facci giuliani

NON MI MANCHERAI, CARLO GIULIANI - FACCI: "ORA ANCHE NEL PD C’E’ CHI SI SCHIERA CON PLACANICA MA DA SINISTRA LO COPRONO DI INSULTI - I FATTI RESTANO QUESTI: 17 ANNI FA A GENOVA È MORTO UN MANIFESTANTE VIOLENTO UCCISO DA UN CARABINIERE CHE APRÌ IL FUOCO PER LEGITTIMA DIFESA: A QUESTO VA AGGIUNTO CHE IL MILITARE SI È RITIRATO DAL SERVIZIO, MENTRE LA MADRE DEL VIOLENTO È DIVENTATA SENATRICE"

faccifacci

Filippo Facci per Libero Quotidiano

 

Prima la cronaca. Un consigliere del Pd di Ancona, Diego Urbisaglia, ha messo su Facebook una celebre foto del G8 di Genova del 2001 in cui si vede il solito Carlo Giuliani con l' estintore in mano davanti alla camionetta dei carabinieri, presa d' assalto dai no global e quindi anche da lui. Poi ha scritto, il consigliere:

carlo giuliani carlo giuliani

 

«Estate 2001. Ho portato le pizze tutta l' estate per aiutare i miei a pagarmi l' università e per una vacanza che avrei fatto a settembre. Guardavo quelle immagini e, dentro di me, tra Carlo Giuliani con un estintore in mano e un mio coetaneo in servizio di leva, parteggiavo per quest' ultimo». E già qui, per un piddino, era un azzardo. Ma poi ha aggiunto: «Oggi, che sono padre, se dentro quella camionetta ci fosse mio figlio, gli griderei di sparare e di prendere bene la mira.

 

Sì, sono cattivo e senza cuore, ma c' era in ballo o la vita di uno o la vita dell' altro. Estintore contro pistola. Non mi mancherai, Carlo Giuliani».

 

diego urbisagliadiego urbisaglia

Per quanto crudele, quello scontro del 2001 fu anche illegalità contro legalità: ma ve lo immaginate, ora, che cos' è successo dopo che il consigliere Urbisaglia ha postato queste parole? Su Facebook ovviamente l' hanno messo in mezzo: «Spero che qualcuno lo cacci» ha scritto il deputato di Sinistra italiana Arturo Scotto, mentre altri, a Urbisaglia, auguravano la morte o gli davano del fascista. Il quale è pur sempre un piddino, quindi ha ritenuto di doversi in parte «scusare per le parole troppo pesanti».

 

Ma la verità è che le sue scuse non hanno rettificato nulla. Infatti ha detto: «Quel post fotografa una scena: quella del lancio dell' estintore e la conseguente reazione del carabiniere. All' epoca avevo la stessa età dei protagonisti, e anche all' epoca pensai: se fossi stato lì dentro, avrei sparato anche io. Ho fatto un parallelismo, e a mio figlio che cosa dovrei dire, fatti tirare un estintore addosso?». Ergo: il concetto resta, dunque lui non ha cancellato il post su Facebook e tantomeno intende lasciare la carica di consigliere comunale: «Mi dovrei dimettere perché ai tempi tifavo per un carabiniere?».

mario  placanicamario placanica

 

Dai fatti di Genova non sono passati cent' anni, e sono fatti che non si possono certo mischiare e confondere con le parallele violenze dei poliziotti alla Diaz: ne consegue che l' episodio capitato al consigliere del Pd fa semplicemente parte delle ragioni per cui questo Paese fatica a essere una nazione normale, una nazione, cioè, in cui non si rischi di invertire i termini tra le assassini e forze dell' ordine. I fatti li hanno assodati e stra-assodati da molto tempo, con tutti gli strumenti possibili: 17 anni fa, a Genova, è morto un manifestante violento di nome Carlo Giuliani, ucciso da un carabiniere che sparò per legittima difesa. Il fatto è indiscutibile, e se nel tempo è diventato altro - al punto che da anni resistono cippi commemorativi dedicati a "Carlo Giuliani, ragazzo" - è solo perché Genova in quel momento era al centro della cronaca, e le scene dell' uccisione furono mostrate da tutte le televisioni del mondo.

FACCIFACCI

 

Un gruppo di carabinieri, che seguiva un corteo da una via laterale, fu preso a sassate e ripiegò lasciando in coda due fuoristrada che rimasero intralciati; uno dei due fu circondato da decine di manifestanti che iniziarono ad attaccare il veicolo con sassi e assi di legno («Bastardi, vi ammazziamo», gridarono) e i violenti, tra i quali Giuliani, sfondarono i finestrini e cercarono di colpire gli occupanti terrorizzati.

CARLO GIULIANI E MARIO PLACANICACARLO GIULIANI E MARIO PLACANICA

 

Il carabiniere Mario Placanica minacciò questi vigliacchi con la pistola d' ordinanza e, visto che non si allontanavano, sparò due colpi: uno colpì Giuliani - non è ancora chiaro se direttamente o di rimbalzo - il quale aveva il volto coperto e cercava di scagliare un estintore. Fine. Dopo infinite inchieste e processi, anche della Corte Europea, i fatti restano questi, e va aggiunto che il carabiniere si è ritirato dal servizio, mentre la madre del violento è diventata senatrice. Cosicché, l' altro giorno, ancora una volta ci sono state delle commemorazioni per ricordare Carlo Giuliani: ma non ha capito, chi ancora lo martirizza, che ce lo ricordiamo benissimo.

carlo giuliani g8carlo giuliani g8

 

Diego UrbisagliaDiego UrbisagliaGiuliani PlacanicaGiuliani Placanicaurbisaglia genovaurbisaglia genova

Ultimi Dagoreport

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

barbara berlusconi

DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA FATTO MALE CON FEDELE CONFALONIERI, CHE FU PRESIDENTE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA E BRUNO ERMOLLI, POTENTISSIMO VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA - INVECE BARBARA B. LA SI VIDE DUE VOLTE, AL BRACCIO DI PATO, L’EX ATTACCANTE DEL MILAN. LA SUA NOMINA NEL CDA DELLA SCALA? DONNA, GIOVANE… E POI CON QUEL COGNOME! LA COMPETENZA? BEH… LA PASSIONE MMM…: PERCHÉ, DA QUEL GIORNO CHE VENNE CON PATO, NON SI È PRESA UN BEL PALCO ANZICHÉ TORNARE ALLA SCALA SOLO QUINDICI ANNI DOPO DA CONSIGLIERE/A?

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…