IL FATTORE GRUBER - MENTRE "LIBERO" E "IL FOGLIO" L'ATTACCANO PER LESO-GOSSIP SALVINI-ISAORDI, "IL FATTO" LA INCORONA: “OTTO E MEZZO” È QUASI UNA TV D’ALTRI TEMPI CHE ANTEPONE LA PAROLA AI PAROLAI

Luigi Galella per il “Fatto Quotidiano”

 

LILLI GRUBERLILLI GRUBER

Lo stile di conduzione serale non segue l’arrembante aggressività con cui alcuni talk assecondano i tempi e i gusti, per conquistare poche briciole di ascolti. Non ci sono in apertura comici-spazzaneve a spalare volenterosi, come succedanei apripista di share. Lo studio è piccolo, e contiene al massimo due, tre ospiti. Si parla uno alla volta, e se qualcuno va sopra le righe viene invitato a scendere.

 

Si tenta di riflettere e argomentare, e con un editoriale quotidiano si approfondisce un tema, un evento, un personaggio: quasi una tv d’altri tempi, che antepone la parola ai parolai: elegante, austera, pacata, che sembra riprodurre l’aplomb poco mediterraneo della sua protagonista e autrice e del coautore, Paolo Pagliaro, anche lui come lei bolzanino.

 

Perché, dunque, ci si chiede, Otto e mezzo ha successo? La notizia, nel suo piccolo clamorosa, è che Lilli Gruber resiste, circa un punto percentuale sopra la media dell’anno scorso. Ha uno zoccolo duro inattaccabile, capace di contrastare il trend negativo della rete e anzi di invertirlo. In un anno di preoccupante flessione generalizzata, a La 7 di Urbano Cairo, tranne che per lei. Conviene chiedersene i motivi. Anche perché l’ondivago gusto televisivo segue e accompagna quello politico, e spiegando il primo un po' si comprende del secondo.

lilli gruber e matteo renzi otto e mezzolilli gruber e matteo renzi otto e mezzo

 

Nel 2004 Lilli Gruber – la più nota fra i mezzobusti della tv – ebbe il primato delle preferenze politiche alle elezioni europee, superando ogni altro candidato, ma è trascorsa da allora un’era geologica.

 

 

Oltre alla popolarità, l’autorevolezza, si dirà: apostrofata in passato dai detrattori come “Lilli la rossa”, la giornalista e scrittrice altoatesina è universalmente riconosciuta come esempio di professionalità, ma questo non basta di per sé a produrre consenso televisivo, sfuggente quanto mai oggi. Perché allora? La fascia oraria fortunata? Più no che sì. È contesa in quel lasso di tempo da Canale5 (Striscia La Notizia) e Rai1 (Affari Tuoi), che insieme sfiorano il 50%. Una lotta impari, quindi.

lilli gruber e matteo renzi otto e mezzo lilli gruber e matteo renzi otto e mezzo lilli gruberlilli gruber

 

E allora? La controtendenza della Gruber, spiegabile e inspiegabile, è un invito a riflettere, prima di sentenziare, credendo di aver compreso lo “specifico” della tv. Che spesso inganna e falsamente promette il successo. Il cui segreto, nel piccolo schermo, nel cinema o in letteratura, innanzitutto risiede nella qualità. Perché semplicemente non c’è “uno specifico del linguaggio”, in nessun tempo storico, che possa dettarci di volta in volta gli ingredienti vincenti di un prodotto comunicativo. Non c’è una “modernità” irriducibile al lavoro. Una ricetta salvifica che provenga dal “mezzo”. Ma solo dall’interno di un percorso rigoroso, i cui risultati si possono applicare a qualsiasi medium.

 

studio gruberstudio gruber

Nell’era dell’immagine e dei fast thinker si può, volendo, privilegiare il contenuto sul contenitore. Perché se è vero che l’era di Google produce, soprattutto fra i giovani, dei falsi onniscienti – come la scienza sembra aver compreso – che hanno la percezione di sapere ma non sanno, ancora una volta è il semplice lavoro che può offrirci l’exit strategy dall’ignoranza e dall’arroganza. Prima di parlare, non è vietato pensare. E di pensare abbiamo un disperato bisogno. Come di capire. Ogni sera, Lilli, prendendoci per mano, prova ad aiutarci.

 

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