FEDE NON MOLLA E HA RAGGIUNTO IERI SERA BERLUSCONI IN QUEL DI ARCORE - UN INCONTRO AFFETTUOSO, UN LUNGO ABBRACCIO E INEQUIVOCABILI RASSICURAZIONI DA PARTE DELL’AMICO SILVIO - L’ASSE CRIPPA-TOTI - ALCUNE PERSONE VICINE ALL’ENTOURAGE SVIZZERO DI LELE MORA AVVISTATE IN QUEL DI MILANO 2: PETTEGOLEZZI DI BASSO LIVELLO? CERTO È CHE LA VALIGETTA CON I 2,5 MILIONI DI EURO RIFIUTATI A FEDE DA UNA BANCA SVIZZERA RESTA UNA STORIA ASSAI STRANA…

Alberto Dandolo per Oggi.it

Emilio Fede, come tutti grandi giocatori d'azzardo, nonostante pare abbia perso quella che sembra essere la sua ultima partita, non pare avere alcuna intenzione di lasciare il tavolo da gioco. Ha forse perso la sua "mano" più importante, ma non certo la sua grinta tanto ostinata quanto eccessiva. Fede sa bene che si può perdere tutto, ma sa anche che i può tornare in gioco, soprattutto se nella manica si hanno gli ultimi assi da giocare. E il suo asso più grande si chiama Silvio Berlusconi.

L'INCONTRO CON BERLUSCONI - E non è un caso che il giorno dopo il suo "licenziamento lampo" il direttore defenestrato abbia incontrato in forma privatissima Silvio Berlusconi. L'ex premier ha personalmente telefonato Fede nelle ore successive al suo defenestramento e lo ha invitato in quel di Arcore. Il direttore, dopo aver trascorso qualche ora a Forte dei Marmi, ha raggiunto ieri sera Silvio Berlusconi.

I soliti ben informati parlano di un incontro affettuoso, dai toni caldi e concilianti. Parlano di un lungo abbraccio e di inequivocabili rassicurazioni da parte dell'amico e dell'editore Silvio. In queste ore Emilio Fede ha raggiunto telefonicamente un suo strettissimo collaboratore proferendo, pare, testuali parole: "Il Cavaliere mi vuole bene. Continuerò a lavorare per lui e per le sua azienda. Per noi non è affatto finita, anzi tornerà tutto come prima, più di prima". Il collaboratore ci ha parlato di un Fede effervescente, galvanizzato e battagliero.

LE LETTERA A BERLUSCONI E IL PUGNO DURO DI CRIPPA - Pare che Emilio Fede dopo aver appreso lo scorso mercoledì del suo licenziamento (lo ha saputo alle 19.30 dal capo del personale e dal responsabile degli affari legali di Mediaset), abbia scritto a mano una lettera a Silvio Berlusconi e che la abbia immediatamente inviata via fax alla segreteria dell'ex premier. Ma l'amico Silvio lo ha chiamato ben prima di leggere il suo manoscritto, invitandolo all'incontro di Arcore.

Certo è che il giorno seguente all'uscita di Fede dal Tg4 ad asserragliarsi nella segreteria dell'ex direttore c'era Mauro Crippa, il potentissimo capo dell'informazione Mediaset, che con piglio duro pare abbia fatto da "sentinella" all'interno della redazione. Non è un mistero che i rapporti tra Fede e Crippa non fossero dei più idilliaci e i soliti ben informati parlano di un Crippa determinato a non concedere più nulla a Fede. Parlano di un Crippa determinato a tutelare con forza e determinazioni l'ascesa del suo pupillo e grande amico Giovanni Toti, nuovo direttore del Tg4.

LA FREDDEZZA DI TOTI - Giovanni Toti ha preferito, sembra, un ingresso "light" in quel di Milano 2 (sede della redazione del Tg4). In questi due giorni (forte della presenza in loco del suo fedele amico Crippa) infatti Toti si è trattenuto pochissimo nella redazione del Tg4. Ha preferito coordinare tutto dalla redazione di Studio Aperto, tg che continua a dirigere.

I più stretti collaboratori di Fede hanno parlato di un Toti freddo e distante nei loro confronti. Hanno descritto un Toti diffidente e guardingo. Certo è che il neo direttore ha già mietuto le prime vittime: Raffaella Zardo, fedelissima di Fede, tanto che era lei stessa in compagnia del direttore licenziato e asserragliato nel suo studio, si è vista cancellare la sua rubrica Sipario, le storiche meteorine sono state mandate a casa di colpo.

PETTEGOLEZZO INQUIETANTE - Ma il pettegolezzo più inquietante, e che ad ora non trova alcuna conferma, è che alcune persone vicine all'entourage svizzero di Lele Mora siano state avvistate in quel di Milano 2 e non certo in compagnia di Emilio Fede, ma di altri potentissimi. Solo fantasie? Pettegolezzi di basso livello messi in giro da chi vuole avvalorare Fede nella tesi del complotto? Certo è che la valigetta con i 2,5 milioni di euro rifiutati a Fede da una banca svizzera resta una storia assai strana.

 

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