W FAZIO, ABBASSO FAZIO! – GRASSO: “LA SERATA SUL 25 APRILE È STATA EMOZIONANTE, CAPACE DI PARLARE A TUTTI” – FELTRI: ''SAVIANO FACEVA DORMIRE E MATTARELLA CI HA STRONCATO COMPLETAMENTE: IL CONCETTO PIÙ PREGNANTE È STATO VIVA L’ITALIA”

1.FAZIO CELEBRA LA LIBERAZIONE E TRASFORMA LA RETORICA IN RACCONTO

Aldo Grasso per il “Corriere della Sera

 

FAZIO 25 APRILEFAZIO 25 APRILE

La tv italiana non è mai stata molto capace di fare celebrazioni. Per una volta, fa piacere segnalare un’eccezione. «Viva il 25 aprile!», il programma trasmesso sabato sera su Rai1 per onorare i 70 anni dalla Liberazione, ha trasformato la piazza del Quirinale nel cuore ideale del suo racconto. Sono state raccontate storie di partigiani e di alleati, alcune molto conosciute, altre dimenticate, attraverso le testimonianze di narratori, collegati in tutta Italia dai luoghi più simbolici di quel periodo. 


Ne è venuta fuori una serata emozionante, ma soprattutto capace di parlare a tutti, alla ricerca di uno spirito unitario. Fabio Fazio era la persona giusta per realizzarla. Bisogna dare il merito a lui e alla squadra degli autori che hanno lavorato al programma (il rinnovamento fa bene, par di capire). Certo, il format è sempre quello di «Che tempo che fa», a intervenire c’era il solito gruppo di «amici», ma questa volta si capiva che il clima era diverso, più sentito. 


La serata ha avuto momenti più o meno riusciti, ma complessivamente tutto teneva: c’erano idee, un buon ritmo che ha tenuto a bada la noia, un giusto connubio tra solennità della ricorrenza ed eleganza della confezione. Tra le cose migliori: il racconto di Christian De Sica sul finto film messo in piedi dal padre Vittorio per salvare molti ebrei dalla deportazione, il collegamento con Pif da Gela, il commovente intervento di Marco Paolini da Sant’Anna di Stazzema. 

FAZIO 25 APRILEFAZIO 25 APRILE


Non si può chiedere a un’occasione del genere di rinunciare alla retorica: la cosa importante è trasformarla in racconto, in una good story. Fa piacere anche segnalare l’investimento di Rai1, della Rai in generale, su un’occasione come questa: riservare al programma la prima serata del sabato, senza interruzioni pubblicitarie (di fronte alla concorrenza di una corazzata come «Amici»!), garantire uno standard di produzione elevato, non usare il Servizio pubblico come alibi dei fallimenti. 

 

 

2.SE UNO SHOW DA SAGRA DI PAESE DIVENTA UN ATTO DI ANTIFASCISMO

Vittorio Feltri per “il Giornale

 

Il nostro eccellente Maurizio Caverzan ha già raccontato con parole misericordiose la serata televisiva di Rai 1 dedicata sabato al 70º anniversario della Liberazione. Un programma celebrativo condotto col solito garbo sacerdotale da Fabio Fazio che, invecchiando, è diventato disinvolto come un vescovo, e non ha alcuna difficoltà a conferire ai suoi discorsi banali un tono di solennità.

 

 Nella circostanza egli ha convocato, secondo le proprie abitudini, gli amici della parrocchietta ovvero coloro che tengono banco nella nota e fortunata trasmissione intitolata Che tempo che fa, allo scopo di impartire al pubblico lezioni di correttezza politica, specialità della sinistra alla camomilla.

aldo grassoaldo grasso


La parte del leone sdentato, somigliante a un gatto sazio di gloria e di pappa, stavolta è toccata a Roberto Saviano, autore di Gomorra (best seller di rara potenza), il quale ha acquisito una tale dimestichezza nel ruolo di tuttologo da essere in grado di dire la sua sull'intero scibile di largo consumo. Egli ha perfino spiegato - chissà perché proprio lui - i fatti di Montecassino.


E lo ha fatto con la stessa elevazione mille volte sperimentata allorché incaricato di discettare in materia di camorra e affini. Uno spettacolo così noioso da indurci a pensare che, qualora Saviano dovesse - e non glielo auguriamo - passare di moda come intrattenitore pseudoculturale, avrebbe comunque un avvenire in sala operatoria ospedaliera in qualità di anestesista. Il suo eloquio monocorde provoca in chi lo ascolta torpore e di seguito un sonno profondo.


Saviano, alle prese con la ricostruzione romanzata dell'impresa polacca all'abbazia, ha superato se stesso: ci ha mandato in letargo. Dal quale ci siamo risvegliati quando lo scrittore era ormai sparito dalla scena. Peccato che i personaggi andati in onda dopo di lui non abbiano fatto granché per darci una scossa capace di riportarci allo stato di veglia.

 

vittorio feltrivittorio feltri

L'intervento di Sergio Mattarella, pacato e scontato, ci ha stroncato completamente. Il concetto più pregnante espresso dal presidente della Repubblica è stato: «Viva l'Italia!». Come l'Italia possa tornare in vita se guidata da questa gente, rimane un enigma.


In una serata così tediosa non potevano mancare alcuni cantanti: gira e rigira Rai 1 ripropone il modello Sanremo e variazioni sulla stessa falsariga, più falsa che riga. L'anno prossimo la ricorrenza del 25 aprile meriterebbe un titolo maggiormente appropriato: Festival della Liberazione. Il colmo della prosaicità è stato sfiorato nel momento in cui hanno chiamato Ligabue a fornire una prova della propria arte ossia a interpretare una sua canzone, naturalmente uguale a quelle che egli ha composto negli ultimi dieci anni: una lagna da sagra rionale.

sergio mattarellasergio mattarella


Ecco, questa è la sintesi bonaria del capolavoro realizzato da Fabio Fazio per esaltare le eroiche gesta dei resistenti. I quali, se avessero saputo in che mani sarebbero precipitati nelle commemorazioni, forse avrebbero preferito andare al mare anziché in montagna. In effetti meritavano qualcosa di meglio delle prediche lievi e trite pronunciate dai compagni celebranti.


I telespettatori, poveracci, hanno in pratica assistito a una puntata complementare di Che tempo che fa. Unica novità, al posto della smutandata Littizzetto, è stato introdotto un fiume di retorica antifascista, irritante almeno quanto quella fascista. Forse aveva ragione Ennio Flaiano: i fascisti si dividono in due categorie, i fascisti e gli antifascisti.

 

 

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…