bobo craxi fulvio abbate

GAUCHE CAVIAR! IN UN LIBRO I SUR-REALI DIALOGHI TRA IL MARCHESE FULVIO ABBATE E BOBO CRAXI SU COME SALVARE IL SOCIALISMO CON IRONIA – “A PROPOSITO, BOBO, COM’ERA QUELLA STORIA DI PROUDHON, PENSATORE ANARCHICO, MOLTO PIU' LIBERO E SEDUCENTE DI MARX?”; “LA COLPA DI TUTTO CIO? SI DEVE A ENRICO BERLINGUER, CHE A 60 ANNI DALLA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE, INCURANTE DELLA COMICITA' INVOLONTARIA PARLAVA ANCORA DI "ATTUALITA' DEL LENINISMO” – E GEORGES SIMENON CHE DESCRIVEVA HAMMAMET COME UNA DELLE “CAPITALI MONDIALI DELLA PEDERASTIA”

Anticipazione del libro di FULVIO ABBATE e BOBO CRAXI, “GAUCHE CAVIAR – Come salvare il socialismo con l’ironia” (Baldini+Castoldi) In libreria dal 12 maggio.

 

Buongiorno, Bobo,

BOBO CRAXI FULVIO ABBATE 2

stavo adesso pensando a una nostra gita a Londra. Io e te in viaggio, come un tempo Marx ed Engels, Rimbaud e Verlaine, Laurel e Hardy, o, se preferisci, Simon e Garfunkel; decidi tu. Abbiamo l’imbarazzo della scelta. Una volta li, potremmo anche andare a trovare proprio Karl, al cimitero di Highgate. La sua tomba innalza un busto ciclopico, Polifemo della Storia in rivolta. Grande testa, grande barba, grandi capelli profetici, esattamente lui, Marx; la stessa testa diventava polena di una barca in un film sulle illusioni perdute, Sweet Movie, con Pierre Clementi, marinaio, ultimo reduce della corazzata Potemkin. C’e anche, incastonata, la lapide della prima sepoltura, inizialmente assai piu piccina, dove si legge l’Undicesima, sempre sua, Tesi su Feuerbach: «I filosofi hanno soltanto interpretato in modi diversi il mondo; ma ora la questione e di cambiarlo».

 

FULVIO ABBATE BOBO CRAXI COVER

    Anche Morgan, «matto da legare», ragazzo svitato protagonista di un film del “nuovo cinema britannico” degli anni Sessanta – non Morgan, nel senso di Marco Castoldi, amico cantante e compositore altrettanto irrequieto; a proposito: digli che appena smette di esibirsi a Ballando con le stelle andiamo a cena tutti insieme – gli faceva visita. Noi pero, diversamente dal matto, non ci presenteremo facendo il verso del gorilla King Kong in occasione del suo compleanno. Semmai, giunti a Londra, restando in tema cinematografico, tra un impegno irrinunciabile e l’altro, cercheremo di assomigliare a Peter Falk, John Cassavetes e Ben Gazzara, cosi come appaiono in Mariti. Lontani da mogli e ogni altro obbligo familiare, lavorativo, domestico, assenti da casa, finalmente felici insieme, scanzonati, soavi, per puro diletto, in una sorta di domenica della vita. Dopo le molte fatiche di cio che Eric Hobsbawm definisce «il secolo breve», ormai alle nostre spalle, un po’ di riposo e meritato, il minimo risarcimento. Ci pensi che siamo negli anni Venti? Sembra quasi ieri che questo decennio lo si assimilava all’ascesa del fascismo con la “marcia su Roma”, alle prime automobili, alle avanguardie artistiche, a Rodolfo Valentino, ai dirigibili, al crollo di Wall Street, alle foto seppiate dei nostri nonni in posa, al foxtrot, a Louise Brooks che ispirera la Valentina a Guido Crepax. A proposito, Bobo, com’era quella storia di Pierre-Joseph Proudhon, pensatore anarchico, molto piu libero e seducente di Marx?

BOBO CRAXI FULVIO ABBATE 2

 

    Ah, la Seduzione! Sai che sul finire degli anni Settanta ne ragionava Jean Baudrillard?

 

    Quando questi venne a Palermo, un cronista di piano bar culturale gli pose una domanda: «E piu seducente Hitler o Marilyn?» A quel punto, il sociologo non pote fare a meno di mandarlo a quel paese; addirittura, Baudrillard voleva essere subito accompagnato a Punta Raisi per tornare a Parigi, l’aeroporto allora non si chiamava ancora “Falcone-Borsellino”.

 

    Mi sembra di ricordare, correggimi se sbaglio, che il nome di Proudhon lo pronuncio tuo papa Bettino, per ridare un volto nuovo, laico e libertario, simile a uno smiley, al Partito socialista italiano, subito dopo il congresso che l’aveva incoronato segretario. Peccato che non ne ricordi piu esattamente i dettagli, prova allora a ripetermi come andarono esattamente i fatti.

