marco benedetto walter veltroni

“TAGLIAMO LE MANIFESTAZIONI CULTURALI CHE NON STANNO IN PIEDI DA SOLE” - L’EX AD DEL GRUPPO REPUBBLICA-ESPRESSO, MARCO BENEDETTO, CONTRO IL “CULTURAME”: “QUANTE TASSE SI RISPARMIEREBBERO SE VENISSERO ABOLITI FESTIVAL E PREMI LETTERARI, INUTILI E COSTOSI? IL RIFERIMENTO È ALLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA. ERA LA PASSIONE DI VELTRONI, PERITO CINEMATOGRAFICO. C’ERANO GIÀ VENEZIA E TORINO, MA NON GLI BASTAVA. I FILM SONO SEMPRE MENO, QUELLI BELLI ANCOR MENO…”

Marco Benedetto per https://www.blitzquotidiano.it

 

MARCO BENEDETTO

Quante tasse si risparmierebbero se venissero aboliti i contributi di Stato, Regioni, Province, Comuni, Enti pubblici in genere a tutte le manifestazioni culturali che non stanno in piedi da sole? Autofinanziate. Si potrebbe anche permettere la sponsorizzazione di privati, ma previo parere dell’Anticorruzione e garanzie sul conflitto di interessi. Lo sponsor non deve essere appaltatore, presente o futuro per almeno 3 anni.

 

Non ne abbiamo idea, anche se solo una occhiata al bilancio dello Stato fa intravvedere cifre interessanti. A che servono? A migliorare il livello culturale degli italiani? Visto il livello di analfabetismo di ritorno denunciato su Repubblica da Michele Serra, c’è da constatare il fallimento e lo spreco.

 

MICHELE SERRA

Ogni tanto emerge un caso dai giornali. Un premio alla memoria di un grande giornalista e scrittore, un festival cinematografico di vecchie glorie roba da cineforum anni ’50, solo con onorari e spese per milioni. Il riferimento è attuale, alla Festa di Roma prossimamente qui.

 

Era la passione di Veltroni, perito cinematografico. C’erano già Venezia e Torino, ma non gli bastava. La cosa stravagante è che i film sono sempre meno, quelli belli ancor meno, quelli italiani meglio non dirne e abbiamo più festival del cinema che città.

 

Walter Veltroni

Buchi? Rifiuti? Non si vive di solo pane, e amici e compagni. E senza cultura non si campa o si deve lavorare. Nicola Zingaretti, da presidente del Lazio, qualche anno fa scoprì di avere risparmiato 2 milioni di euro, un’inezia, se volete. Sarebbe stato un bel gesto dire a quegli infelici che subiscono le tasse più alte d’Italia: un euro a testa, l’ho risparmiato, ve lo restituisco. Invece cosa ha fatto il Nostro?

 

Li ha fatti rifluire fra i vari Comuni del Lazio , 377 rivoli di spese inutili, come scrivemmo a suo tempo. Attività culturali, appunto, dove più difficile è l’analisi del costo orario e la verifica a posteriori delle opere eseguite. Mantenendo intellettuali da “culturame” (copyright Scelba) e artisti di strada, invece di chiuderle le buche di quelle strade.

 

Carlo Cottarelli

Perché tagliatori di costi tanto mitizzati come Cottarelli e Giavazzi si sono persi come nel delta dell’Okawango? Perché il loro lavoro tecnico quanto inesorabile confliggeva con la visione del committente politico, il primo ministro in carica: fallirono con Monti, con Letta, con Renzi. Il conflitto di interessi tra due legittimi ma inconciliabili approcci alla spesa pubblica è risultato insuperabile.

 

Il paradosso è che noi viviamo con il tallone sul collo dei tedeschi, che alle SS hanno sostituito i bilanci come strumento di dominio in Europa. Possiamo spendere poco e quel poco lo spendiamo male. Così perdiamo due volte: buttiamo i soldi in festival, dibattiti, manifestazioni inutili e quanto dovremmo spendere per far girare un po’ meglio le cose non possiamo spenderlo perché i tedeschi, via proxy  Europa, non vogliono.

 

ALESINA GIAVAZZI

Se qualcuno si chiede come hanno fatto in America a superare la recessione che ancora (grazie a Monti) ci attanaglia e viaggiano con livelli di occupazione mai visti in 50 anni, la risposta è che Obama, prima ancora di Trump, non ha badato a spese, mantenendo il livello del debito pubblico a livelli record, archiviando i miti liberisti che portarono alla crisi Lehman e alla recessione mondiale. Un bel po’ di sano keynesianismo che il vituperato populista (ma noi abbiamo l’avvocato del popolo) ha cavalcato massimizzandone gli effetti.

 

Ma non credo che in America Governo federale o amministrazioni locali quel po’ di Pil che sfora lo zero budget lo spendano, o meglio: sprechino, per la memoria di questo, il ricordo di quello, un premio là, un red carpet di vecchie glorie là.

Ultimi Dagoreport

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…

ignazio la russa giorgia meloni daniela santanche lucio malan

DAGOREPORT - DANIELA SANTANCHÈ A FINE CORSA? IL CAPOGRUPPO DI FDI IN SENATO, LUCIO MALAN, È A PALAZZO CHIGI E POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO MINISTRO DEL TURISMO, AL POSTO DELLA “PITONESSA” – IERI L’INCONTRO TRA IGNAZIO LA RUSSA E GIORGIA MELONI: LA DUCETTA POTREBBE AVER CHIESTO AL PRESIDENTE DEL SENATO, IN QUANTO AVVOCATO DELL’IMPRENDITRICE, RASSICURAZIONI SULLA SENTENZA DI PRIMO GRADO. LA RISPOSTA? CARA GIORGIA, NON TI POSSO GARANTIRE NIENTE. COME SAI, LA LEGGE PER I NEMICI SI APPLICA, E PER GLI AMICI SI INTERPRETA. MORALE DELLA FAVA: LA “SANTA” HA UN PIEDE E MEZZO FUORI DAL MINISTERO - LA SMENTITA DI PALAZZO CHIGI