“DRIVE TO SURVIVE” È UN RACCONTO EPICO” – ALDO GRASSO IN LODE DEL DOCUMENTARIO SULLA FORMULA UNO, A METÀ STRADA TRA SERIE TV E REALITY: “IL RACCONTO DI UN'INTERA STAGIONE VIENE CONDENSATO IN UNA MANCIATA DI ORE E QUESTO CONSENTE DI TAGLIARE I MOMENTI PIÙ LENTI E NOIOSI. L'ENFASI È TUTTA SUI CARATTERI E SULLE STORIE: EMERGONO MOLTI “PERSONAGGIONI” E DIVERSE MICRO-STORIE CHE SI NASCONDONO DIETRO LE PRIME LINEE DEI TEAM PIÙ BLASONATI…” - VIDEO
Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"
Sfogliando il catalogo Netflix, capita sempre più spesso di trovarsi di fronte a documentari a puntate che hanno abilmente «rubato» trucchi narrativi e stili di composizione alle serie tv più appassionanti: ormai giocano nel loro stesso campionato e per lo spettatore il tipo di ingaggio è molto simile.
Un perfetto esempio è il documentario Drive to survive , arrivato alla terza stagione e dedicato al racconto del campionato automobilistico di Formula 1. Guardato nel weekend dell' iconico GP di Montecarlo (con la vittoria mancata di Leclerc!) stimola riflessioni su come la diretta delle gare possa essere elevata da un sapiente montaggio in una chiave ancora più eroica.
Il racconto di un' intera stagione di gare viene condensato in una manciata di ore e questo consente di tagliare i momenti più lenti e noiosi (che in Formula 1 non sono pochi) per enfatizzare quelli più topici, selezionando le linee narrative più interessanti.
L' affascinante dietro le quinte del Circo si mescola ai ritratti di piloti e dirigenti dei team, insieme a vari comprimari che ruotano intorno al mondo delle gare. Tutti (o quasi) si prestano a interviste confessionali, ma anche a farsi seguire dalle camere nella quotidianità della loro vita professionale, con una chiave quasi reality.
L' enfasi è tutta sui caratteri e sulle storie: emergono molti «personaggioni» e la cosa interessante è che la serie porta alla luce diverse micro-storie che si nascondono dietro le prime linee dei team più blasonati e più raccontati dai media.
Il passo della narrazione è complesso e tensivo, con ampio uso di flashback e altre tecniche articolate per portare alla luce strategie di gara e psicologie. Lo sfarzo produttivo e l' abilità nella costruzione delle storie trasforma Drive to survive in un racconto epico che non si rivolge necessariamente solo agli appassionati di motori, ma anzi parla a un pubblico potenziale molto più ampio.
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