sam shepard

IN GUERRA COI FANTASMI - IL DRAMMATURGO SAM SHEPARD HA LOTTATO TUTTA LA VITA CON IL PADRE, LA TEQUILA E LA SLA CHE LO HA UCCISO - ‘ODIO I FINALI. GLI INIZI APPASSIONANTI, LA METÀ MI LASCIA PERPLESSO E I FINALI UN DISASTRO. LA TENTAZIONE DI TROVARE UNA RISOLUZIONE PER TUTTO È UNA TRAPPOLA TERRIBILE. I FINALI PIÙ AUTENTICI VANNO VERSO UN ALTRO INIZIO. ECCO DOVE STA IL GENIO’ - VIDEO: MATTHEW MCCOUNAGHEY SCOPRE DELLA SUA MORTE MENTRE LO INTERVISTANO

VIDEO - MATTHEW MCCONAUGHEY SCOPRE DELLA MORTE DI SAM SHEPARD MENTRE LO INTERVISTANO: ‘SE NE VA UNO DEI GRANDI…CI VEDIAMO NELLA PROSSIMA, SAM’

 

 

SAM SHEPARD , LA GUERRA AI FANTASMI

Matteo Persivale per il Corriere della Sera

 

sam shepard patti smithsam shepard patti smith

L' America di Sam Shepard è un bar di cowboy e sul bancone c' è una bottiglia di tequila che non finisce mai, come la notte. È un motel nel deserto popolato da fantasmi dove il tempo non esiste e il passato non può passare perché lo portiamo sulle nostre spalle, come un fardello che nessuno riuscirà mai a sollevare per liberarci. Il drammaturgo, attore e sceneggiatore americano, è scomparso la settimana scorsa nel Kentucky - la famiglia ha diffuso la notizia soltanto ieri - per le conseguenze della sclerosi laterale amiotrofica: aveva 73 anni.

 

sam shepard nel 1961sam shepard nel 1961

Il fantasma che non l' ha lasciato, fino all' ultimo, è stato quello di suo padre Samuel Shepard Rogers jr: pilota di bombardiere durante la guerra, alcolista dai violentissimi scatti d' ira che terrorizzava la famiglia per poi scomparire - giorni, a volte settimane - e tornava come se nulla fosse accaduto.

 

Il padre dal quale cercò di scappare cambiando tutto, anche il nome (Samuel Shepard Rogers IV) finché, come ammise negli anni della vecchiaia, una bottiglia di tequila fece riapparire quel fantasma. «Stai proprio diventando come il tuo vecchio», lo sfotteva un amico in un documentario, Shepard & Dark : lo sguardo con cui lo fulminò diceva tutto.

sam shepard jessica langesam shepard jessica lange

 

I drammi più importanti della sua carriera - Il bambino sepolto che vinse il Pulitzer 1979, Vero West , Pazzo d' amore , Menzogne della mente - hanno l' economia dei mezzi di Hemingway e la profondità dei fini di un tragico greco; Shepard è uno di quei drammaturghi che gli attori pagherebbero pur di interpretare (i suoi protagonisti in teatro sono stati Ed Harris, Tommy Lee Jones, Philip Seymour Hoffman, Mark Rylance, Dennis Quaid, Ian Charleson; in Italia ebbe negli anni Ottanta un ruolo meritorio Luca Barbareschi, che di Shepard, come di Mamet, diffuse con passione l' opera).

 

A Hollywood trovò la fama popolare, una nomination all' Oscar (per Uomini veri : era la leggenda dell' aviazione Chuck Yeager, il pilota che disse no al programma spaziale della Nasa perché lui voleva pilotare, non essere sparato in orbita dagli ingegneri), la compagna di quasi un trentennio (Jessica Lange che gli ha dato due figli), la possibilità di interpretare da protagonista un capolavoro ( I giorni del cielo di Terrence Malick) e una lunga serie di ruoli secondari che gli garantirono una fonte di reddito sicura, per scrivere in pace (da Black Hawk Down a Il rapporto Pelican : le lunghe pause sul set erano, tra l' altro, uno dei momenti preferiti per scrivere).

sam shepard in bloodlinesam shepard in bloodline

 

Un regista intelligente come Michael Almereyda scelse Shepard - che di spettri paterni ne sapeva più di tutti - per interpretare il fantasma in un Amleto moderno con Ethan Hawke.

