FAZIO-STRAZIO, FACCE RIDE! - ''IN TV TROPPI OPINIONISTI BURATTINI CHE NON SANNO FAR NIENTE E VENGONO CHIAMATI A PARLAR MALE DI TUTTI” - “IO BUONISTA? MACCHE’, SONO MOLTO CINICO'' - PER LUI IL CINISMO TV E' ''AFFRONTARE LA VITA PRIVATA E SESSUALE DELLE PERSONE" (CHISSA' COSA HA DA NASCONDERE NELL'ARMADIO IL TENERO FABIOLO...)
Renato Franco per il “Corriere della Sera”
Luciana Littizzetto ha detto che lei, Fabio Fazio, è l’uomo più cinico che conosce. È vero?
«Confermo, sono molto cinico, è un tratto molto ligure. Per questo mi fa ridere quando mi danno del buonista. Il cinismo funziona bene al cinema perché lo spettatore sa che si tratta di finzione. In tv è diverso: rischi di essere frainteso, di essere offensivo. Però penso che sarebbe sano riappropriarsi del politicamente scorretto».
silvio berlusconi e fabio fazio
Cos’è il cinismo in tv?
«Affrontare la vita privata e sessuale delle persone».
A destra la accusano di mancanza di terzietà.
«Quando si lavora nella tv pubblica è necessario darsi un codice, in tv non ho alcun diritto di dire quello che penso. Ma nelle scelte si impone il mio gusto, viene fuori la mia formazione. Detto che mi sento un uomo di sinistra, queste contrapposizioni destra/sinistra sono ormai antichissime».
A sinistra invece le dicono che è poco aggressivo.
«Mi chiedo sempre: che diritto ho in 20 minuti di fare male a una persona che di solito non conosco o conosco poco? Essere aggressivo è effimera vanagloria. Per questo ci sono gli opinionisti, persone che non sanno far niente e vengono chiamate a parlar male di tutti, burattini chiamati a fare i cattivi».
Sabato e domenica torna su Rai3 con «Che tempo che fa». I programmi di parola sono troppi?
«I talk li hanno capiti tutti, li fanno tutti. La nostra forza è cercare di imporre argomenti anche difficili. Portiamo in tv il gusto per la conversazione. Il sabato cambiamo il modello di narrazione: tutti gli ospiti saranno al tavolo con me e con Gramellini. Nella prima puntata ci saranno Scamarcio, Pennetta, Frassica e Aru».
Domenica la versione classica: le interviste (si inizia con Varoufakis e Trapattoni) e Littizzetto, che avrà uno spazio anche in apertura e poi il monologo a fine puntata. Cosa vi lega con Luciana?
«È una donna speciale, siamo profondamente amici. La forza che esprime nel lavoro rimane intatta nell’affrontare le cose della vita. La dote che più le invidio è che sa accettare la vita nel suo disordine».
Pensa che si parli troppo di ascolti e poco di contenuti?
«Il panorama tv è sempre più cangiante, c’è il frazionamento degli ascolti, il prodotto ormai viene fruito su diverse piattaforme. A me interessa costruire un’impressione, un’idea di programma. Non guardo al numerino dell’Auditel».
Dopo Sanremo andrà in onda con la nuova versione di «Rischiatutto», il quiz di Mike Bongiorno. Come sarà?
«Mi piace definirlo un reality. Oggi se sei capace di leggere e scrivere, puoi non sapere niente, trovi tutto su internet. Rischiatutto è come essere su un’isola e doversi trovare da mangiare. Sei tu da solo, con le tue conoscenze. Stiamo ricreando lo studio originale, mentre per la valletta pensiamo a “Sabina per una sera”. Cerchiamo 10 donne di nome Sabina, una per ogni puntata ».
Un consiglio al neodirettore generale Campo Dall’Orto?
«Non credo sarebbe opportuno».
Un consiglio alla tv?
«È necessario ripartire dal prodotto. Tutto è ormai imbrigliato in centinaia di regole. In tv si fa non quello che si dovrebbe, ma quello che si può».
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