IL CINEMA DEI GIUSTI - ALEJANDRO AMENABAR, DOPO I SUCCESSI DI ''THE OTHERS'' E ''MARE DENTRO'' TORNA AL THRILLER E AL CINEMA DI GENERE CON ''REGRESSION'', SEPOLTO DI CRITICHE NEGATIVE. MA IL FILM NON È COSÌ MALVAGIO, TRA DEMONI, ESORCISMI E MESSE NERE
Marco Giusti per Dagospia
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Regression di Alejandro Amenabar
Hai voglia a frugar nella testa con l’ipnosi… Sai quante cose possono venir fuori… Ma saranno tutte vere? Bisogna tornare nel 1990, quindi senza telefonini, internet e social network, per apprezzare a pieno Regression, mistery demoniaco scritto, diretto e prodotto da Alejandro Amenabar, affermato regista di The Others e di Mare dentro, che torna qui al thriller e al cinema di genere dei suoi esordi. Non con grandissimo successo, vista la massa di critiche negative che il film ha ricevuto, anche se non è affatto così malvagio.
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Certo, da un regista di peso come Amenabar, magari, uno si aspettava qualcosa di più forte, sia come storia sia come messa in scena, anche se qui sembra più interessato alla ricostruzione del momento storico che alla storia che racconta. Insomma, siamo nel Minnesota povero del 1990, tutto ricostruito in Canada, e il detective Bruce Kenner, il sempre ottimo Ethan Hawke, deve risolvere un caso difficile che a un certo punto si espanderà a macchia d’olio coinvolgendo tutta una piccola e fino allora tranquilla comunità.
Una ragazzina, Angela, interpretata da Emma Watson al suo sesto film dopo la saga di Harry Potter, confessa di essere stata violentata dal padre, John Gray, interpretato da un ottimo David Dendick, un meccanico ubriacone, che cerca di superare i problemi suoi e della sua famiglia con la fede, legandosi cioè alla Chiesa del Reverendo Beaumont, una specie di fanatico cattolico sempre in cerca del diavolo.
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I Gray hanno seri problemi, visto che la mamma di Angela è morta, forse suicida, in un incidente di macchina, il fratello Roy è scappato in città, il più lontano possibile da tutti, e nasconde dei segreti, la vecchia nonna, è alcolizzata e difende il figlio da ogni accusa.
Detto questo, John Gray, non ricorda assolutamente nulla riguardo la possibile violenza alla figlia e vive tutto questo con estremo dolore. Per capirci qualcosa, Kenner chiama uno psicologo, Kenner Raines, interpretato da David Thewlis, che con l’uso dell’ipnosi farà regredire nel tempo John Gray per cercare di arrivare alla verità.
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Dagli interrogatori sotto ipnosi dello piscologo verrà fuori poco alla volta un caso di satanismo che coinvolge molti menbri della comunità, con tanto di messe nere, gatti neri, bambini da sacrificare. Il problema è che la polizia e il medico vedono nella terapia della regressione una sorta di macchina della verità, ma non è proprio così. E intanto Angela si legherà un po’ troppo al detective, sempre più sotto stress.
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Come mistery non è male, anche perché fruga più che nei meccanismi del genere, nelle passioni anni 90 per il demoniaco e i casi di isterismo collettivo. Emma Watson e Ethan Hawke funzionano. La bella fotografia di Daniel Aranyo, che lavora proprio nella ricostruzione del periodo, pure. Certo, dopo True Detective è difficile muoversi in questo tipo di mondo. In sala dal 3 dicembre