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LA CANNES DEI GIUSTI - LA SPECIALITÀ DELLA BELLA E GIOVANE ARIANE, FIDANZATA DI UN PROFESSORE CUPO E SFIGATO, È TRADIRLO REGOLARMENTE CON GIOVANOTTI IN RAPIDE SCOPATE IN BAGNO IN PEDI. COME NELLA CANZONE DI JANNACCI - NESSUNO OGGI SA PIÙ GIRARE O SCRIVERE FILM COME 'L'AMANT D'UN JOUR' DI PHILIPPE GARREL, CON FOTOGRAFIA IN BIANCO E NERO E CANZONE DI HOUELLEBECQ. NIENTE DI NUOVO, MA FA COSÌ PIACERE RITROVARSI A CASA

 

 

 

Marco Giusti per Dagospia

 

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Cannes quarto giorno. In pe'... La specialità della bella e giovane Ariane, Louise Chevillotte, fidanzata di un professore di filosofia di mezza età, cupo e sfigato, Gilles, Eric Caravaca, è tradirlo regolarmente con giovanotti in rapide scopate in bagno in piedi. In pe', appunto, come nella canzone di Jannacci, “Veronica”.

 

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Osannato, anche giustamente, come opera leggera ma perfetta dalla critica francese, il nuovo film di Philippe Garrel, L'amant d'un jour, scritto assieme a altri tre sceneggiatori, due ragazze, Caroline Deruas e Arlette Langmann, e il glorioso Jean-Claude Carrière, non solo mantiene le promesse, ma continua in maniera adorabile la galleria di ritratti femminili che da anni Garrel mette in scena di film in film fin dagli anni ’60.

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In questo caso le ragazze sono due, più o meno coetanee. Jeanne, la figlia del professore, interpretata da Esther Garrel, che torna nella casa del padre quando il suo fidanzato la lascia, e Ariane, la ragazza del padre che non riesce a fare a meno di tradirlo nei bagni dell'università con amanti occasionali, ma anche di sentirsi assolutamente innamorata del suo uomo. La convivenza tra le due donne e il rapporto che lega entrambe col professore è il cuore del film.

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Ariane deve nascondere qualche foto porno di troppo, che Jeanne ha scoperto per caso in un chiosco di giornali, mentre Jeanne deve nascondere al padre un maldestro tentativo di suicidio per amore. Tra le due ragazze, unite da questi segreti da mantenere, si instaura un rapporto di complicità femminile che Garrel spinge verso la commedia sentimentale, giungendo sempre più a escludere da questo gioco Gilles, che si trova intrappolato dalle rete di rapporti tessuto dalle sue due donne.

 

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Nessuno oggi sa più girare film così, né scriverli, né può vantare la fotografia in bianco e nero, luminosissima e perfetta del vecchio Renato Berta o giocare un numero musicale con una canzone scritta addirittura da Michel Houllebecq. Niente di nuovo, certo, ma fa così piacere ritrovarsi a casa.

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