affatto come si sperava.
Gioca a un livello decisivamente meno alto la commedia famigliare di Paolo Genovese “Tutta colpa di Freud”, Cine 34 alle 21, con Marco Giallini psicanalista romano con tre figlie problematiche, che sono la libraia Vittoria Puccini che si innamora di Vinicio Marchioni ladro di libri, Anna Foglietta lesbica che sta diventa etero, una diciottenne, Laura Adriani che si innamora di Alessandro Gassman.
Il film che davvero mi vedrei stasera, Iris alle 21, è il raro revenge-western-movie “L’assedio di fuoco” (bel titolo “me cojoni” eh?ma è bello anche quello originale “Riding Shotgun”) diretto dal regista monocolo ungherese André de Toth con Randolph Scott, Wayne Morris, Joan Weldon, Charles Bronson nel primo western della sua carriera come Pinto, Fritz Feld, mitico attore ebreo-berlinese arrivato a Hollywood negli anni ’20 con la compagnia di Max Reinhardt, ma specializzato in ruoli di cameriere che qui fa Fritz, penso il cameriere. Leggo che la storia potrebbe essere letta come un commento cattivo alla crociata anti-comunista del maccartismo. De Toth era un regista di grande intelligenza. Leggo che ebbe sette moglie e ben 19 figli!
sette minuti dopo la mezzanotte
Su Canale 20 alle 21, 05 passa l’action “Shooter” dello specialista Antoine Fuqua con Mark Wahlberg, Rhona Mitra, Danny Glover, Ned Beatty, Elias Koteas, Rade Serbedzija. Così così. Wahlberg è un cecchino dell’esercito americano che ha avuto problemi per una missione finita male. Viene richiamato e si trova al centro di una cospirazione politica. Bang! Bang!
Su Rai Movie alle 21, 10 avete il fantasdy-psicologico “Sette minuti dopo la mezzanotte”, diretto dal bravissimo Juan Antonio Bayona, quello di “La società della neve”, con Lewis MacDougall, Felicity Jones, Sigourney Weaver, Toby Kebbell, Geraldine Chaplin, dove un ragazzino bullizzato e con madre malata trova in un mostro che vede solo lui nella notte una qualche protezione. Su Rai 5 alle 21, 15 promette qualcosa di buono “Il castello di vetro”, viaggio in una famiglia disfunzionale con padre ubriacone ma di gran cuore diretto da Destin Daniel Cretton con Brie Larson, Woody Harrelson, Naomi Watts, Max Greenfield, Sarah Snook, Shree Crooks. Critica così così.
Passiamo alla seconda serata con il western “Il pistolero di Dio” diretto da Lee H. Katzin con Glenn Ford, Carolyn Jones, Barbara Hershey, David Carradine, Iris alle 22, 40. Firmata da certo Richard Carr, è in realtà una vecchia sceneggiatura non firmata dal blacklisted Dalton Trumbo e doveva vedere come protagonista Gregory Peck e non un Glenn Ford già bollitissimo. La coppia Barbara Hershey & David Carradine, giovani e innamorati, però era fantastica. Li ritroveremo nel primo film di Martin Scorsese da protagonisti, “Boxcar Bertha”.
Su Rai Movie alle 22, 55 passa il bellico “Behind Enemy Lines” di John Moore con Owen Wilson, Gene Hackman, Joaquim De Almeida, David Keith. Su Cine 34 alle 23, 35 avete “N. Io e Napoleone”, il Napoleone all’Isola d’Elba di Paolo Virzì con Daniel Auteuil, Monica Bellucci, Elio Germano, Francesca Inaudi, Valerio Mastandrea, Massimo Ceccherini, Sabrina Impacciatore. Il film non era male. E’ su questo set che Ceccherini ebbe un pesante scontro con Virzì. Su Iris alle 0, 35 avete una rara commedia diretta e interpretata dal comico Ricky Gervais, “The Invention of Lying – Il primo dei bugiardi” di Ricky Gervais e Matthew Robinson con Ricky Gervais, Jennifer Garner, Jonah Hill, Louis C.K., Jeffrey Tambor.
Su Cine 34 all’1, 50 torna la commedia sexy a episodi, inventata da Dino Risi, nel film- omaggio dei Vanzina “E adesso sesso” con Francesca Nunzi, Paolo Triestino, Elena Russo, Tony Sperandeo e Gigi Burruano, Adolfo Margiotta, Max Giusti, Youma, Eva Henger, Eldeweiss, Maria Grazia Schiavo, Andrea Cambi, Giulia Weber, Sergio Solli, Regina Bianchi, Dino Cassio. Molto divertente. L’episodio siciliano favoloso, ma anche quello burino in marchigiano con Paolo Triestino… Rai Movie alle 2, 25 propone “Il cecchino”, noir diretto da Michele Placido subito dopo “Romanzo criminale”, con Daniel Auteuil, Mathieu Kassovitz, Olivier Gourmet, Francis Renaud, Nicolas Briançon. Non funzionava benissimo.
