hwang dong hyuk squid game

"QUANDO USCIRÀ IL MIO PROSSIMO FILM CREDO CHE MOLTI SI INDIGNERANNO E FORSE SARÒ COSTRETTO A NASCONDERMI PER UN PO'" - HWANG DONG-HYUK, IL CREATORE E REGISTA DI "SQUID GAME", PARLA DEL SUO PROSSIMO PROGETTO DOPO LA SERIE CHE HA BATTUTO TUTTI I RECORD SU NETFLIX: "SI CHIAMA K.O. CLUB, CHE STA PER KILLING OLD MEN CLUB, RUOTA ATTORNO ALL'OMICIDIO DI ALCUNE PERSONE ANZIANE. L'ISPIRAZIONE ME L'HA DATA LA LETTURA DI UN CAPITOLO DI UN LIBRO DI UMBERTO ECO. NON POSSO RIVELARE. POSSO SOLO DIRE CHE LA PELLICOLA SARÀ MOLTO PIÙ VIOLENTA DI SQUID GAME…"

Marco Consoli per “la Stampa”

 

hwang dong hyuk 1

«Cosa c'è di più controverso che assassinare dei vecchi? Quando uscirà il mio prossimo film credo che molti si indigneranno e forse sarò costretto a nascondermi per un po'». Hwang Dong-Hyuk, 50 anni, sceneggiatore e regista di Squid Game, se la ride al MipTV, la fiera dell'intrattenimento televisivo di Cannes, quando racconta cosa lo aspetta dopo la realizzazione della seconda stagione della serie tv di maggior successo della storia di Netflix, il cui arrivo in streaming è previsto nel 2024.

 

«Ho scritto da poco il trattamento di un film intitolato K.O. Club, che sta per Killing Old Men Club, e che ruota attorno all'omicidio di alcune persone anziane. L'ispirazione me l'ha data la lettura di un capitolo di un libro di Umberto Eco, il celebre autore de Il nome della Rosa. La trama è segretissima, e non posso rivelare nulla perché siamo in trattativa con alcuni studios di Hollywood, ma posso solo dire che la pellicola sarà molto più violenta di Squid Game».

Hwang Dong-hyuk sul set

 

Il filmaker si gode ora il successo che ha tardato a lungo a palesarsi, tanto da costringerlo a un certo punto a spremersi le meningi per salvarsi dalla bancarotta: «Il mio primo film era stato un disastro al box office e nel 2009 ero al verde: mi ricordo che sono andato a ritirare i soldi al bancomat un giorno e non ci sono riuscito perché avevo solo 5 dollari sul conto. Ero preoccupato, perché dovevo mantenere la famiglia, ma siccome ero disoccupato, passavo il tempo a leggere manga giapponesi.

 

Hwang Dong-hyuk

 Mi sono fatto coinvolgere da alcuni come Battle Royale che avevano al centro il tema della sopravvivenza, e ho pensato che forse potevo scrivere anche io una storia del genere, ispirandomi anche a film come Saw oppure The Cube. Ma visto che non sono intelligente né forte fisicamente ho pensato di organizzare una gara tra concorrenti in cui è in gioco la vita basata su quei divertimenti per bambini con cui passavo il tempo da piccolo».

 

Nessuno però ha voluto realizzare la prima versione di Squid Game, pensata per il cinema, e così lo script è rimasto sepolto per 10 anni in un hard disk dell'autore, prima che la produttrice Jun Young Jang lo incoraggiasse a proporlo a Netflix, che l'ha trasformato in una storia a episodi.

 

Hwang Dong-hyuk squid game

Gran parte dei 132 milioni di spettatori di quella che si è rivelata la serie di maggior successo di tutti i tempi mai proposta in streaming, non aveva mai visto uno show coreano e questo naturalmente ha attirato l'attenzione dei compratori al mercato dei format e delle fiction, che ora vogliono offrire al pubblico globale nuovi prodotti, come ad esempio Blue Revolution, serie fantascientifica in 10 episodi che racconta il tentativo di una donna di scatenare una rivoluzione contro I, l'intelligenza artificiale che si è impadronita della Terra per evitare un conflitto nucleare, ma ha ridotto in semischiavitù il genere umano.

hwang dong hyuk 7

 

Tra i programmi che hanno attirato l'interesse dei buyer sulla Croisette c'è anche il reality show Bloody Game, chiaramente ispirato al grande successo cinematografico di Parasite, in cui dieci concorrenti sono chiamati a competere tra loro in una casa, divisi tra il piano nobile dei ricchi e lo scantinato destinato ai poveri.

 

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«Realizzare Squid Game è stato impegnativo: ci sono voluti 7 mesi di scrittura e 8 di riprese», dice Hwang Dong-Hyuk, che parteciperà in forma privata alla 20ma edizione del Florence Korea Film Fest, in programma a Firenze dal 7 al 15 aprile, dove accompagnerà l'ospite d'onore e protagonista della serie Lee Jung-Jae.

 

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 «Sceneggiarla però è stato in un certo senso semplice, perché mi sono ispirato alla mia vita. In fondo i due protagonisti, l'uomo di successo Sang-woo e il fallito Gi-hun rappresentano due lati della mia personalità: anche io ho avuto una carriera scolastica brillante, sono diventato l'orgoglio di mia madre, ma poi al college mi sono perso, andando a spendere tutti i soldi alle corse dei cavalli. Ora però mi trovo di fronte a una nuova sfida: non ho la più pallida idea di come iniziare la stesura della seconda stagione. Quello che ho capito però è che non posso più fare tutto da solo come per la prima, e così me ne andrò in qualche posto isolato vicino al mare e mi porterò dietro oltre alla mia produttrice anche i miei collaboratori più cari, in modo che questo sia un lavoro di gruppo».

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