eo di jerzy skolimowski

DOPO CINGHIALI, TOPI E GABBIANI-KILLER, SBARCA A ROMA L’ASINO DI JERZY SKOLIMOWSKI - VINCITORE DEL PREMIO DELLA GIURIA A CANNES, SELEZIONATO PER RAPPRESENTARE LA POLONIA AGLI OSCAR, È UNA BELLA LEZIONE DI VITA CHE IL VECCHIO MAESTRO, A 84 ANNI SUONATI, CON “EO”, CI VUOLE DARE. NESSUN MORALISMO, NESSUNA VERITÀ DA SPIEGARE. SOLO LO SCORRERE DELLA VITA, BRUTTA BELLA, GLI AMORI, LA VIOLENZA, LA FORTUNA, GLI ORRORI, VISTI ATTRAVERSO L’OCCHIO DI UN ANIMALE DOCILE, CHE COME UNA CINEPRESA CI LIMITA A OSSERVARE PIÙ CHE A REAGIRE - VIDEO

eo di jerzy skolimowski

Vincitore del Premio della Giuria a Cannes, e selezionato per rappresentare la Polonia agli Oscar, la storia di un asino di nome EO, che liberato da un circo polacco inizia un viaggio attraverso l'Europa fino a giungere in Italia, avrà domani alle 21.30 la sua premiere al cinema romano Farnese Arthouse, in piazza Campo dei Fiori. Prima della proiezione, la giornalista Ilaria Ravarino presenterà l’attore Lorenzo Zurzolo e il co-produttore italiano Eileen Tasca. 

 

 

LA RECENSIONE DI EO DI MARCO GIUSTI AL FESTIVAL DI CANNES

Marco Giusti per Dagospia

 

eo di jerzy skolimowski

Cannes. Eccolo l’asino di Jerzy Skolimowski. Non è piaciuto a tutti, ci può stare, ma è una bella lezione di vita che il vecchio maestro, a 84 anni suonati, con “Eo”, ci vuole dare. Nessun moralismo, nessuna verità da spiegare. Solo lo scorrere della vita, brutta bella, gli amori, la violenza, la fortuna, gli orrori, visti attraverso l’occhio di un animale docile, che come una cinepresa ci limita a osservare più che a reagire.

 

Rispetto all’asino di Robert Bresson in “Au hasard Balthazar”, non c’è una visione cattolica dell’accettazione della vita, ripeto, l’occhio dell’asino è come una cinepresa, anche se non si sa cosa stia prendendo dalla realtà.

 

E cosa lui stesso capisca di quello che vede. Non un film alla Terrence Malick, però, che Skolimowski non ama, giustamente, grondante estetismi e grandi cieli, e neanche uno scherzo operistico, anche se il modello è decisamente musicale, per accompagnare il raccontino oltre ai pochi ragli del protagonista.

eo di jerzy skolimowski

 

Tra la Polonia e l’Italia, l’asino di Skolimowski, che poi è interpretato da un collettivo di sei-sette animali identici, passa da un circo, e dall’amore, ricambiato, con un’artista a una banda di tifosi teppisti, pensando che abbia portato fortuna a una squadra è prima esaltato come mascotte e poi menato a sangue dai tifosi avversari per vendetta. Viene salvato, poi scappa, poi viene venduto a un venditore di carne malavitoso che vuole farne del salame e attraversa la Polonia su un camion pieno di bestie.

 

lorenzo zurzolo morrison

Finisce ancora nelle mani di una sorta di bel ragazzo ricco italiano, tal Lorenzo Zurzolo, l’attore di “Baby” e “Morrison”, figlio del giornalista del Tg3 Federico Zurzolo (ma pensa…) che lo porta nella villa della mamma, un’Isabelle Huppert un po’ nevrotica che rompe i piatti di casa e urla contro il figlio che, nella follia generale, dice pure messa. E questo andrebbe spiegato, magari, anche se nulla ci viene spiegato.

 

jerzy skolimowski

Inoltre non ci sono vere storie compiute, ma solo frammenti di storie, come sono frammenti di immagini di vita quelle che vede il ciuchino. Skolimowski alterna così sperimentazioni visive a una voglia di raccontare irrefrenabile. Si sfoga così con immagine di grande bellezza, paesaggi, ponti, un mondo magnifico dove le vere bestie, ovviamente, non sono gli animali che l’asino incontra, i cavalli eccitati, le volpi, le mucche, ma ovviamente gli uomini con la loro violenza e la loro impossibilità di accettare la vita.

 

jerzy skolimowski

Magari non sarà un film di grandi possibilità popolari, ma dimostra quanto sia ancora in forma Skolimowski, che venne per la prima volta a Cannes nel 1972, l’anno che vinse Elio Petri con l’odiatissimo, dai Cahiers, “La classe operaia va in paradiso”, con una stravaganza anche maggiore, cioè “King, Queen, Knave”, tratto da un racconto di Vladimir Nabokov con Gina Lollobrigida (Queen), divisa tra il marito David Niven (King) e il giovane nipote di lui John Moulder Brown che la vuole a tutti i costi (Knave). 

 

Il film non venne capito, anzi, fu un totale disastro. Da noi arrivò come “Un ospite molto gradito per mia moglie”. Con “Eo”, va detto, pur da produttore, almeno Skolimowski rischia davvero poco. In concorso, comunque. E è l’unico film davvero animalista che si è visto.

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA