IL CINEMA DEI GIUSTI – “CHE DIFFERENZA PASSA TRA UN OSTE E UNO STRONZO?” NON LO SAPREMO MAI, VISTO CHE LA BATTUTA, FINISSIMA, INIZIATA DA LILIANA FIORELLI NEL PRIMO EPISODIO DI “I MIGLIORI GIORNI” FIRMATO DA MASSIMILIANO BRUNO E EDOARDO LEO, VIENE BRUSCAMENTE INTERROTTA PER NON ESAGERARE CON LE VOLGARITÀ A TAVOLA. ARIDATECE ER CINEPANETTONE! È DA IERI CHE CERCO DI CAPIRE COME POSSA CONCLUDERSI (LA BATTUTA) E DI TROVARE QUALCHE NOTA POSITIVA AL FILM… - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
liliana fiorelli massimiliano bruno i migliori giorni
“Che differenza passa tra un oste e uno stronzo?” Non lo sapremo mai, purtroppo, visto che la battuta, finissima, iniziata da Liliana Fiorelli la cena della vigilia di Natale nel primo episodio di “I migliori giorni” firmato da Massimiliano Bruno e Edoardo Leo, viene bruscamente interrotta per non esagerare con le volgarità a tavola.
valentina lodovini i migliori giorni
Aridatece er cinepanettone! E’ da ieri che cerco di capire come possa concludersi (la battuta) e di trovare qualche nota positiva al film, visto che lo stanno stroncando in parecchi, ma che mi sembra decisamente più interessante delle ultime regie sia di Bruno (“C’era una volta il crimine”) che di Leo (“Lasciarsi un giorno a Roma”).
Intanto è positivo il ritorno del film a episodi. Gli italiani erano maestri, ai tempi della commedia all’italiana, nei film a episodi. Certo, allora i registi erano Dino Risi, Franco Rossi, Luigi Comencini, Ettore Scola e Mario Monicelli. Ma nel film a episodi, alla faccia dei produttori, potevi inserire storie e situazioni che non avevano il respiro per uno sviluppo da 90 minuti ma intuizioni e spunti feroci e potenti.
luca argentero i migliori giorni
Dove una maggiore lunghezza avrebbe annacquato la carica aggressiva di satira di costume, uno sketch da 20-30 minuti avrebbe funzionato alla perfezione per raccontare qualcosa di nuovo e di divertente. Oggi che è tutto seriale, che è tutto allungamento infinito, il ritorno al film a episodi obbliga chi scrive e chi dirige a un’attenzione narrativa maggiore rispetto al lungometraggio, che spesso frana per interesse dopo i primi 30 minuti.
Ambizioso nella sua idea di riprendere la commedia amara alla Scola o dark alla Monicelli, ma senza perdere una battuta da comicità romana degli ultimi vent’anni, “I migliori giorni” sviluppa quattro storie, “La vigilia”, “Capodanno”, “San Valentino” e “l’8 marzo”, dirette due a testa da Leo (“La vigilia” e “San Valentino”) e Bruno (“Capodanno” e “L’8 marzo”) dove attorno a una data importante dell’anno si sfogano tutti gli orrori degli italiani medi e delle loro famiglie.
anna foglietta edoardo leo i migliori giorni
La cena di Natale vede così riunirsi tre fratelli, Anna Foglietta, incazzata al punto giusto, Leo e Bruno, cattivi e ignoranti come da copione, che hanno idee diverse riguardo il Covid e i vaccini. E ovviamente anche idee politiche diverse. Cosa che manderà all’aria la solennità della festa e la carriera della Foglietta, politica in carriera che ha sbadatamente invitato il segretario del suo partito, Pietro Da Silva.
Il Capodanno metterà di fronte al cenone di un ostello per poveri l’orrendo industriale corrotto e puttaniere di Max Tortora, sempre bravissimo, con moglie non proprio fedele, Giorgia Solari, già partner teatrale di Marco Travaglio, e figlia tossica, e un autista, Paolo Calabresi, cacciato anni prima da lui e quindi in cerca di clamorosa vendetta mediatica. Il giorno di San Valentino vede invece rincorrersi una coppia sposata da 25 anni, la donna in carriera Valentina Lodovini e il giornalista pigrissimo Luca Argentero, l’amante di lui, la formosa Maria Chiara Centorami, e l’amante dell’amante di lui, cioè Greta Scarano, che, guarda un po’, è anche il braccio destro della moglie di lui. Il tutto è complicato dal desiderio che ha la Lodovini di iniziare una storia, quella sera, proprio con la Scarano.
claudia gerini i migliori giorni
La quarta storia, che nasce dalla recente cronaca televisiva, vede lo scontro in studio tra un’anchor woman di una qualche notorietà, Claudia Gerini, e il suo capo-autore, Stefano Fresi, riguardo il tipo di scuse da fare in diretta riguardo un brutto e politicamente scorretto servizio televisivo sulle donne.
valentina lodovini greta scarano i migliori giorni
Come nei vecchi “Mostri” di Dino Risi, la cronaca offre agli sceneggiatori gli spunti migliori per mettere in scena i nostri maggiori vizi e difetti. Al punto che, anche se la situazione non è più così attuale come lo era un anno fa, ci riconosciamo un po’ tutti nella famiglia coi fratelli divisi tra vaccinati e no-vax. E devo dire che Foglietta-Bruno-Leo fanno piuttosto ridere nel raccontare quello che tutti abbiamo vissuto. Un po’ forzata, invece, anche se Gerini e Fresi ce la mettono tutta nel loro scontro in diretta, la situazione dell’8 marzo, anche perché è un materiale altamente scivoloso da gestire per gli sceneggiatori.
La ronde della cena di San Valentino con i quattro personaggi che si rincorrono tutto il giorno per capire con chi ceneranno ha una buona partenza, sviluppa bene i personaggi della Lodovini e della Scarano, ma tralascia sia Argentero, chiuso a casa in attesa di chiamata, e della new entry Centomari. Un po’ patatona. E’ il tipico episodio non concluso già in fase di sceneggiatura, ma che avrebbe potuto essere sviluppato e allargato con successo. Peccato. Ma, ripeto, Lodovini e Scarano bravissime. Insomma, un film che funziona a metà, ma che riprende una sana tradizione italiana che potrebbe dare buoni risultati. Applicandosi un po’…
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