 

Guardava alla fama con la diffidenza di chi ha capito che a Hollywood e a New York non c' era niente di interessante, per lui, oltre a non esserci i cavalli - nel suo ranch ogni giorno, all' alba, era in sella: una forma di terapia.

 

A New York visse da ragazzo, quando scriveva Zabriskie Point per Antonioni e viveva con Patti Smith: resta di quel periodo il dramma Cowboy Mouth, che lui e Smith interpretarono insieme. Nelle foto lui ha i capelli lunghi ed è bello come un angelo del West, lei ha la maglietta stracciata e i pantaloni stracciati e il pallore da futura rockstar-poetessa.

 

sam shepard sam shepard

Era laconico come i suoi personaggi: «Non lo definirei un allegrone o un compagnone, ma tutti abbiamo il nostro lato oscuro e lui almeno lo affronta con senso dello humour», disse di lui Jessica Lange, l' unica persona al mondo che lo chiamava «Sammy».

 

Rilasciava poche interviste e sempre malvolentieri perché «non sono dialoghi, sono domande e risposte». Una sventurata collega inglese, per il « Guardian », gli chiese qualche anno fa sul pronti-via «quanto tempo abbiamo?» e lui la gelò: «Dipende dalle domande».

 

Era, come scrive Patti Smith nella prefazione di uno dei libri di narrativa più belli scritto da Shepard, The One Inside (che l' anno prossimo verrà tradotto in Italia da La nave di Teseo), «un solitario che non vorrebbe stare da solo». Scelse la sola via praticabile: la compagnia dei suoi personaggi. Il passato che non passa perché i nostri segreti - letteralmente nel finale de Il bambino sepolto - sono destinati a essere riesumati, magari in una notte di pioggia.

 

Dai critici americani ha ricevuto rispetto e il Pulitzer - inevitabile, con quel talento - ma gli restituirono in abbondanza la diffidenza con la quale lui li trattava: al più grande autore tragico dell' America del suo tempo affibbiarono la (pericolosa) etichetta di «scrittore del West», che in codice significa meno bravo di quelli di città, possibilmente dell' Est (lui tra l' altro non era del West ma del Midwest, nacque in Illinois).

sam shepard  jessica langesam shepard jessica lange

 

Diffidenza acuita dalle sue escursioni hollywoodiane. Con le università americane il rapporto fu difficoltoso per i contenuti poco in linea con la tendenza multiculturale, inclusiva e intersezionale dell' ultimo trentennio, dalla quale lui era lontanissimo. In Europa ebbe miglior sorte con i critici, e tanti riconoscimenti ma gli sfuggì il premio più grande: Eugene O' Neill resta l' unico drammaturgo americano ad aver vinto il Nobel.

 

matthew mcconaugheymatthew mcconaughey

«Odio i finali - spiegò alla "Paris Review" in una "intervista-dialogo" da incorniciare - Li detesto. Gli inizi sono di sicuro la cosa più appassionante, la metà mi lascia perplesso e i finali sono un disastro. La tentazione di trovare una risoluzione per tutto, impacchettare la pièce per bene, mi è sempre sembrata una trappola terribile. Perché non essere più onesti? I finali più autentici sono quelli che vanno verso un altro inizio. Ecco dove sta il genio».

 

Lascia, con la sua bibliografia straordinaria, storie di fantasmi, di famiglie infernali dalle quali non è possibile staccarsi perché le portiamo dentro, nel sangue, come una malattia incurabile. Incipit carichi di presagi come un cielo nero che non promette niente di buono e finali - meno male che li odiava - impossibili da dimenticare.

famiglia shepard langefamiglia shepard lange

 

Alzi la mano chi, in teatro, negli ultimi secondi prima che si spegnessero le luci su Pazzo d' amore non ha creduto di vedere, sul muro, la fotografia «della donna dei miei sogni», la moglie portata al suicidio da un altro dei padri infernali di Shepard. Secondo le istruzioni del drammaturgo la fotografia, come il muro, non c' è. Ma il padre la indica, nel buio, e ci sembra di vederla: «È mia. Tutta mia. Per sempre».

Sam Shepard Sam Shepard Sam Shepard Sam Shepard Sam Shepard  Jessica Lande  Sam Shepard Jessica Lande Sam Shepard  Sam Shepard Diane Keaton e Sam Shepard Diane Keaton e Sam Shepard Sam Shepard  Sam Shepard

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…