gino paoli 1

GINO SI TOGLIE IL SASSOLINO - ''ORMAI ME LE HANNO FATTE TUTTE. MI HAN DATO DELL'EVASORE FISCALE PER COLPIRMI QUANDO ERO PRESIDENTE SIAE, ED È FINITA IN NULLA. MI HAN DATO DEL PEDOFILO PER "PETTIROSSO", E SONO STATO DIFESO DALL' OSSERVATORE ROMANO. MI HAN PRESO SUL SERIO QUANDO SONO STATO DALLA DE FILIPPI E HO DETTO CHE ERO ANDATO LÌ PER MOLESTARLA, PERCHÉ MI PIACE. E MARIA HA DETTO…''

 

 

Marinella Venegoni per ''la Stampa''

 

Vigilia dell' inaugurazione del Ponte San Giorgio, nella città dei naviganti e dei cantautori.

gino paoli

Dori Ghezzi ha consegnato in Comune Creuza de Ma di Fabrizio De André in una nuova versione che sarà colonna sonora della festa: ma fra un Vasco e un Fossati e persino Mina, Gino Paoli non c' è. Non sono riusciti a combinare. Qui però si può garantire che non solo il decano degli artisti genovesi, con i suoi 85 anni, sta bene: al telefono dispiega una verve invidiabile e presto su quel ponte passerà. In fondo, mentre nel '18 infuriava il dibattito sulla ricostruzione, proprio lui aveva recensito in modo perentorio l' idea di Toninelli di un «ponte vivibile»: «Una stronzata. Bisogna essere cretino per entrare in competizione con Renzo Piano».

 

Alla fine di tanti patimenti, caro Gino, il nuovo Ponte c' è.

«Mi è piaciuto moltissimo come si sono comportati coloro che guidano la città, il sindaco Bucci ma anche Toti. Io ormai distinguo fra chi parla e chi fa.

Per cominciare, bene il disimpegno dal ponte, per potersi muovere. Renzo Piano ha fatto, gratis, un disegno straordinario, con le carene come quelle delle navi, familiari ai genovesi. Lo verranno a vedere da fuori. Lavori fatti bene, importanti. Però chiamarlo ponte San Giorgio non mi va: Genova nel 1200 ha venduto la bandiera agli Inglesi, non dimentichiamolo. Volevo parlare con il sindaco poi non ci sono riuscito. Piano è il più grande architetto del mondo, dovevano intitolarlo a lui. Che mancanza di rispetto, per uno così importante. Genova è sempre un po' matrigna».

 

gino paoli

Anche con lei, Genova matrigna?

«Quando ho avuto successo, dicevano: "Ma come? Quello lì è sempre al bar". Poi quando sono diventato importante hanno cambiato musica: "E' uno dei nostri". Genova è una città che puoi amare e odiare contemporaneamente».

 

Che tipo è il suo amico Piano?

«Renzo? E' una persona straordinaria che non se la dà per niente. Lo conosco da quando era lupetto e io boyscout. Per gli 80 anni, gli ho regalato il cappello da boyscout, si lamentava di non esserci arrivato. E' una persona serena e molto umana. E' un artista, con una conoscenza tecnica enorme, e la capacità di interpretare il territorio; e in lui c' è sempre la componente artistica. Il ponte che ha fatto è genovese, interpreta lo spirito del ruolo. Sono contento di essere suo amico, siamo rimasti in pochi. Mi chiama per sentirci, da qualunque parte sia, e abbiamo un nostro rito: la cena dei sopravvissuti. Piano, il dentista Gaggero, molto buono, che si occupa degli altri, e io.

Ci troviamo all' osteria di Don Gallo, e ce la raccontiamo».

 

La Liguria ha un sacco di problematiche sul suo territorio, violentato e gracile. Si tirerà mai su?

gino paoli

«La Liguria doveva essere il terzo punto del polo industriale, poi è rimasta indietro per amministrazioni sbagliate, è stata fatta morire poco per volta. Qui tutto è difficile. I Genovesi sono i peggiori ospiti che esistano. Vai in un negozio a Milano e ti dicono: "Cosa posso fare per lei?". A Genova invece pensano: "Ma cosa vuole questo?". Il carattere genovese è sempre stato rustico, ma di onore e onestà: tanto che gli inglesi si fidavano della parola dei liguri. Con la globalizzazione, tante caratteristiche si sono annacquate».

Lei è sempre in tournée, con Danilo Rea. 4 agosto Macerata, 10 Perugia, il 18 ad Alba per una «Collisioni» speciale, un ringraziamento a chi ha lavorato contro il Covid...

«Non faccio tour, vado dove mi chiedono. Ma faccio molte serate».

 

Come vive questo pandemia? Ha ancora paura?

«Per me non è cambiato quasi niente. Non esco mai e mia moglie si arrabbia. Vado via solo per lavorare. Ascolto e leggo le critiche al Governo e al resto e penso: se ci fossi stato io, cosa avrei fatto? Quindi capisco chi comanda, han fatto quello che potevano».

