''I GIORNALI LOCALI MORIRANNO IN 5 ANNI''. LO DICEVANO PURE 10 ANNI FA, STAVOLTA DARANNO RETTA AL DIRETTORE DEL ''NEW YORK TIMES'' E SI DECIDERANNO A MORIRE O RISPONDERANNO COME TROISI? DEAN BAQUET: ''CI SARANNO INTERI STATI AMERICANI SENZA GIORNALISMO'' - CHE NE È STATO DELL'INVESTIMENTO DI WARREN BUFFETT, CHE PUNTÒ CENTINAIA DI MILIONI SULLA STAMPA ULTRA-LOCALE, CONVINTO INVECE CHE FOSSE IL FUTURO?
il direttore del the new york times, dean baquet
1. EDITORIA, IL DIRETTORE DEL NYT BAQUET: I GIORNALI LOCALI MORIRANNO IN 5 ANNI. IL LORO MODELLO ECONOMICO È SPARITO
I giornali locali negli Usa hanno i giorni contati. E’ la fosca previsione del direttore del New York Times, Dean Baquet. “La più grande crisi del giornalismo americano riguarda la morte delle notizie locali”, ha detto nel corso dell’INMA World Congress of News Media. “Il loro modello economico è sparito e penso che la maggior parte dei giornali locali in America morirà nei prossimi cinque anni, ad eccezione di quelli che sono stati comprati da un miliardario del luogo”.
Per Baquet si tratta di un problema da prendere in considerazione, “perché un giorno ci sveglieremo e ci saranno stati interi senza giornalismo”.
mark thompson e arthur sulzberger i boss del new york times
Secondo una recente analisi dell’Associated Press, che ha studiato i dati dell’University of North Carolina, in 15 anni 1.400 città in tutta l’America hanno perso un media locale. Inoltre, il Pew Research Center ha rilevato che la circolazione dei quotidiani è diminuita costantemente negli ultimi 30 anni e che i ricavi pubblicitari si sono drasticamente ridotti nel 2006 e continuano a diminuire.
WARREN BUFFETT A CACCIA DI GIORNALI: SOLO NEL 2012 NE HA COMPRATI 28 (PAGANDO 344 MILIONI DI DOLLARI)
2 MARZO 2013
Infatuazione senile o freddo calcolo? Molti continuano a chiedersi perché il leggendario Warren Buffett, il terzo uomo più ricco del mondo (soprannominato l'oracolo di Omaha per il suo fiuto negli investimenti) sia convinto che i giornali abbiano un futuro. Al punto da continuare a comprarli, anche dopo la grande crisi del 2008.
Solo nel 2012 la sua Berkshire Hathaway ha acquistato 28 testate pagando la bellezza di 344 milioni di dollari, pari allo 0,7% della liquidità della colossale holding con sede nel Nebraska. Buffett difende le sue scelte editoriali col coltello tra i denti, fino all'ultimo centesimo. Anche se è pronto a chiudere le testate che non funzionano (è accaduto per uno dei 28 giornali comprati l'anno scorso). Nella sua lettera annuale agli investitori, l'ottantatrenne oracolo di Omaha ha chiarito di «amare i giornali» e, seppur consapevole che i profitti e la pubblicità sono destinati al declino, si dice convinto che i quotidiani locali siano ancora centrali. «I giornali continuano a regnare sovrani nel racconto delle notizie locali - scrive Buffett - : se vuoi sapere cosa succede nella tua città, dal sindaco alle tasse o alla squadra di football del liceo, non c'è ancora un degno sostituto del quotidiano che sia in grado di fare questo lavoro».
E internet? Secondo Buffett il futuro è probabilmente rappresentato dal paywall, cioè dal pagamento per l'accesso ai contenuti, anche se il guru degli investimenti ammette che ancora non si è trovato il modello migliore per "monetizzare" il web. E comunque «anche la più sensata delle strategie internet non sarà in grado di evitare modeste erosioni» dei profitti.
Buffett, tra parentesi, è molto orgoglioso dell'indipendenza dei suoi giornali. Indipendenza non dal potere politico, ma da lui stesso. E sottolinea spesso come alle ultime elezioni dieci delle sue testate abbiano scelto di fare endorsement per Mitt Romney. Mentre lui ha votato per Barack Obama.