QUANTO PIACE IL (FINTO) MISTERO DI ELENA FERRANTE - ANCHE SE PURE I SASSI SANNO CHE DIETRO LO PSEUDONIMO SI NASCONDE ANITA RAJA, ALLA FIERA DI FRANCOFORTE VA FORTE IL LIBRO “L’AMICA GENIALE” - TRA GADGET, SPILLE E BORSE È SCOPPIATA LA “FERRANTE FEVER”
Raffaella De Santis per “la Repubblica”
Nella calma piatta della Fiera del Libro di Francoforte, in cui l’Italia gioca un ruolo molto laterale, è scoppiata la Ferrante Fever. L’Amica geniale è il romanzo traino della Fiera. Gli italiani vanno a intavolare le trattative usando il suo nome, sperando che spalanchi le porte. Solo per lei publisher ed editor internazionali hanno abbandonato le postazioni più scintillanti per scendere al piano basso dello Spazio Italia (in genere deserto).
I numeri delle vendite sono impressionanti: 600 mila copie negli Stati Uniti, sommando gli ebook molte di più. «Ormai dall’Italia partono continuamente container pieni di libri, diretti da Ariccia a Pittsburgh», dice Sandra Ozzola, editrice e/o.
Al cocktail organizzato nello stand della casa editrice per festeggiare la quadrilogia dell’ Amica geniale sono arrivati da Penguin Random House ai francesi di Gallimard, dagli olandesi di Wereldbibliotheek all’australiano della casa Text ai tedeschi di Suhrkamp (che ha comprato poco prima di Francoforte i diritti dell’intera opera, la cui uscita in Germania è prevista nel 2017). C’erano anche gadget e spillette con la scritta fucsia molto pop Ferrante Fever.
Tra gli stand si aggiravano persone di ogni età con la borsa di stoffa delle edizioni e/o, sulla quale è stampato l’elenco dei paesi in cui la scrittrice è stata tradotta: trentuno, a cui va aggiunta la Corea, che ne ha acquistato i diritti proprio a Francoforte. Alla Buchmesse sono a buon punto le trattative anche con altri paesi asiatici.
La scrittrice fantasma ha un seguito di fan come le rockstar. Samar, una ragazza libanese arriva allo stand e parlando di Elena (ormai tutti la chiamano solo per nome) e si commuove. Così nella noia della fiera francofortese, dove non ci sono più aste per accaparrarsi i libri hot, né grandi eventi, gli altri editori italiani salgono sul carro della Ferrante.
Per il resto il mercato italiano attira poco. Nora Mercurio, responsabile foreign rights per l’Italia di Suhrkamp, dice: «Nel vostro paese tutto è congelato, a parte Elena Ferrante». Stessa impressione quella di Monica Martin, agente letterario di Barcellona: «Vedo che Elena Ferrante è ovunque. Il mercato americano è come un megafono».
Jonathan Galassi, editore di Farrar, Straus & Giroux che in Italia ha pubblicato con Guanda il romanzo La musa , è stupito: «Mi sono accorto che l’editoria italiana era in crisi tre anni fa, quando il suo padiglione a Francoforte ha iniziato a svuotarsi».
Ma è Lluis Miquel Palomares Balcells, il figlio della mitica agente scomparsa Carmen Balcells, a dare l’immagine più forte: «La crisi dell’editoria italiana si vede dallo stand della Mondadori: prima sembrava una plaza de toros, ora è sparito». Tra gli stand si aggira anche Andrew Wylie. Lui non parla, guarda soltanto. Si sarà accorto dei tanti poster dedicati all’Amica geniale ? Se alla Buchmesse l’Italia ha smesso di essere una Cenerentola, si deve a lei, a Elena.
Domenico Starnone elena ferrante libri 4