“I GIOVANI LO SPAZIO SE LO DEVONO PRENDERE” - FABIO ROVAZZI: “LA GENERAZIONE PRECEDENTE SI È ACCORTA DI NOI, MA PER "ARRIVARE" NON È SUFFICIENTE LAMENTARSI, BISOGNA CREDERCI DAVVERO. IO SONO UNO CHE OTTIENE PERCHÉ NON MOLLA MAI - MI PIACEREBBE CONDURRE SANREMO MA E’ PRESTO - I SOCIAL? TUTTI VOGLIONO ESSERE QUALUNQUE COSA TRANNE LORO STESSI...”
Fabrizio Biasin per “Libero quotidiano”
Dai Rovazzi (Fabio, 25 anni), parliamoci chiaro, a te del Festival non è che te ne fregasse molto
«Ma che dici, da bambino lo guardavo con mia mamma, è una cosa molto bella, eccome se ci tenevo».
Te la sei cavata molto bene, sei stato bravo. A differenza di tanti "veterani" non sembravi neanche particolarmente emozionato.
«Guarda, ero più che emozionato, infatti mi sono sorpreso anche io per come è andata. L'ho presa come una sfida e tutto è filato liscio».
Hai chiuso l'intervento con una dedica a tuo padre che non c'è più. Uno dei momenti più toccanti del Festival...
«Nessuno sapeva della dedica a mio padre, neppure mia madre e la mia fidanzata. Fino all' ultimo non sapevo se ce l'avrei fatta, ma poi mi sono lanciato. Io sono uno che non parla mai dei fatti suoi, ma non potevo perdere questa occasione, glielo dovevo».
CLAUDIO BAGLIONI E FABIO ROVAZZI
Dicono che tu sia un perfezionista...
«Eccome, ho lavorato moltissimo a questa cosa di Sanremo. Ho scritto e riscritto il pezzo un mare di volte. Avevo in mente idee irrealizzabili...».
Tipo?
«Baglioni sale sul palco e inizia a presentare, poi grazie a un effetto si trasforma in Rovazzi...».
Effettivamente troppo complicato.
«Ci si poteva lavorare, ma serviva tempo e denaro».
Bando alle ciance: preferiresti tornare all' Ariston in qualità di cantate o come conduttore?
«Io non sono un cantante! Invece mi piacerebbe condurlo, ma devo crescere, ora è troppo presto...».
In effetti quello non è decisamente "un palco per giovani"...
«Oggigiorno lo spazio c' è, anche per i giovani, ma bisogna saperselo prendere. La generazione precedente si è accorta di noi, ma per "arrivare" non è sufficiente lamentarsi, bisogna crederci davvero. Io sono uno che ottiene perché non molla mai».
Ti definiscono il re dei social...
«Non è così, anzi. I social li utilizzo quando e se ho qualcosa da dire, sono un passatempo non un lavoro. Qualcuno fa confusione e gli dà troppa importanza. Anzi, ti dirò di più: c'è un problema di "perdita di identità", tutti vogliono essere qualunque cosa tranne loro stessi...».
Ammazza, mi fai quasi paura...
«Pensa a Instagram: ognuno di noi "sfoglia" centinaia e centinaia di foto ogni giorno con una soglia di attenzione bassissima, nella gran parte dei casi neppure si ferma a pensare, se lo fa è perché il materiale è "estremo" e anche in quel caso non fissa nulla. I terapeuti hanno individuato una vera e propria malattia, come se si formassero dei "buchi nella memoria"».
E pensare che fino a vent' anni fa non esisteva niente di tutto questo. A proposito di vent' anni fa: hai collaborato con Baudo, Morandi, Leali Pio e Amedeo ti hanno definito "il botulino dei vecchi giganti"...
«Non è mia intenzione collaborare "per forza" con gli anziani, ma se mi capita lo faccio volentieri perché è anche grazie a loro se ho imparato come si sopravvive in questo ambiente. Se stai di fianco a Baudo, capisci perché è diventato Baudo».
fabio rovazzi e gianni morandi 5
Ora ti devo rompere le balle sulla politica.
«Io non so nulla di politica e soprattutto non pretendo di dare a lezioni a nessuno».
Ma Salvini il trattore in tangenziale... andiamo a comandare!
«Guarda, mi seguono tante persone e quello che dico in qualche modo le influenza. C' è un problema di emulazione e io non sono un esperto della materia. Rischierei di fare dei danni».
D'accordo, andiamo sulle tue "materie". Se un raro caso di tuttologo: un po' cantante, un po' attore, un po' comico, un po' conduttore...Dimmi chi sono i tuoi riferimenti.
«Papà mi ha cresciuto a "pane e Elio e le Storie Tese". Ma anche Frank Zappa è un mio mito. E poi ammiro tantissimo il produttore Calvin Harris, un fenomeno capace di rinnovarsi tutte le volte. Per il resto... Fiorello ovviamente».
Dicono che tu sia il suo ere...
«...Non scherziamo neppure, ti prego».
Non ti sembra che in Italia scarseggino i comici?
«In realtà ce ne sono di bravissimi. Penso all' ex Iena Angelo Duro, bravissimo».
Come sono i rapporti con Fedez?
«Io rispetto Fedez e lui rispetta me...».
Diciamo che non ci andresti a mangiare una pizza.
«Altra domanda?».
Faresti il giudice a X Factor?
«Non penso di essere all' altezza di chi lo ha fatto fino ad oggi, ma sì, lo farei, e sarei consapevole di dover incassare un bel po' di insulti».
La Vanoni ha detto che è andata a Sanremo "aggratis". Ora, tu, con molto coraggio, ci dirai quanto ti hanno pagato.
«Ti giuro che non lo so! Dovresti chiedere al mio legale!».
Ti rigiro la domanda: sul palco hai detto che vivi in un monolocale, ma possiamo dire che ora, quanto a quattrini, te la passi bene...
«Ti posso dire che ho rifiutato un sacco di proposte che mi avrebbero fatto incassare tantissimo ma che non mi convincevano. Se fai delle scelte del cazzo è un attimo che ti bruci».
Sì, ma non mi hai risposto. Vivi davvero in un monolocale?
«Sì, ma tra breve mi trasferisco...».
Oooohhh, un bell' attico di 300 metri quadrati...
«Ma va! Non arrivo neanche a 100! E comunque papà mi ha insegnato che il mattone è importante».
I tuoi colleghi ti invidiano molto?
«Mah, direi di no. La verità è che non ho veri "colleghi". Quando avrò quattro canzoni magari inciderò un disco, ma al momento non do fastidio a nessuno».
Hai paura di perdere il tocco magico?
«È proprio grazie a quella paura che riesco a fare bene, sono sempre aggiornato e provo a non copiare mai. A volte porti avanti un progetto e poi ti accorgi che un altro ha avuto la tua stessa idea... In ogni caso io e il mio cervello andiamo d'accordo. Per ora almeno...».
A 25 anni hai raggiunto traguardi che altri non raggiungono in una vita. Un sogno?
«Realizzare uno spot per il Superbowl».
Io speravo almeno in un Oscar!