VEDE, SIGNOR PUTIN, NON SIAMO INVIDIOSI. SOLO UN PO’ IMBARAZZATI PER QUELLI, COME IL SUO AMICO, CHE NON SONO PIÙ CAPACI DI ASCOLTARE LA VOCE PROVVIDENZIALE DELLA VERGOGNA - “IL PIÙ BEL GIORNALE DI QUESTA ITALIA, COSÌ MODERNA E COSÌ ALLA MANO, È SENZA ALCUN DUBBIO ‘CHI’. È IL REALISMO SOCIALISTA BERLUSCONIANO” - NEI “COMIZI D’AMORE” DI SANTORO CI ABBANDONEREMMO FELICI ALL’AMPLESSO…

1 - INVIDIOSI?...
Massimo Gramellini per "La Stampa"

Putin ha dichiarato a un congresso di imprenditori che chi critica le notti brave del suo amico Silvio è un invidioso. Il gerarca russo appone la sua firma d'autore all'ideologia che ha dettato legge negli ultimi decenni: il Pensiero Unico Turbomaterialista, il cui acronimo PUT richiama benevolmente il suono di una flatulenza. Secondo tale visione maschilista e totalizzante del mondo, gli esseri umani desiderano soltanto fare orge, intascare mazzette e sculettare in tv, non necessariamente in quest'ordine. È inconcepibile che qualcuno possa nutrire interessi culturali, romantici, spirituali. Quindi chi fa la morale al PUT è come la vecchietta di De Andrè, che dava buoni consigli solo perché non poteva più dare cattivo esempio.

Ora, nessuno è privo di vizi. Ma contesto l'idea che tutti desiderino quella roba lì. Io, per dire, fra una cena con Steve Jobs e una con la consigliera regionale vestita da suora, preferirei conoscere il vecchio Steve, anche vestito normalmente. Il fatto che i media (mea culpa) intervistino le squinzie invece delle ricercatrici, non significa che tutte le ricercatrici ambiscano a diventare squinzie.

Esistono ricercatrici felici di esserlo (purtroppo lavorano all'estero), come esistono anziani rappacificati con se stessi che la sera vanno a letto con un buon libro e magari con una persona che amano, ricambiati. E certo non invidiano chi esibisce o ricerca corpi rifatti, volgarità e ignoranza. Vede, signor Putin, non siamo invidiosi. Solo un po' imbarazzati per quelli, come il suo amico, che non sono più capaci di ascoltare la voce provvidenziale della vergogna.

2 - "CHI", IL REALISMO SOCIALISTA BERLUSCONIANO...
Pietrangelo Buttafuoco per "Il Foglio"

Il più bel giornale di questa Italia, così moderna e così alla mano, è senza alcun dubbio Chi, il settimanale diretto da Alfonso Signorini. Abbiamo sfogliato, anzi, compulsato, il numero con Sabrina Ferilli in copertina e nel godere di ogni servizio, a voler premiare quello più bello, scegliamo senz'altro il "Tutti a scuola" di Giulia Cerasoli, ovvero, il racconto su come gli onorevoli hanno scortato i loro bimbi al primo giorno di lezione destreggiandosi tra grembiuli, cartelle e cravattini.

Ad aprire la sequenza un emozionato Gianfranco Fini che tiene per mano la propria bimba, quindi Rocco Crimi con moglie e i loro tre gemelli, poi Jean-Léonard Touadi e parte della propria prole, poi ancora Francesco Boccia, Gianfranco Rotondi e Paolo Romani. I volti dei minori, va da sé, non sono stati criptati avendo avuto Chi il consenso dei loro genitori. Glorioso è il segno della nuova era, così moderna e così alla mano: è il realismo socialista berlusconiano

3 - UN AMORE DI GOMMA...
Andrea Marcenaro per "Panorama"

Complimenti, ma ci voleva tanto, Michele Santoro caro, per andare in mare aperto con Sky, o con Sandro Parenzo, o il web, o insomma dei privati: e dire tutto quello che vorrà: che Massimo Ciancimino è il nuovo oracolo, Beppe Grillo il nuovo Winston Churchill, la crisi finanziaria planetaria colpa della P4, senza che il suo punto di vista sia pagato da tutti? La quadra si trova, quando c'è talento. Dica la verità. C'era proprio bisogno di rompere le balle anche a La7 insinuando, prima del grande passo che adesso libera lei (e un po' anche noi) che pure un Enrico Mentana fosse venduto?

Ora basta. Potrà dimostrare, ora, quanto la tv generalista fosse medioevale, avere il suo pubblico, chiedergli a buon diritto di avere comportamenti militanti. Cosa sono, in fondo, 10 euro per sostenere l'idea sua? Anche il titolo è bello, "Comizi d'amore". Ah, l'amore...Capitasse anche a noi, se mai ci pungesse vaghezza di vederla, metteremmo per precauzione quella cosina di gomma che protegge, perché non si sa mai, poi ci abbandoneremmo felici all'amplesso.

 

VLADIMIR PUTINSILVIO BERLUSCONI Alfonso SignoriniPIETRALGELO BUTTAFUOCO santoro

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