 

    Ora pero, grazie a questo nostro racconto a due voci, corrispondenza della nostra auspicata del tutto personale gauche caviar ci riprendiamo cio che finora ci siamo negati o magari altri ci hanno infidamente sottratto.

paolo cirino pomicino e fulvio abbate foto di bacco

 

    Perdona se insisto con gli esempi cinematografici. In Underground di Emir Kusturica c’e Petar il Nero, che viene tenuto con l’inganno in fondo a una cantina a pedalare per produrre, cosi mi pare, energia elettrica, gli hanno detto infatti che la guerra e ancora in corso, i partigiani del maresciallo Tito starebbero sempre li a combattere i nazisti. Chi gli dice cosi, in verita, si sta arricchendo, fa gia affari alle sue spalle, e addirittura diventato un pezzo grosso del regime. Infatti, e una bugia, la guerra e finita da molto tempo, siamo addirittura negli anni Sessanta, le radioline trasmettono perfino 24.000 baci del molleggiato Celentano. Finche lui, l’ingannato, la persona meschinamente tenuta all’oscuro delle mutazioni geopolitiche avvenute nel frattempo, si accorge della beffa, cosi torna alla luce e fa fuori tutti a colpi di mitra. Ti ho appena fatto dono della metafora che sempre mi ritorna in mente ogniqualvolta cercano di dirmi menzogne o addirittura spezzarmi le gambe.

 

fulvio abbate foto di bacco (1)

    Ma intanto, parliamo di cose concrete, il tempo stringe, e tu non hai ancora detto fra quanti giorni tornerai a Roma dalla Tunisia, dalla tua bella casa bianca di Route El Fawara ad Hammamet. Qui il tempo sembra mancare davvero, colpa soprattutto della mediocrita altrui, la loro assenza di fantasia, i loro complessi perfino sessuali, e c’e da finire il nostro pamphlet sul lusso del pensiero che ci spetta, anzi, che meritiamo; magari insieme a un meraviglioso kimono di seta giapponese, un grande drago dorato ricamato sul dorso, l’uniforme degli uomini di mondo che osservano ogni cosa dall’alto e infine non possono fare a meno di sorridere dell’altrui imperfezione.

 

 

 

 

 

Ciao Fulvio,

fulvio abbate frammento di muro con l'immagine di putin

che fine avevi fatto? Da quando anni fa ti ho visto prigioniero nella casa del Grande Fratello Vip ho quasi sempre l’impressione che potresti a un certo punto perfino ritrovarti, a tua insaputa, nel baccanale di un angiporto di Amburgo o seduto al tavolo del Moulin Rouge dopo aver consumato un intero vassoio di ostriche da Charlot-Roi de Coaquillages, a place Clichy, dove, pensa, a Cite Veron, abitavano sia Jacques Prevert sia Boris Vian.

 

Invece ti stimo nel piu placido quartiere romano di Monteverde Vecchio, forse seduto al tavolino del bar Dolci Desideri o magari in quell’altro, Anita, nome risorgimentale, come tutte le strade dei dintorni, dove ti fa difetto persino l’idea di ordinare «... il solito!» al cameriere. Ti confesso che da quando l’amico comune Francesco De Gregori mi ha suggerito la lettura di un Simenon d’epoca, che narrava di un tour nel Mediterraneo descrivendo Hammamet come una delle «capitali mondiali della pederastia», giro circospetto nella cittadina a me cara, come tu sai.

fulvio abbate

 

    Ho portato garofani freschi sulla tomba di mio padre e qualche dinaro non meno fresco al guardiano Kamel, che una volta puzzava di vino e ora invece, in virtu del suo nuovo status di sposino, profuma di dopobarba, lo stesso dell’uomo che «non deve chiedere mai» o giu di li, e diventato persino affidabile. Tiene in ordine le tombe e non fa piu il cerbero del cimitero presidenziale.

 

    Aumentando il numero degli italiani che frequenta la localita, aumentano anche le tombe; arrivano li dall’Italia, per approfittare dello spread che consente loro di triplicare di fatto il potere d’acquisto delle loro pensioni. Arrivano pero anche gia cagionevoli di salute, in particolare uomini sulla settantina che hanno lasciato con una scusa le mogli al paesello, e qui in Tunisia si sono integrati perfettamente, nel senso che si fermano ai baretti facendo i flaneur, parlando un improbabile francese e sperando di rimorchiare le ragazze locali, pensando di essere i nuovi Montanelli, che sposava le ragazzine eritree di dodici anni, menandosene vanto persino sulla Rai di Bernabei in prima serata. Insomma, i pieds-noirs di fine secolo sono adesso politici caduti in disgrazia ora veri e propri disgraziati. Io, senza falsa modestia, ritengo di far parte di entrambe le categorie, questo pero non mi ha tolto la gioia di mangiare un fantastico branzino la sera all’aperto, bevendo un buon rose: ricordo che la Grenache, con la quale viene fatto, sarebbe il corrispettivo del nostro Cannonau, che in Spagna viene chiamato «Garnacha».

