TRA LE GNOCCHE SENZA QUID (CARLà E BAR REFAELI) E MARKETTONI VARI, BISOGNA ACCONTENTARSI DELLE CAZZATINE DELLA LITTIZZETTO: “SONO STANCA MORTA. HO FATTO L’AMORE TUTTA LA NOTTE CON TOTO CUTUGNO MENTRE L’ARMATA ROSSA AL COMPLETO STAVA LÌ A GUARDARCI” (AH! AH!) – ARISTON FROCIO: OVAZIONE PER ASAF AVIDAN, CANTANTE GAY ISRAELIANO E APPREZZAMENTO PER LA CANZONE DEI BLASTEMA SULL’AMORE TRA DUE UOMINI - SUPERFAVORITI ELIO, MALIKA AYANE E I MODÀ…

Giuseppe Videtti per "la Repubblica"

Luciana Littizzetto versus Carla Bruni. «Una gnocca e mezzo. Siamo state separate alla nascita, gemelle diverse. Qualche difetto ce l'avrai anche tu, ti puzza l'alito?». Scontro? Macché. Carlà, disponibilissima, sta al gioco e accompagna alla chitarra la piccola torinese nella parodia di una sua vecchia canzone («Lei ha una coscia che è alta quanto me / Io dico le boiate sempre su RaiTre / Lei s'è portata a casa fior di Sarkozy / Io spero d'uscir viva sabato da qui»). L'ex first lady di Francia, ridiventata ragazza con la chitarra, filiforme in un severo tailleur pantalone antracite, è venuta a presentare la sua quarta raccolta di canzoni, Little French songs.

Littizzetto infierisce, Carlà sta al gioco: «È nata gnocca, ricca, diventata top model. Ha detto: "Mi fidanzo con un francese" e ha sposato Sarkozy. Ha preso la chitarra e ha venduto milioni di dischi. Ha più culo che anima. Se pesta una merda di cane sotto ci trova un tartufo di quattro chili». Fiacco l'intervento di Marcorè nei panni di Alberto Angela, troppo rischioso fargli fare Monti. L'inesauribile Littizzetto resta il punto di forza Festival: «Sono stanca morta. Ho fatto l'amore tutta la notte con Toto Cutugno mentre l'Armata Rossa al completo stava lì a guardarci».

È piacevole e si fa voler bene Sanremo quando accarezza le sue glorie. Bravo Beppe Fiorello che ha aperto e chiuso la seconda serata spalancando le braccia come Modugno, che di Festival ne vinse quattro, e lui impersonerà nello sceneggiato Volare in onda su RaiUno il 18 e il 19 febbraio. Potente nelle sue riprese di alcuni evergreen di Mimmo. Un momento di commozione in una giornata difficile. Lo spettacolo si sarebbe svolto in un clima parecchio più rilassato dopo il boom di ascolti.

Ma Fabio Fazio non poteva ignorare l'assenza dei Ricchi e Poveri, previsti nel siparietto Sanremo Story, per la morte improvvisa del figlio 22enne di Franco Gatti. La mestizia era nell'aria già dalla mattinata di ieri; poi grande commozione in teatro quando il presentatore ha ricordato che il trio genovese avrebbe ritirato il premio alla carriera.

È stato uno dei momenti più emozionanti all'Ariston, insieme all'esibizione di Asaf Avidan, il cantante israeliano rivelazione di quest'anno, capace di stabilire un rapporto di grande intensità con l'ascoltatore grazie a una particolarissima voce transgender (si esibirà il 23 aprile a Milano e il 16 luglio a Roma). Doverosa la standing ovation.

Tra i sette big in gara ieri sera c'è con ogni probabilità il vincitore; i superfavoriti sono Elio e le Storie tese (che si sono presentati vestiti da chierici e nel ritornello di "Dannati forever" hanno aggiunto qualche malizioso pa-pa fuori testo) con "La canzone mononota" e Malika Ayane, raffinata interprete di "E se poi", firmata da Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. Tenero, ironico e lunare Simone Cristicchi (già vincitore di un Sanremo con "Ti regalerò una rosa", nel 2007).

Parecchio coinvolgente il suono degli Almamegretta con l'inconfondibile timbro mediorientale di Raiz. Annalisa, campionessa di Amici, non ha trovato (come già gli altri laureati da X-Factor passati nella prima serata) un repertorio in sintonia con la sua bella voce.

I Modà, prevedibilmente i favoriti del voto popolare, potrebbero riservare sorprese nella finale di sabato, come anche i cantanti provenienti dai talent show (Chiara, Mengoni e Annalisa), volti arcinoti ai televotanti. Dei quattro giovani che si sono esibiti intorno alla mezzanotte passano il turno i Blastema, il gruppo prodotto da Dori Ghezzi e Luvi De André, e Renzo Rubino con la canzone sull'amore omosessuale. È il Sanremo dell'orgoglio gay.

 

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