MALE-DUCATI! - ALL’ESORDIO MONDIALE ROSSI CHIUDE SOLO DECIMO E IL MATRIMONIO ALL’ITALIANA CON LA ROSSA DI BORGO PANIGALE E’ VICINO AL DIVORZIO: “FRA DUE GARE FAREMO IL PUNTO DELLA SITUAZIONE” - “IL DOTTORE” NON RIESCE A CURARE I MALANNI DELLA SUA DUCATI: “NON HO PIÙ SPERANZE, NON SONO IO L’INGEGNERE” - E AMMETTE: “PER LA PRIMA VOLTA IN VITA MIA SAREI TORNATO AI BOX”…

Enrico Sisti per "la Repubblica"

Non c´è trucco e non c´è inganno. Quello è il posto che la meccanica gli riserva. Decimo. Il primo Gp della stagione ha sentenziato che almeno nove piloti hanno moto migliori e ci credono di più. Dovizioso: «Penso che Valentino sia stanco di coprire le falle con parole di circostanza, che poi sono sempre quelle».

A Valentino non era mai capitato di sperimentare tante pochezze in sequenza. Ha finito il 2011 preoccupandosi. Ha iniziato il 2012 preoccupandosi. Ovviamente la modestia dei risultati si misura anche sulla base delle aspettative. La Ducati sognava di fondere l´arte della guida con l´arte della biella. Invece l´esito degli incastri è stato desolante. Più tocca più arretra (vanno meglio le moto più «basiche» di Hayden e Barbera).

Ingigantita dalla fatica, associata a speranze evidentemente mal riposte, la paura di Valentino è sotto gli occhi di tutti: che il matrimonio con la Ducati sia giunto al suo naturale volgere: a un vicolo cieco. «Inutile, non riesco a guidarla». La sua leggendaria fama di collaudatore infallibile s´è incrinata. Ma per colpa di chi? Corre con la tristezza nel cuore, ma a tratti somiglia a un necessario distacco. Sta sospeso fra il sorriso del campione ostinato e la desolazione di chi come Clark Gable non vede l´ora di annunciare: «Francamente me ne infischio!».

Smettere? Cambiare sport? Sicuramente ci avrà pensato. Quel sentirsi perennemente in difficoltà, quel vedere le curve alla stregua di un nemico appostato e mimetizzato, pronto a tenderti la trappola. Quel dover sempre dire, lui che ha vinto nove mondiali ed esaltato la cultura motoristica giapponese: «Abbiamo capito cosa non va, capiamo solo quello che non va». Quindi cos´è che va?

Ma quale Ducati. Quale presente. Quale rinnovo del contratto. Valentino Rossi è esasperato persino dal rumore e dall´efficienza (valore non isolabile) del suo motore, paradossalmente il più veloce in circolazione. Malgrado riesca a raggiungere i 340 km/h sul dritto (in Qatar c´è un rettilineo lungo più di un chilometro) Valentino continua a peggiorare. La moto non è morbida, in accelerazione si spezza in due facendogli perdere decimi e entusiasmo.

Magari la Ducati fosse solo gelida, fosse un iceberg: prima o poi si scioglierebbe. È solo un mix di ritrovati capace di sistemarsi nella zona spenta del gruppo, poco sopra i "crt" degli allegri ragazzi lenti. «In Portogallo, fra due gare, faremo il punto della situazione». Ma si può cominciare anche adesso.

La combinazione fra il talento di Valentino e quella specie di ricerca della felicità che da quasi due anni muove vorticosamente l´operato degli ingegneri della Ducati, partorisce l´anonimato puro. Valentino è condannato a guardare gli altri sfilare via, sfiorarlo, quasi a involontario sfregio: «Barbera stava per buttarmi fuori e in quel momento per la prima volta in vita mia sarei tornato ai box». La Ducati non va e a lui va sempre meno.

Una stretta mortale di motivazioni al ribasso che apre una voragine in cui precipitano indiscrezioni e illazioni: stanno per rescindere il contratto. L´ambiente è scosso. Anche chi è felice per la vittoria di Lorenzo è in ansia per Valentino. Suo padre Graziano è onesto: «Valentino deve fare i conti con uno stato d´animo pessimo, ma credo che non abbia alcuna intenzione di scendere dalla nave proprio adesso. Ancora spera che la sua "acerba" moto cominci a dare migliori risultati a metà stagione».

Ma domenica notte il ragazzo stanco di tutto, che in aereo al ritorno si consolava con la biografia di Agassi («un libro fantastico»), ammetteva: «Non ho più speranze, non sono io l´ingegnere». Questa storia l´aveva già tirata fuori lo scorso anno. E non ci sono alternative. Bisogna andare avanti: «Certo però» prosegue Graziano, «se a giugno le cose non dovessero cambiare, Valentino alzerà la testa». Per guardarsi intorno. E a questo punto immaginare un domani più generoso, forse un po´ meno rosso.

 

 

valentino rossirossi valentinorossi valentino Mugello2004valentino rossi assen2007 lapVALENTINO ROSSI DOPO LA CADUTA NEL GRAN PREMIO DEL GIAPPONE

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