GAGAMIA CHE IMPRESSIONE! - “MI TRAVESTIVO PERCHÈ NON MI SENTIVO ABBASTANZA FORTE PER ESSERE ME STESSA” – “SONO UNA FIGLIA DELLA DIVERSITÀ”

Luca Dondoni per "La Stampa"

Che Lady Gaga sia una star globale lo dicono i numeri. Oltre due miliardi e duecento milioni di clic per le visioni combinate dei suoi video, oltre 58 millioni di «Mi Piace» su Facebook e oltre 39 millioni di followers su Twitter.

È anche una delle star più impegnate nel sociale: testimonial mondiale per i diritti LGBT, paladina della lotta contro i problemi dell'Aids, sempre attenta all'uso dell'immagine delle donne (è per questo che spesso mostra il suo corpo nudo, proprio a sottolineare questo impegno) e strenua portavoce delle associazioni che si battono contro la povertà giovanile: nel 2011 ha lanciato la «Born This Way Foundation», una associazione non-profit che si preoccupa di dare un futuro ai giovani homeless e un social network apposta per i suoi fan chiamato «LittleMonsters.com».

Ora Lady Gaga è la star dell'ITunes Festival di Londra, alla Roundhouse nel quartiere di Camden: ha scelto proprio questa passerella per presentare sette delle 9 nuove canzoni di Artpop : Aura , Manicure , Artpop, Jewels & Drugs , Sex Dreams , Swine , I Wanna Be With You e il singolo apripista Applause .

Miss Gaga, lei dalla vita ha avuto molto ma si sta spendendo tanto anche per gli altri. Tra l'altro dopo l'operazione all'anca di sei mesi fa ha temuto per il peggio e in un'intervista alla BBC lo ha confermato.
«Ho avuto paura di non potermi più esibire ma ho lavorato sodo per recuperare. Mentre stavo sulla sedia a rotelle pensavo insistentemente al palco, a quando sarei tornata a ballare e cantare.

Ora i muscoli si stanno risvegliando per bene ma a volte mi sento come Frankenstein. Sono certa del fatto che si debba donare parte di quello che si è ricevuto e ho riflettuto molto su me stessa e sul concetto di "Artpop". So di essere stata fortunata a poter esprimere il mio talento e voglio restituire un po' della mia fortuna».

Non è stata sempre fortunata però, giusto?
«Anche se i miei esordi non siano stati dei più felici, ho capito subito che per arrivare dove sono avrei dovuto sottostare a dei compromessi o creare un'immagine che fosse talmente forte da volare sopra a qualsiasi cosa.

Ho passato momenti difficili e se non mi sentivo abbastanza forte per essere me stessa creavo un'altra persona con l'aiuto di una parrucca e del trucco. Volevano un'artista diversa? Gliela davo. Mi travestivo per coprire un dolore di cui non ho mai parlato».

Ieri però in scena alla Roundhouse si è tolta la parrucca e con una manata si è levata il rossetto dalle labbra...
«Volevo che i miei Little Monsters vedessero la vera Lady Gaga. Glielo dovevo. Grazie a loro ho imparato ad apprezzare me stessa».

Lei davvero li adora i suoi fan.
«Credo che Dio prenda forme diverse e non sappiamo com'è fatto, ma io lo vedo nei miei fan. Ciò che si adora non deve essere necessariamente un'istituzione o una religione».

Lei è un'autentica icona del mondo gay. Perché ?
«Difendo il mondo gay. Sono io stessa, come tutti quelli della mia generazione, una figlia della diversità anche se non necessariamente sessuale. Sento l'obbligo morale di esercitare il mio potenziale rivoluzionario e rendere il mondo un posto migliore».

Intanto il suo mondo (la Haus of Gaga http://www.haus-ofgaga.com/haus-of-gaga) si allarga sempre di più e ora collabora con artisti come Marina Abramovic, Jeff Koons, Robert Wilson e Inez & Vinoodh.
«Stupendo. Stare vicino a gente che vive di arte e ogni giorno ne allarga il concetto ti fa crescere. E la Abramovic mi ha insegnato a convivere con la disciplina».

È vero che nell'album ci sarà una canzone dedicata a Donatella Versace?
«Assolutamente sì. Donatella è la donna che mi è stata più vicina quando ho avuto problemi e non avevo molta gente intorno che mi dava una mano. Non si cura di quello che dicono di lei e si preoccupa per gli altri.

In più ha una figlia (Allegra; ndr) che ha 15 anni e somiglia a me quando avevo la sua età. Questa canzone è un divertimento fra me e Donatella tanto che nel testo c'è la frase "too skinny, too rich, I'm a little bit of a bitch (troppo magra, troppo ricca ma sono anche un po' stronza". Ci abbiamo riso per giorni».

Questo "Artpop" è l'album del cambiamento: non è preoccupata per come lo prenderanno i fan della prima ora?
«No perché io sono la stessa persona di quattro album fa. Ma la mia peculiarità è quella di cambiare ogni giorno, ad ogni ora, di non biasimare nessuno e di godere dell'arte di qualsiasi essere umano. Spesso mi sento miserabile ma non per questo incolpo gli altri. È la condizione di noi artisti».

Un'artista che è diventata ricchissima.
«Sono nata con lo sporco sulla faccia e probabilmente morirò così. Mi crede se le dico che non ho ancora comprato casa?».

 

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