
LA FUITINA IN RAI DI FIORELLO È UN'IDEA COSÌ NUOVA CHE L'HA FATTA UGUALE 11 ANNI FA - MOLENDINI: ''È UN TALENTO UNICO, UN FENOMENO. QUANDO PORTÒ ''VIVA RADIO 2 MINUTI'' DOPO IL TG1 PARTÌ CON 10,6 MILIONI DI SPETTATORI E IL 37,5% DI SHARE. NEL FRATTEMPO LA PLATEA È CROLLATA, DISTRATTA DA MILLE ALTRE FONTI, E IERI GLI SPETTATORI ERANO 6,3 MILIONI, 200MILA IN MENO RISPETTO A LUNEDÌ. MA LA COSA PIÙ SINGOLARE È CHE SONO RIMASTI STABILI GLI ASCOLTI DEI PROGRAMMI PIÙ O MENO CONCORRENTI. IL TEOREMA DI BONCOMPAGNI SUI TELEMORENTI NON SI SMENTISCE…
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Su Rai1 Viva RaiPlay! piace a 6.310.000 spettatori con il 23.8% di share. Soliti Ignoti – Il Ritorno ottiene 5.273.000 spettatori con il 19.2%. Su Canale 5 Striscina la Notizina registra una media di 3.699.000 spettatori con uno share del 14%. Su Rai2 Tg2 Post segna il 4.7% con 1.266.000 spettatori. Su Italia1 CSI Miami ha registrato 1.405.000 spettatori con il 5.3%. Su Rai3 That’s Amore ha appassionato 1.002.000 spettatori pari al 3.8% e Un Posto al Sole 1.651.000 (6.1%). Su Rete4 Stasera Italia ha radunato 1.180.000 individui all’ascolto (4.5%) nella prima parte e 1.298.000 (4.8%) nella seconda, mentre su La7 Otto e Mezzo ha interessato 1.524.000 spettatori (5.6%). Su TV8 Guess my Age piace a 584.000 spettatori con il 2.2% di share. Sul Nove Deal with It – Stai al Gioco ha raccolto 522.000 spettatori con l’1.9%.
Marco Molendini per Dagospia
Fiorello è bravissimo, un fenomeno, un talento unico. Su questo non ci sono dubbi. Ha anche un dono naturale per la conservazione che si basa sull'assenza-presenza: esserci senza esserci. Fa così da anni, così è riuscito a preservare il suo successo, renderlo singolare, inattaccabile dai cicli del consenso. Una strategia accorta che si basa su una regola: nel mondo dello spettacolo spesso è meglio non esserci che esserci. Insegnano così i casi di Mina, che ha fermato il tempo al momento del suo eclissi, nel 1978, come Lucio Battisti.
Ma non è solo tv, ci sono casi come quello di Elena Ferrante che nasconde dietro il sipario persino la sua identità (quanto ha contribuito questo stratagemma al suo successo?). Poi ci sono i veri scomparsi, che non ci sono per cause di forza maggiore, come Fabrizio De André mai stato sulla ribalta come da quando è morto. E ci sono i semiscomparsi, come il recente caso di Franco Battiato.
Il caso di Fiorello è da antologia, è arrivato alla soglia dei sessant'anni (li compie il prossimo anno) fresco come un ragazzino: è sempre Rosario Tindaro. Ogni tanto si concede, ma poco, brevi assaggi, piccole scappatelle, veloci, veloci. Delle fuitine, come direbbe lui. Come questo Viva Raiplay, invenzione per riportarlo a casa Rai, che in realtà non è altro che la replica, aggiornata ai tempi nostri e alle tecnologie di oggi, di Viva Radio 2 minuti, mini varietà, anche allora in onda dopo il Tg1. Sono passati undici anni, Fiorello è sempre Fiorello, la tv è un'altra cosa.
Basta dare uno sguardo ai numeri, Viva Radio 2 minuti era partito con 10,6 milioni di spettatori e il 37,47 per cento di share. All'ultima puntata, dopo dieci repliche era a 9.869 milioni e al 36,91. Stabilità assoluta del successo. La partenza di Viva Raiplay è stata con 6,5 milioni e il 25,08. Ballano, dunque, circa quattro milioni di spettatori e un quasi 12 per cento di share. Si sa, la tv generalista boccheggia, la platea è crollata, distratta da mille altre fonti: lo streaming, le piattaforme, i mille canali, facebook, instagram, il cellulare, la noia. L'operazione Fiorello è nata anche per questo motivo, quindi andranno conteggiati nell'ascolto totale della nuova proposta anche tutti questi rivoli.
Certo è che il mondo televisivo non è più quello del 2008 e anche un asso come Fiorello deve fare i conti con la nuova situazione, anche se poteva aspettarsi, al di là dei giusti festeggiamenti, che il suo talento, il suo nome, la sua assenza potessero funzionare come calamita ancora più potente. Guardando i risultati della seconda puntata, quella di martedì si registra una leggerissima flessione, circa 200 mila spettatori in meno e il 2 per cento in meno. Poca roba, fisiologica.
La cosa singolare è che sono stabili gli ascolti dei programmi più o meno concorrenti. Anzi, più che stabili: su Rai3 That's amore ha perso solo 4 mila spettatori, Un posto al sole 30 mila, Stasera Italia 16 mila. Ha sempre più ragione Gianni Boncompagni, inventore di una definizione folgorante: quella dei telemorenti, ovvero degli spettatori passivi davanti al video, quelli che non hanno la forza nemmeno di cambiare canale col telecomando.
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