fedez le nuove comiche i pompieri

IL DIVANO DEI GIUSTI - FEDEZ HA VINTO AL PUNTO CHE SALVINI GLI CHIEDE DI PRENDERSI UN CAFFÈ E DI PARLARE DI DIRITTI (CON SALVINI?). TRANQUILLI CHE È TUTTO COME PRIMA, STASERA RITORNANO “I POMPIERI” E “LE NUOVE COMICHE” SU CINE 34. UN AMICO REGISTA INTANTO MI STRONCA “NOMADLAND” (“FILM TARDO CAPITALISTA CHIC SULLA POVERTÀ”) E MAGARI HA UN PO’ DI RAGIONE - VIDEO

Marco Giusti per Dagospia

fedez

 

Almeno Fedez ha ravvivato il 1° Maggio, su. Speravamo tanto in Lillo nella sua nuova veste “So’ Lillo”, invece è stato Fedez con il suo scontro, giusto ma un po’ facile, coi leghisti e con la solita Rai contraddittoria, a portare il giusto pepe con tanto di video-rivelazione e di discorso emozionato sul palco dedicati soprattutto al DDL Zan sull’omofobia. Mentre Pio e Amedeo si comportavano alla Barbareschi concionando sul politicamente corretto (ma come si fa?) e rovinando così il loro giusto successo.

 

pio e amedeo

Al punto che non ci si può non trovare pro Fedez, che ho trovato inutile in “Lol”, e ahimè contro Pio e Amedeo, che ho semi-scoperto su Rai Due ai tempi di “Base Luna” (c’era anche Lillo, ovviamente), programmino di Rai Due dove vennero a due lire e che difesi contro tutti i critici presentando il loro primo e unico film che io e Checco Zalone volevamo intitolare “Due foggiani in Italia”.

 

pio e amedeo

Un grande titolo. Il film era un mezzo disastro che in parte rigirò Fausto Brizzi. Meglio Fedez di Pio e Amedeo, insomma? Dirlo è davvero una cosa contro natura per me. E la Rai ieri ha fatto la solita figura di merda. Da che parte sta? Da nessuna e da tutte. Come sempre. Una rete che mette prima Report e poi Barbareschi o che alterna Lundini a Pino Insegno è ovviamente un casino e un groviglio di contraddizioni.

 

Un amico regista intanto mi stronca “Nomadland” (“film tardo capitalista chic sulla povertà”) e magari ha un po’ di ragione. “Senza tetto né legge” di Agnes Varda era un’altra cosa. Ma se vinci l’Oscar hai comunque vinto. E Fedez ha vinto, al punto che Salvini gli chiede di prendersi un caffè e di parlare di diritti (con Salvini?). Tranquilli che è tutto come prima, stasera ritornano “I pompieri” e “Le nuove comiche” su Cine 34. E Rai Storia alle 21, 10 ripresenta Bruno Ganz come Hitler dentro al bunker (“nein nein nein”) ne “La caduta”, film anche un po’ ridicolo di Oliver Hirschbiegel. Mi raccontò Franco Franchi che sua madre si sentì male vedendo in tv parlare il vero Hitler in un filmato di repertorio. ”Ma questo non lo possono cacciare dalla Rai?” gli chiese.

 

fedez

“Mamma, ma questo è Hitler”, rispose Franco. Rai Movie alle 21, 10 presenta il commovente ritratto di Georges Mélies nel ricchissimo “Hugo Cabret”, sofisticato giocattolone in 3D sulle origini del cinema. I produttori americani pensavano qualche anno fa che col 3D il cinema avrebbe vinto sulla tv e sullo streaming. Non è andata così. E Mélies può seguitare a vendere giocattoli ai bambini, mentre Nanni Moretti si riappropria del Nuovo Sacher mostrandoci “Minari” e io riscopro su Mubi “Femmini folli” di Erich con Stroheim, capolavoro del muto che fa impallidire tutto quello che ho visto o rivisto in questi mesi. Lui sì che venne censurato davvero.