Occhio che su Rete 4 alle 2, 35 passa l’erotico-pera movie “Il mio corpo con rabbia”, diretto da Roberto Natale, sceneggiatore qui nell’unica sua regia, con Peter Lee Lawrence, la mitica Antonia Santilli, Silvano Tranquilli, Massimo Girotti, Zora Gheorghieva. La copia sarà piena di tagli per le scene erotiche della Santilli. Uffa. Iris alle 2, 45 presenta una rarità come “La donna dell’altro”, diretto nel 1959 dal russo Victor Vicas, molto attivo fra Francia e Germania, con Giulietta Masina, Carl Raddatz, Richard Basehart, Karin Baal. Gert Froebe, drammone su una coppia di lituani poverissimi tratto da un romanzo al tempo famoso di Herman Sudermann.
Il produttore tedesco Kurt Ukrich della Berolina Film era rimasto colpito, come molti, dall’interpretazione di Giulietta Masina in “Le notti di Cabiria”, che vinse la Palma d’Oro a Cannes nel 1957 e l’Oscar come miglior film straniero nel 1958, e le fece un contratto per tre film. Ne girò solo due, questo è il primo, girato in Polonia spacciata per Lituania, e “La gran vita” di Julien Duvivier è il secondo. Ma non funzionarono benissimo e non venne mai girato il terzo, che doveva vederla nel ruolo di Jenny in “L’opera da tre soldi” di Bertold Brecht e Kurt Weill, diretta da Wolfgang Staudte. Prese il suo posto Hildegard Knef.
Cine 34 alle 3, 15 si butta sull’erotico con “Morbosità” di Luigi Russo con Eva Czemerys, Gianni Macchia, Paul Muller, Jenny Tamburi, storiella su due sorelle non castissime nella provincia marcia, cioè Modena. La Tamburi p la sorella verginella della scatenata Eva Czemerys, che si concede a tutti quelli che possano essere utili a lei e al sua amico Gianni Macchia. L’avrò visto? Rete 4 alle 3, 55 presenta un ancor più raro “A vent’anni è sempre festa” diretto nel 1957 da Vittorio Duse con Nunzio Gallo, Luisa Rivelli, Memmo Carotenuto, Adriana Benetti, dove una scuola d’agraria mette in scena un numero di avanspettacolo.
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Ci sarebbe anche il massacratissimo “Malia (Vergine e di nome Maria)” di Sergio Nasca con Turi Ferro, Andréa Ferréol, Marino Masè, Clelia Matania, Iris alle 4, 25. L’Italia bacchettona si irrigidì di fronte a una rivisitazione della Beata Concezione nelle baracche delle periferie di Torino, con attori in gran parte provenienti dal mondo della commedia sexy e dalle “malizie”. Piccola sociologia e un po’ di erotismo anni ’70. Come diceva Alvaro Vitali, sintetizzando il tutto: «Ho fatto un ruolo drammatico che però è durato solo tre giorni. L’hanno subito levato dai cinema perché era talmente drammatico…» (Amarcord).
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E, ancora: «Ero uno dei protagonisti. Praticamente la chiave della storia… Avevo il ruolo di un chierichetto, un po’ pazzo, con diversi tic nervosi, che si innamora della nipote del parroco, interpretato da Turi Ferro. Un amore platonico… Ad un certo punto la ragazza muore, ma solo apparentemente e io con il mio amore platonico la metto incinta, ma mica l’ho violentata. L’ho sporcata moralmente e basta… Lei infatti è vergine”. A bloccare il film, che uscì col primo titolo il 10 settembre del 1975 a Catania e poi a Parma, fu un articolo del Cardinal Poletti su L’Osservatore Romano in data il 25 settembre 1975: «L’accostamento sacrilego e blasfemo», scrive il cardinale, «a colei che non solo per i cattolici italiani, ma anche per i cristiani di tutto il mondo è la più venerata creatura, è evidente».
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Bastò questo, tre giorni dopo, a per far scattare il sequestro dei manifesti dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Bari. A questo punto la distribuzione e gli esercenti, senza materiale promozionale, decidono di non procedere con la programmazione. Come se non bastasse il celebre Dottor Di Bartolomei, Procuratore Generale della Corte d’Appello di Catanzaro, tuona contro il film - che non ha visto - definendolo «luridamente osceno e blasfemo, che oltraggia ogni limite tollerabile il buon costume e le tradizioni cristiane della nazione italiane».
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Per non vedersi sequestrare la pellicola, il distributore lo toglie di mezzo e pensa a un nuovo titolo. Uscirà solo un anno dopo, il il 19 ottobre 1976, con il titolo Malìa (Vergine e di nome Maria). Il risultato fu un disastro. La chiudo qui.
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