francesco merlo alberto arbasino

SE SI CHIEDE DI LAVORARE GRATIS... – UN LETTORE DI “REPUBBLICA” TROVA CHE NON SIA “GIUSTO CHE GLI OSPITI DEI TALK SHOW VENGANO COMPENSATI. L'OPINIONE PAGATA NON PUÒ ESSERE LIBERA” - MERLO È D’ACCORDO: “GLI SPETTATORI DEBBONO SAPERLO PERCHÉ IL COMPENSO CAMBIA LA NATURA DELLA PARTECIPAZIONE” – PER DAGOSPIA VALE ARBASINO: “CANTANTI E SUONATORI TELEVISIVI SONO PAGATI CIFRE ENORMI. SOLO AGLI SCRITTORI VIENE RICHIESTO DI LAVORARE GRATIS. PER VANITÀ? PER PUBBLICITÀ? MAH, DICONO GLI INGENUI. FORSE RETAGGIO DEI TEMPI QUANDO IL LETTERATO VENIVA TRATTATO COME LACCHÈ”

Da “Posta e Risposta” - “la Repubblica”

 

francesco merlo

Caro Merlo, non trovo giusto che gli ospiti dei talk show vengano compensati. L'opinione pagata non può essere libera. Marcella Marchini - Rieti

 

Risposta di Francesco Merlo:

 

Non tutti chiedono “il gettone”. Paolo Mieli, per esempio, non accetta compensi e da tempo propone che, nel sottopancia, venga scritto se l'ospite è pagato. Non c'è nulla di male nel gettone, ma gli spettatori debbono saperlo perché il compenso cambia la natura della partecipazione.

 

Il talk show è infatti diventato un copione al servizio del pubblico dove i ruoli, ormai fissi, sono distribuiti come a teatro: lo strampalato e l'ingenua, l'indignata e lo spaesato, l'aggressivo e l'emozionata, sino all'esperto in sbranamento e calci in bocca.

 

SE SI CHIEDE DI LAVORARE GRATIS...

Lettera di Alberto Arbasino a "la Repubblica" del 27 ottobre 2010

 

alberto arbasino

Recentemente , in occasione dei vari screzi, si sono trattate anche sui media le cifre dei compensi per i partecipanti a programmi e iniziative televisive. Cachet superiori ai redditi dei ricercatori e precari. Però, mai oggetto di contestazioni o provocazioni di massa.

 

Nelle varie categorie, quelle cifre sono assolutamente normali. Anche perché ognuno sa che per cantanti e suonatori bisogna rivolgersi alle agenzie. Ma del resto anche i medici e gli avvocati e i tecnici non parrebbero lusingati dovendo visitare gratis un capufficio o dar consigli gratis a un industriale o riparare gratis la lavatrice di una gentildonna. Anche gli artisti, dopo tutto, non regalano volentieri le loro opere a tutti quelli che le domandano.

 

Sembra che soltanto la categoria degli scrittori faccia delle eccezioni. Per vanità? Per pubblicità? Mah, dicono gli ingenui. Forse retaggio dei tempi quando il letterato veniva trattato come lacchè.

 

alberto arbasino 2

Certamente, però, ogni giorno quasi ogni scrittore viene richiesto «eccezionalmente» e «perché ci tengono tanto» di fare qualche lavoro gratis. Presentando, presenziando, parlando, scrivendo. Per enti, sistemi, organismi, reti, strutture, talmente signorili e fini che chiedono un lavoro professionistico a un professionista. Ma lo vogliono gratis. Pagheranno «altri»? Ma chi, fra i tagli ai bilanci e l'industria del lusso? Altro che occupare le facoltà e i tappeti rossi...

alberto arbasino alberto arbasinoalberto arbasinoAlberto Arbasinoalberto arbasino - matchalberto arbasino

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