 

volver

Credo che non sia male il revenge thriller “Dark Places – Nei luoghi oscuri” di Gilles Paquet Brenner con Charlize Theron alla ricerca  della verità sulla morte dei suoi genitori. Italia 1 presenta invece la prima parte di “It” di Andres Muschietti. Non era affatto male. E Rete 4 ripropone il bellissimo “Le ali della libertà” di Frank Darabont con Tim Robbins e Morgan Freeman. Non ci sono grandi film né cose proprio originali in seconda serata.

 

Le cose migliorano col bellissimo “Volver” di Pedro Almodovar con Penelope Cruz su Rete 4 alle 00, 20. E trovo tra i migliori film di Giuseppe Tornatore “La migliore offerta” con Geoffrey Rush in stato di grazia, un Donald Sutherlan fuori posto e una Sylvia Hoeks un po’ inconsistente per essere il cuore della storia. Solo nel cinema bis puoi vedere Carletto Delle Piane che fa il professore italiano nell’Iowa si innamora riamato di Brooke Shields, “Un amore americano” di Piero Schivazappa, Cine 34 alle 00, 45. Le cose migliorano davvero nella notte, fuori da ogni discorso di Fedez e di Pio e Amedeo.

 

i pompieri

La stravaganza mai vista davvero “Mano di velluto” di tal Ettore Fecchi con Paolo Ferrari ladro internazionale alla Diabolik, ma ci sono anche la bellissima Dominique Boschero, Wilfrid BRambell, Toni Ucci e Francesco Mulé, Cine 34 alle 2, 35. Ma c’è anche il delizioso “Grandi manovre” di René Clair con Gerard Philippe, Michéle Morgan, Jean Desailly e Brigitte Bardot, visto solo in tv un secolo fa. Per non parlare di “La garçonniere” di Giuseppe De Santis, rarità assoluta, Rete 4 alle 3, con Raf Vallone, Eleonora Rossi Drago, Gordana Miletic, Nino Castelnuovo e Franca Marzi, che al tempo era sposata con un celebre pugile italiano che, quando andava giù a tappeto, si sentiva dire un clamoroso “Franca… m’arzi!?”.

christian de sica, ricky tognazzi e moana pozzi in i pompieri

 

Ci sono anche due film di Luigi Comencini, su Rai 3 alle 3, 25 il bianco e nero “La ragazza di Bube” con Claudia Cardinale come contadina toscana, George Chakiris passato da “West Side Story” a partigiano killer di fascista a guerra finita. Sceneggiatura di Suso Cecchi D’Amico e Raffaele La Capria dal libro omonimo di Carlo Cassola. Fotografia, udite udite, di Gianni Di Venanzo, musica di Carlo Rustichelli. E su Cine 34 alle 4, 25 il più raro e più originale “Senza sapere nulla di lei”, giallo ambientato tra Livorno e Milano con una Paola Pitagora sempre nuda femme fatale che fa girar la testa all’assicuratore ispettore Philippe Leroy, molto poco adatto al ruolo. Fotografia di Pasqualino De Santis e musica di Ennio Morricone.

renato pozzetto paolo villaggio. le nuove comiche

 

Ma che cine avevamo in quegli anni? E Paola Pitagora, allora, piaceva a tutti, anche se questo film lo vedemmo e lo amammo davvero in pochi. Tutto si chiude con un horror anni’80 di Claudio Lattanzi, “Killing Birds”, Italia 1 alle 4, 25 con Lara Wendel e Robert Vaughn, e il davvero lontano ma pregevole “Il letto”, Rete 4 alle 4, 50, film a episodi firmati da Henri Decoin, Jean Delannoy, Gianni Franciolini, Ralph Habib e interpretati da Vittorio de Sica, Jeanne Moreau, Richard Todd, Martine Carol, Dawn Addams, Bernard Blier. Uffa. 

i pompieri 3i pompieri 2renato pozzetto paolo villaggio. le nuove comiche i pompierii pompieri 1

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…