IL CINEMA DEI GIUSTI - ESCE IN ITALIA IL CHIACCHIERATISSMO E CRITICATISSIMO “THE CANYONS”: QUASI UN CAPOLAVORO

Marco Giusti per Dagospia

Preparatevi. Perché anche se massacrato da tutta la critica mondiale, ritenuto inadeguato a partecipare a qualsiasi festival americano, anche per la presenza un po' imbarazzante delle sue star, la svalvolata Lindsay Lohan, che a Venezia, dove il film era presentato fuori concorso ha dato pure buca, e l'eroe del porno James Deen, "The Canyons" diretto da Paul Schrader e scritto da Bret Easton Ellis, se non e' un capolavoro all'altezza dei suoi autori poco ci manca.

E si rivela, come pensavamo, un film di totale lucidita' e grande intelligenza sui rapporti di potere tra le persone, sulla fine del sogno del cinema e di Hollywood, sul desiderio di possedere chi si ha di fronte per dimostrare la propria identita' in un paese spersonalizzante dove e' ormai impossibile costruirsi una vita privata. "Nessuno oggi ha più una vita privata" dice mestamente uno dei personaggi. A cena in un ristorante di Hollywood abbiamo due coppie, Tara e Christian e Gina e Ryan.

Si scrutano, si fiutano. Soprattutto i maschi. Ryan e Tara saranno protagonisti del film messo in piedi dal ricco e viziato Christian e dalla più attiva Gina. Ma presto veniamo a sapere che da un mese Ryan, il bel Nolan Funk, tradisce Gina proprio con Tara, la grandiosa Lindsay Lohan, sua vecchia fiamma. Non solo. Christian, interpretato da James Deen, e' un contorto ragazzotto, tenuto in piedi da uno psicanalista, interpretato addirittura da Gus Van Sant, pazzo di gelosia per Tara, che obbliga pero' a seratine di sesso con altri maschi o femmine rimediati su Internet solo per filmarla o per possederla filmandola. Christian la fa pedinare e sospetta che Tara abbia una storia proprio con Ryan e progetta cosi' trappole e vendette.

Ryan e Christian hanno in comune un'altra donna, Cynthia, Tenylle Houston, vecchia fiamma del primo e amante del secondo, che sfoga con lei la sua rabbia. La stessa idea deI film, che da subito capiamo che non si fara' mai, fa parte del gioco al massacro di Christian. Proprio come in "The Bling Ring" di Sophia Coppola, dove l'unica identita' possibile e' quella che si ruba negli oggetti firmati che si trovano nelle ville delle star di Los Angeles, Lindsay Lohan compresa.

In un alternarsi di immagini di storici cinema di Los Angeles, chiusi e fatiscenti, che ne fanno una specie di citta' fantasma, di architetture assurde del quartiere dei Canyons, dove un tempo abitavano John Holmes e le star del porno, di strade che ancora ci riportano a un glorioso passato di immaginari lontani (Sunset Boulevard), Schrader e Ellis costruiscono con pochissimi mezzi, 250 mila dollari, e un tempo per le riprese ridicolo, 20 giorni, un ritratto di una societa' e di una citta' in putrefazione memorabile.

Non amato, ovviamente, anzi proprio detestato dai critici e dal mondo di Hollywood, che si sono sentiti toccati nell'intimo. "The Canyons" e' un pugno nello stomaco per un cinema ormai obsoleto come le sue vecchie sale, anche se mascherato da erotic thriller, o da triangolo con femme fatale tra due uomini, come lo definisce Ellis. Lindsay Lohan e James Deen, magari, non sono grandi attori, ma hanno le giuste qualita' per far esplodere il film oltre i limite della inutile buona recitazione, perche' mettono sullo schermo la loro carne e la loro vita.

Se "nessuno ha più una vita privata", Deen con i suoi 1400 film hard col pisello in mano e la Lohan con una collezione di foto disastrose e di eventi che le hanno distrutto la carriera e minato il fisico, sono molto simile, pur giovanissimi, ai ruderi dei cinema di Los Angeles. Altro che vita privata.

 

 

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