 

Cosa pensa della proroga fino ad ottobre dello stato di emergenza?

«Ma perché l' Italiano critica sempre? Abbiamo 60 milioni di super esperti di calcio, 60 milioni di geni della politica».

 

A proposito, il suo amico Grillo?

IL PESTO DI GINO PAOLI

«Lo vedo. Gli voglio bene. Lui ha creduto in una cosa assurda, impossibile. Ci ha provato, in assoluta buona fede. Spesso non approvo quel che dice e come, soprattutto il "vaffanculo". Adesso non sarà così contento: la macchina della politica ti stritola, ci sono questi ragazzini che fanno gli uomini di potere senza avere nessuna pratica, nessuna capacità. La Dc ha inventato il Centro e facevano i corsi. I Greci avevano i Senatores, con l' esperienza. Abbiamo avuto politici che uscivano dalle galere e hanno scritto la migliore Costituzione al mondo. Almeno imparatela».

 

Conosce il gruppo musicale dei GiniPaoli? Hanno scritto «Gino Tienes una bala en tu corazon», con un video dove due bimbi si contendono un pistolone e sparano, e la pallottola vola e attraversa tutta Genova.

RENZO PIANO, GINO PAOLI E BEPPE GRILLO

«Ormai me le hanno fatte tutte. Mi han dato dell' evasore fiscale per colpirmi quando ero presidente Siae, ed è finita in nulla. Mi han dato del pedofilo per "Pettirosso", e sono stato difeso dall' Osservatore Romano. Mi han preso sul serio quando sono stato dalla De Filippi e ho detto che ero andato lì per molestarla, perché mi piace».

 

E cos' ha detto Maria De Filippi?

«Lei era contentissima».

 

gino paoli ad amiciGINO PAOLIBEPPE GRILLO GINO PAOLIfesta per gino paoli zucchero fornaciarifesta per gino paoliGINO PAOLI E ORNELLA VANONI festa per gino paoli tony renis beppe grillo zucchero gianni morandi caterina casellifesta per gino paoli 2gino paoli GINO PAOLI CON LA MOGLIEgino paoli in kenya

Ultimi Dagoreport

nicola calipari giuliana sgrena nicolo pollari

DAGOREPORT – PIENONE DI AUTO BLU STASERA ALL’AUDITORIUM DI ROMA: DA MELONI E MANTOVANO A GIULI E BERNINI, TUTTI IN FILA PER ASSISTERE ALLA PRIMA DE “IL NIBBIO”, IL FILM ISPIRATO ALLA MORTE IN IRAQ DELL’AGENTE DEL SISMI, NICOLA CALIPARI, UCCISO NEL 2005 MENTRE STAVA RIPORTANDO IN ITALIA LA GIORNALISTA DEL “MANIFESTO”, GIULIANA SGRENA - A VENT’ANNI DALLA TRAGEDIA, RENDE OMAGGIO A CALIPARI ANCHE SERGIO MATTARELLA: “LE SPIEGAZIONI DELLA SUA MORTE PERMANGONO TUTTORA NON ESAURIENTI” - ESSÌ, LA VERITÀ NON È MAI VENUTA FUORI. SE IL SOLDATO AMERICANO HA SPARATO PER ERRORE, È ALTRETTANTO VERO CHE NESSUNO L’AVEVA AVVERTITO DEL PASSAGGIO DELLA TOYOTA - QUINDI, LA DOMANDA: COME MAI LA NOTTE DEL 4 MARZO 2005 LA TOYOTA SU CUI VIAGGIAVANO CALIPARI E SGRENA NON ERA STATA SEGNALATA DALL’INTELLIGENCE ITALIANA AGLI ALLEATI AMERICANI? LA RAGIONE PIÙ PROBABILE È QUESTA….

donald trump giorgia meloni vertice europeo

DAGOREPORT - ADDIO ALLA LOVE-STORY CON TRUMP, MELONI DOVRÀ ACCONTENTARSI DI UN POSTO DI SECONDA FILA DIETRO A MACRON E STARMER - COME NELLA FOTO UFFICIALE DEL SUMMIT DI LONDRA: SBATTUTA IN UNA POSIZIONE "PERIFERICA" (MA GIÀ ALL’INSEDIAMENTO DI TRUMP ROSICO' PER ESSERE STATA RELEGATA IN FONDO ALLA SALA, ACCANTO AL BOSS ARGENTINO JAVIER MILEI) -E QUANDO, PRIMA DEL SUMMIT DI LONDRA, LA DUCETTA HA TELEFONATO A KING DONALD PER UN INCONTRO ALLA CASA BIANCA (AL PARI DI MACRON E STARMER) E' STATA RIMBALZATA CON UN "SE VEDEMO": IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA, CHE HA IN MENTE DI MOLLARE NATO E ONU, SE NE FOTTE DI ASCOLTARE PIPPE SUL "TENERE UNITA LA NATO" E "MANTENERE IL DIALOGO USA-UE” - SE PER L’UCRAINA SI FA DURISSIMA DOPO LO STOP AI RIFORNIMENTI DI ARMI, ANCHE PUTIN HA I SUOI GUAI: I GIOVANI RUSSI SONO SEMPRE PIÙ RESTII A FARSI AMMAZZARE PER IL DONBASS...

