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LACRIME E PAURA - GIOVANI RAGAZZE IN FILA PER FARSI CIRCONCIDERE IN UN VILLAGGIO IN KENYA - NONOSTANTE SIA ILLEGALE, IN MOLTE TRIBÙ L’INFIBULAZIONE È UN RITO DI TRANSIZIONE VERSO LA FEMMINILITÀ E IL MATRIMONIO
In Kenya la brutale pratica dell’infibulazione è illegale. Ma in molte tribù africane, le tradizioni sono più importanti delle leggi e la circoncisione è considerata un rito di transizione verso la femminilità e il matrimonio.
Il fotografo Siegfried Modola ha assistito alla cerimonia di quattro adolescenti nella tribù dei Pokot, nelle zone rurali del Kenya e con le sue immagini ci trasmette attimi di intenso dolore e paura.
Nella sua forma più estrema, l’infibulazione, nota anche come mutilazione genitale femminile, prevede il taglio del clitoride e dei genitali esterni, per poi cucire la vagina. Si pensa così di ridurre il desiderio sessuale di una donna. Tutto ciò realizzato con lamette da barba, forbici o vetri rotti.
Più di un quarto delle donne keniote hanno subito la prova, nonostante gli sforzi del governo per porre fine alla pratica.
“E' una tradizione” dice il padre di una delle ragazze. Una madre crede che sia un segno di forza: “Sono molto orgogliosa di mia figlia. Il dolore sarà terribilmente forte. Ma è un segno per il resto della comunità”. Dopo la cerimonia le ragazze possono indossare un collanone di perline e grandi orecchini in ottone e vengono avvolte in pelli di animale. La vernice bianca è il segno riconoscibile che la mutilazione è avvenuta.
La legge keniota prevede l'ergastolo quando una ragazza muore dopo la procedura, che oltre al dolore lancinante, può causare emorragie, shock e complicazioni durante il parto.
Secondo i dati dell'UNICEF, più di 125 milioni di donne hanno subito la pratica in 29 paesi tra Africa e Medio Oriente.