giuliano ferrara

GIULIANO FERRARA FONDA UN ALTRO GIORNALE? - POTREBBE CHIAMARSI “L’ITALIA LIBERA”, UN QUOTIDIANO DI “RESISTENZA” AL GOVERNO LEGA E M5S - SAREBBE LA RISPOSTA ALL'IPOTIZZATO SILURAMENTO DI CLAUDIO CERASA DA PARTE DELL’EDITORE DE “IL FOGLIO”, VALTER MAINETTI, CRITICO NEI CONFRONTI DEL DIRETTORE E DELLA SUA LINEA OSTINATA E CONTRARIO VERSO IL GOVERNO

Da http://www.liberoquotidiano.it

 

CLAUDIO CERASA E GIULIANO FERRARA

Voci clamorose che riguardano la redazione de Il Foglio. Si dice, si sussurra, che l'editore Valter Mainetti potrebbe allontanare il direttore, Claudio Cerasa, a causa delle sue ostinate critiche al governo Lega-M5s, contro il quale anche il fondatore, Giuliano Ferrara, e sempre dalle colonne de Il Foglio, è in più occasioni stato durissimo. E le voci dicono anche che, nel caso lo scenario si trasformasse in realtà, l'Elefantino potrebbe dar vita a un nuovo quotidiano, altrettanto sofisticato ed elegante, ma con una diversa denominazione ispirata alla resistenza anti-fascista del Partito d'azione. Come riporta La Stampa, ci sarebbe già anche il nome: L'Italia libera.

paola e valter mainetti

 

Le voci si rincorrono da un paio di settimane, da quando Mainetti ha reso pubblico il dissenso rispetto alla linea del suo stesso giornale, con una lettera in prima pagina su Il Foglio intitolata "La voce del padrone". Da quel giorno la redazione si interroga: se Cerasa fosse allontanato, "tu resteresti nella vecchia casa occupata dai populisti, oppure metteresti lo zaino in spalla per seguire sulle montagne l'Elefantino?".

 

Comunque sia, negli ultimi giorni la tensione si sarebbe stemperata: si narra anche di una cena in cui editore e direttore hanno duettato davanti a circa 200 ospiti. E anche Ferrara esclude in modo netto le voci sul nuovo giornale: "Non c'è niente di vero". Ma come ricorda sempre Ugo Magri su La Stampa, i "piani B" hanno una caratteristica comune: se esistono, non vengono rivelati fino alla realizzazione.

Ultimi Dagoreport

putin musk zelensky von der leyen donald trump netanyahu

DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA ESTERA POTREBBE CHIUDERE LE GUERRE IN UCRAINA E MEDIORIENTE (COSTRINGENDO PUTIN E ZELENSKY ALLA TRATTATIVA E RISPOLVERANDO GLI ACCORDI DI ABRAMO TRA NETANYAHU E IL SAUDITA BIN SALMAN) – I VERI GUAI PER TRUMPONE SARANNO QUELLI "DOMESTICI”: IL DEBITO PUBBLICO VOLA A 33MILA MILIARDI$, E IL TAGLIO DELLE TASSE NON AIUTERÀ A CONTENERLO. ANCORA: ELON MUSK, PRIMA O POI, SI RIVELERÀ UN INGOMBRANTE ALLEATO ALLA KETAMINA CHE CREA SOLO ROGNE. LA MAXI-SFORBICIATA AI DIPENDENTI PUBBLICI IMMAGINATA DAL “DOGE” POTREBBE ERODERE IL CONSENSO DEL TYCOON, GIÀ MESSO A RISCHIO DAL PIANO DI DEPORTAZIONE DEI MIGRANTI (GLI IMPRENDITORI VOGLIONO LAVORATORI A BASSO COSTO) – I GUAI PER L’EUROPA SUI DAZI: TRUMP TRATTERÀ CON I SINGOLI PAESI. A QUEL PUNTO GIORGIA MELONI CHE FA: TRATTA CON "THE DONALD" IN SEPARATA SEDE O RESTERÀ "FEDELE" ALL'UE?

simona agnes gianni letta giorgia meloni rai viale mazzini

DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI LETTA: L’EX RICHELIEU DI BERLUSCONI NON RIESCE A FAR OTTENERE A MALAGÒ IL QUARTO MANDATO AL CONI. MA SOPRATTUTO FINO AD ORA SONO FALLITI I SUOI VARI TENTATIVI DI FAR NOMINARE QUEL CARTONATO DI SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA DELLA RAI A SCOMBINARE I PIANI DI LETTA È STATO CONTE CHE SE NE FREGA DEL TG3. E L'INCIUCIO CON FRANCESCO BOCCIA L'HA STOPPATO ELLY SCHLEIN – PARALISI PER TELE-MELONI: O LA AGNES SI DIMETTE E SI TROVA UN NUOVO CANDIDATO O IL LEGHISTA MARANO, SGRADITO DA FDI, RESTA ALLA PRESIDENZA "FACENTE FUNZIONI"...

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN GRAN DA FARE, MA GUARDANDOSI INTORNO NON VEDE STATISTI: NUTRE DUBBI SUL CARISMA DI GENTILONI, È SCETTICO SULL'APPEAL MEDIATICO DI RUFFINI, E ANCHE RUTELLI NON LO CONVINCE – NON SOLO: SECONDO IL PROF NON SERVE DAR VITA A UN NUOVO PARTITO MA, COME IL SUO ULIVO, OCCORRE FEDERARE LE VARIE ANIME A DESTRA DEL PD - NON BASTA: IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE CHE DOVRA' SFIDARE IL REGIME MELONI, SECONDO PRODI, NON DOVRÀ ESSERE IL SEGRETARIO DI UN PARTITO (SALUTAME ‘A ELLY)…

giorgia meloni romano prodi elon musk donald trump ursula von der leyen giovanbattista fazzolari

COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA PIAGA: “L’ESTABLISHMENT AMERICANO ADORA LA MELONI PERCHÉ OBBEDISCE” - OBBEDIENTE A CHI? AI VERI ‘’POTERI FORTI’’, QUEI FONDI INTERNAZIONALI, DA BLACKSTONE A KKR, CHE FINO A IERI LO STATALISMO DI MELONI-FAZZOLARI VEDEVA COME IL FUMO AGLI OCCHI, ED OGGI HANNO IN MANO RETE UNICA, AUTOSTRADE, BANCHE E GRAN PARTE DEL SISTEMA ITALIA - E QUANDO SI RITROVA L’INATTESO RITORNO AL POTERE DI TRUMP, ECCOLA SCODINZOLARE TRA LE BRACCIA DI ELON MUSK, PRONTA A SROTOLARE LA GUIDA ROSSA AI SATELLITI DI STARLINK - LA FORZA MEDIATICA DI “IO SO’ GIORGIA” VA OLTRE QUELLA DI BERLUSCONI. MA QUANDO I NODI ARRIVERANNO AL PETTINE, CHE FARÀ? DA CAMALEONTICA VOLTAGABBANA TRATTERÀ I DAZI CON TRUMP O RESTERÀ IN EUROPA? - MA C’È ANCHE UN ALTRO MOTIVO DI RODIMENTO VERSO PRODI…