alessandro giuli arianna meloni fabia bettini federico mollicone fazzolari giovanbattista giovan battista

DAGOREPORT - E’ SCOPPIATO UN NUOVO “CASO GIULI”, ACCUSATO DA “LA VERITÀ” DI ESSERE “STATO DAVVERO GENEROSO CON LE INIZIATIVE CINEMATOGRAFICHE DELLA SINISTRA ITALIANA”. A PARTIRE DA FABIA BETTINI, ATTIVA DA OLTRE 15 ANNI NEL CINEMA, REA DI ESSERE LA SORELLA DI GOFFREDO (CI SONO SORELLE E SORELLE), PER FINIRE AI FONDI PER “VIDEOCITTÀ” DI FRANCESCO RUTELLI - GIULI QUERELA “LA VERITÀ” MA IL GIORNO DOPO RINCULA, ‘’COMMISSARIATO’’ DA PALAZZO CHIGI - UNO SCAZZO CHE FA VENIRE A GALLA UNA LOTTA INTERNA AI ‘’CAMERATI D’ITALIA’’ CHE HANNO SEMPRE BOLLATO GIULI COME CORPO ESTRANEO ALLA FIAMMA, CACCIATO A SUO TEMPO DAI “GABBIANI” DI COLLE OPPIO (GODE MOLLICONE CHE SOGNAVA IL MINISTERO DELLA CULTURA) - LA “MERITOCRAZIA”, DI CUI SI RIEMPIVA LA BOCCUCCIA LA DUCETTA, È STATA SEMPLICEMENTE SPAZZATA VIA DALL’APPARTENENZA POLITICA: SEI CON NOI, OK; SE SEI CONTRO, NIENTE FONDI - MENTRE SI SCRIVONO MINCHIATE SUI “COMUNISTI DEL CIAK”, IL MINISTERO DELLA SANTANCHÉ È FINITO AL CENTRO DELLE INDAGINI DELL’ANAC, L’AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE, PER FONDI DESTINATI A FESTIVAL DI CINEMA ORGANIZZATI DA TIZIANA ROCCA E GABRIELLA CARLUCCI…

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

SI ANNUNCIANO TEMPI SEMPRE PIU' DURI PER LA GIORGIA DEI DUE MONDI - AL SUMMIT DI LONDRA, STARMER E MACRON HANNO ANNUNCIATO UN PIANO DI PACE ASSIEME AD ALTRI PAESI (GERMANIA, POLONIA, SPAGNA, ETC) - PREMESSO CHE PUTIN È L'AGGRESSORE E IL SUPPORTO ALL'UCRAINA SARA' FINO ALLA FINE, IL LORO PIANO DI PACE HA BISOGNO DELLA NUOVA AMERICA DI TRUMP, MA NON È INDISPENSABILE LA SUA MEDIAZIONE - LA POSIZIONE ESPRESSA DA GIORGIA MELONI È STATA IL CONTRARIO AL PENSIERO DI FRANCIA E GRAN BRETAGNA: IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA È INDISPENSABILE PER IL CESSATE IL FUOCO - AMORALE DELLA FAVA: LA DUCETTA A STELLE E STRISCE CI STA SOLO SE LA TRATTATIVA SI FA INSIEME CON IL PAZZO DI WASHINGTON (AUGURI!)

los angelucci del rione sanita - vignetta by macondo antonio giampaolo silvio berlusconi alessandro sallusti

IL CONVENTO DEGLI ANGELUCCI E’ RICCO MA PER I GIORNALISTI DEL “GIORNALE’’, "LIBERO” E “TEMPO” TIRA UNA BRUTTA ARIA - NIENTE PIU’ INVIATI SE NON ‘INVITATI’, NIENTE PIU’ AUTO CON NOLEGGIO A LUNGO TERMINE, OBBLIGO DI STRISCIARE IL BADGE IN ENTRATA, TOLTE PURE LE CIALDE DEL CAFFE’ - DIECIMILA EURO IN MENO PER VITTORIO FELTRI, NIENTE MANLEVA PER LE QUERELE (FILIPPO FACCI HA PAGATO 30MILA EURO PER UNA CAUSA) - SALLUSTI NON C’E’ E QUANDO C’E’ NON PARLA. E IN BARBA AL MELONISMO SENZA LIMITISMO (‘’VELINE’’ DI PALAZZO CHIGI A STRAFOTTERE), LE COPIE CALANO - NERVOSISMO PER L’INSERTO ECONOMICO DI OSVALDO DE PAOLINI - L’ASSEMBLEA E LA PAROLA INNOMINABILE: “SCIOPERO”…