 

BOBO E BETTINO CRAXI

 

 

    Questo andazzo indolente che ci assale quando ci si trova in tiepide giornate autunnali nel Mediterraneo, impedisce di immergermi nella discussione che tu vuoi promuovere intorno ai padri nobili del pensiero socialista dell’Ottocento. Posso certamente dire che l’obbligo dello studio della dottrina ha influenzato generazioni di italiani che si sono ritenuti di sinistra.

 

    Ricordo di avere visto file intere di testi marxiani, pubblicati da Editori Riuniti, nelle librerie dei genitori dei compagni di scuola, che si trovavano un po’ piu a sinistra di quanto non fossimo noi, che pure eravamo e siamo assai piu di sinistra di quanto non siano loro. Considero da questo punto di vista preliminare affermare che non vi possa essere Socialismo senza Liberta, qui le maiuscole sono d’obbligo.

BOBO CRAXI.

 

    Siccome ti so creatura sensibile, non ti sfuggira che per anni, essendosi disputate le parti che prendendo spunto dalla sorgente originaria hanno finito per dividersi, sarebbe stato molto semplice evitare l’equivoco, che poi ha finito per generare le P38 e Mani pulite, e affermare il semplice principio secondo cui gli individui che intendono aspirare a una societa giusta devono innanzitutto godere delle liberta individuali.

 

BOBO CRAXI

    Noi non avevamo testi sacri da leggere o mandare a memoria, nel senso che non esisteva il Manifesto del Partito socialista. Esisteva il “revisionismo” socialista, i presupposti del socialismo declinati da Eduard Bernstein, e soprattutto vi erano i critici del marxismo. In fondo, a pensarci bene, l’intuizione dello studio di Pierre-Joseph Proudhon, dovuta a Luciano Pellicani, che amava i testi eretici che destrutturavano il collettivismo marxista- leninista, e un’invenzione bella e buona, non mi pare che Karl e Vladimir si siano mai incontrati, pura cattiva “ingegneria” ideologica sovietica, penso a Bruno Rizzi con il suo collettivismo burocratico, e penso che sia stato un vero e proprio grande colpo gobbo, ossia Marx demolito da un marxista.

 

    Ma la colpa di tutto cio si deve a Enrico Berlinguer, che a sessant’anni dalla rivoluzione d’Ottobre, incurante della comicita involontaria – otto anni dopo il sistema sovietico fini amaramente senza neanche la dignita invocata dal giovane protagonista del meraviglioso Goodbye Lenin – parlava ancora di «attualita del leninismo».

 

bobo craxi bettino e berlusconi

    Pierre-Joseph Proudhon era tutt’altro che un moderato socialdemocratico, era un rivoluzionario bello e buono con qualche punta di sovversivismo, se noi ricordiamo spesso la sua celebre frase: «La propriete, c’est le vol», non possiamo dimenticarne un’altra che appare ancora oggi esilarante: «L’Anarchia e ordine».

 

    Di tutto questo, il famoso saggio non parlava, limitandosi alle osservazioni metodologiche sulla differenza fra leninismo e pluralismo democratico. Questo era l’argomento che infilzava strumentalmente il comunismo di Berlinguer e la presunta “attualita” di Lenin, che pero vedeva solo lui. E come se noi oggi rivendicassimo non meno attuale Carosello, che pure aveva una funzione notevolmente sociale: l’ammaina-bandiera per tutti noi bambini. Io, per esempio, avrei voluto che durassero infinitamente le sue pubblicita. Indimenticabili Gino Bramieri, Ubaldo Lay nei panni del tenente Sheridan, Carmencita «chiudi il gas e vieni via», Giampiero Albertini che a scatola chiusa comprava solo Arrigoni, e poi le stelle sono tante, milioni di milioni, anzi, come canta Francesco, «la luce dei lampioni si riflette sulla strada lucida...»

bobo stefania e anna craxi

 

     Questo lo dico perche dalla mia finestra si sono appena spente proprio le luci dei lampioni, i tunisini risparmiano, la crisi morde, e si e fatta una certa.

 

    Mi ha fatto piacere ricevere la tua lettera, e diventato cosi complicato vedersi. Ritorno presto, non ho intenzione di anticipare da queste parti gli anni della decadenza, anche se ti confesso che vivendo in un Paese ancora sottosviluppato si mantengono vivi gli ideali e i valori per i quali un essere umano si dichiara e si professa socialista. E sempre la solita ragione, cioe il fatto dell’eguaglianza, dell’equita e di una societa piu giusta e decente.

enrico berlinguer bettino craxi

 

    Non vedo molti telefonini in giro, le ragazze non vestono firmate, la loro emancipazione sta innanzitutto nel fatto di poter circolare libere e senza velo. Allo stadio non si picchiano, e al bar non ci sono macchinette mangia-soldi, poi ci saranno anche un mucchio di difetti nascosti, per carita. Ti confesso che non e il migliore dei mondi possibili, la societa tradizionale araba, eppure, mescolata a qualche valore positivo della occidentale, appare un sapiente e desiderabile mix. Salutini tunisini.

FULVIO ABBATE BOBO CRAXIromano prodi e bobo craxibobo craxifrancesco de gregoriBOBO CRAXIBOBO E BETTINO CRAXI 8bobo craxi

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