T-HEAD DE’ NOANTRI - STA PER USCIRE IL NUOVO DISCO DI DAVID BYRNE, EX VOCE DEI TALKING HEADS E ARTISTA “ESPANSO” - FA IL PITTORE, IL FOTOGRAFO, L’INVENTORE, L’ATTORE, E DA TEMPO SI INTERESSA DI MUSICA POPOLARE - “ALLA FINE DEGLI ANNI NOVANTA SCOPRII BATTIATO E GLI AVION TRAVEL, FRUTTO DELL'AMORE CHE HO SEMPRE AVUTO PER FABRIZIO DE ANDRÉ. VINICIO CAPOSSELA È UN PERSONAGGIO DA SEGUIRE CON INTERESSE”…

Federico Scoppio per "l'Espresso"

David Byrne una volta ha raccontato: «Se un musicista dice che desidera completa libertà, sta raccontando una stupidaggine, si lavora meglio con dei limiti». Qualche paletto per il suo nuovo lavoro, "Love This Giant", in uscita il 10 settembre e realizzato in collaborazione con St. Vincent, lo ha messo: una brass band (band di ottoni) al posto della classica formazione con chitarra e batteria.

St. Vincent, nome vero Annie Clark, è una delle più solide cantautrici di nuova generazione, lui un intellettuale anomalo del mondo del rock: fondatore dei Talking Heads a metà anni Settanta, collaboratore di Brian Eno, ha messo in piedi la Luaka Bop, casa discografica che è stata l'altra faccia della medaglia della Real World di Peter Gabriel, meno votata al commercio e più all'esigenza di esplorare le musiche tradizionali di mezzo mondo.

Racconta St. Vincent: «David è meticoloso, abbiamo iniziato a comporre a distanza, scambiandoci idee sulla struttura delle canzoni e rapidamente divenne chiaro che la collaborazione stava aprendo nuove frontiere da esplorare». Del resto Byrne non ha mai smesso di credere nella forza del fare. Tra le sue creazioni più bizzarre ci sono: l'installazione di una serie di rastrelliere poggia bicicletta a New York e un manifesto che è diventato opera d'arte. Ai tempi della competizione presidenziale tra George W. Bush e Al Gore, fece stampare dei manifesti con le facce dei due candidati e la scritta "Huh?".

Nessuno dei due era adatto all'incarico, secondo lui. Li fece affiggere a New York, Chicago e Los Angeles. Di Obama è stato fan ma solo nei primi tempi. «Fin quando ho capito che ha continuato a lasciare le banche in mano ai banchieri». Sarà anche per questo che il suo precedente album, realizzato con Fatboy Slim, il dj più pop che ci sia, era un'opera rock, una biografia critica appassionata di Imelda Marcos, vedova del decimo presidente delle Filippine, simbolo del lusso sfrenato.

Attratto sin da giovane da Cage e Stockhausen, Byrne è fotografo, regista, scrittore, ciclista, più per la necessità di girare a Manhattan che praticare sport. Un suo pezzo è da sempre il brano teaser di Windows Media Player. La sua passione per l'Italia comincia con Bernardo Bertolucci. Del 1987 è la collaborazione con Ryuichi Sakamoto e Cong Su per le musiche de "L'ultimo imperatore": un Oscar, il Golden Globe e il Grammy per la miglior colonna sonora.

Folgorante l'incontro con Paolo Sorrentino, e siamo ai giorni nostri. «Vidi "Il divo" e mi innamorai del suo cinema. Quando venne a un mio concerto a Torino e mi chiese di partecipare al suo film e lavorare alle musiche presi tempo perché non ero convinto, avevo paura fosse azzardato il confronto con il cinema americano, allestire un cast con Sean Penn e tutto il resto.

Ma dopo aver letto la sceneggiatura di "This Must Be The Place" ho accettato, persino mettendomi alla prova come attore in un paio di scene. Avrei dovuto interpretare me stesso. Un'idea folle, così decisi di farmi trascinare dalla recitazione di Penn e improvvisare».

E con la musica italiana che rapporto ha? «Mi piace girare per città come Roma, Napoli, Firenze, Ferrara in bicicletta e scoprire la musica del posto. Alla fine degli anni Novanta scoprii Battiato e gli Avion Travel, frutto dell'amore che ho sempre avuto per Fabrizio De André; ultimamente ho capito, ascoltando "Marinai, profeti e balene", che Vinicio Capossela è un personaggio da seguire con interesse. E, fosse ancora viva, vorrei lavorare con Marisa Sannia, perché le collaborazioni arricchiscono la mia creatività e mi costringono a porre dei freni al mio ego».

 

David Byrne DAVID BYRNEDavid Byrne fatboy slim Franco Battiato PAOLO SORRENTINO Capossela Avion Travel

Ultimi Dagoreport

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…

ignazio la russa giorgia meloni daniela santanche lucio malan

DAGOREPORT - DANIELA SANTANCHÈ A FINE CORSA? IL CAPOGRUPPO DI FDI IN SENATO, LUCIO MALAN, È A PALAZZO CHIGI E POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO MINISTRO DEL TURISMO, AL POSTO DELLA “PITONESSA” – IERI L’INCONTRO TRA IGNAZIO LA RUSSA E GIORGIA MELONI: LA DUCETTA POTREBBE AVER CHIESTO AL PRESIDENTE DEL SENATO, IN QUANTO AVVOCATO DELL’IMPRENDITRICE, RASSICURAZIONI SULLA SENTENZA DI PRIMO GRADO. LA RISPOSTA? CARA GIORGIA, NON TI POSSO GARANTIRE NIENTE. COME SAI, LA LEGGE PER I NEMICI SI APPLICA, E PER GLI AMICI SI INTERPRETA. MORALE DELLA FAVA: LA “SANTA” HA UN PIEDE E MEZZO FUORI DAL MINISTERO - LA SMENTITA DI PALAZZO CHIGI