MA È DAVVERO GRANDE QUESTO ‘’GRANDE GATSBY’’? LE PRIME CRITICHE FANNO A PEZZI IL FILM PIÙ ATTESO A CANNES
Marco Giusti per Dagospia
Ma è davvero grande questo Grande Gatsby? Insomma... Le prime critiche fanno a pezzi il film più atteso dell'anno che aprirà il Festival di Cannes il prossimo 15 maggio. "Il Grande Gatsby", versione 3D che l'immaginifico Baz Luhrman, scatenato regista di "Moulin Rouge" e del disastroso "Australia", ha tratto dal celebre romanzo di Francis Scott Fitzgerald.
"Una sfarzosa patacca" ("Indiewire"), "Sembra un classico ben provato dove gli attori ripetono con abilità le battute, ma senza nessun sentimento" ("Variety"). "Il peccato principale del film è che è noioso" ("The Wrap"). "Di Caprio è magnifico, ma non può salvare questo film bastardo, fedele alle parole di Fitzgerald, ma incapace di cogliere l'animo romantico di Gatsby" (Caryn James).
"Ciò che Luhrman rende anche meno dei precedenti adattamenti del romanzo di Fitzgerald, è proprio il fatto che, grazie al personaggio di Cannaway, si offrisse una testimonianza del declino dell'impero americano, non un invito a un ballo" (Scott Foundas, "Variety").
"Baz Luhrman ha letto il Grande Gatsby, ma non credo che lo abbia capito e non è difficile da capire" (Eric Snider). "Con il Grande Gatsby Baz Luhrman si dimostra più gratuito di Michael Bay, il regista di Transformers" ("Indiewire").
Un po' meglio il "New York Post": "Un film che non è proprio grande, ma che esce come un faro in un mare di stupidi blockbuster". David Denby del sofisticatissimo "New Yorker", però, lo massacra. "La scena di Fitzgerald dava la sensazione di una sinistra incoerenza, la versione di Luhrman è proprio accozzaglia frenetica", "Gli eccessi di Gatsby , la sua casa, i suoi vestiti, i suoi ospiti celebri, sono costruiti per conquistare il cuore dell'amata Daisy. La volgarità di Luhrman è costruita per conquistare il pubblico dei ragazzetti, e dimostra di essere meno film maker e più regista di video clip con mezzi infiniti e una totale assenza di gusto".
Buona notte. "Il pubblico dei giovani andrà a vedere un film per poche scene buone e una serie di pasticci senza senso? Luhrman deve aver fatto male i conti. Milioni di ragazzi che hanno letto il libro non hanno il desiderio di vedere una fragile fantasmagoria. Pensano pure, come i lettori più vecchi, che Il Grande Gatsby si poteva lasciare in pace. Il libro è troppo intricato, troppo sottile, troppo tenero per il cinema. Le illusioni di Fitzgerald non sono molto diverse da quelle di Gatsby, ma il suo libro senza illusioni resisterà alla distruzione anche da parte dei più aggressivi e potenti massacratori".
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